Imposta di bollo: cos’è, quando si paga e come cambia tra conto corrente e conto deposito

Cos’è l’imposta di bollo? Quando viene addebitata sul conto corrente, sul libretto postale o il conto deposito? Scopri quello che c’è da sapere e quando non si paga.

Imposta di bollo conti correnti

Tra i parametri per scegliere uno dei migliori conti correnti, oltre a valutare le differenti tipologie e i servizi, un aspetto da non sottovalutare sono i costi. Tra quelli da considerare, oltre al canone e alle commissioni per i pagamenti, vi è l’imposta di bollo.

Un’imposta obbligatoria applicata sui conti correnti e sui libretti di risparmio nel momento in cui la giacenza media presente supera i 5.000€. Tuttavia, negli anni sono stati diversi gli interventi legislativi, generando anche un po’ di confusione per situazioni in cui l’imposta non si applica per legge o per promozioni delle banche.

In questa guida avrai accesso alle informazioni utili per comprendere quando verrà addebitata la tassa sul tuo conto corrente con i relativi importi. Infine, andremo a chiarire le differenze rispetto alla marca da bollo in fattura e alla tassazione sugli investimenti.

Cos’è l’imposta di bollo sul conto corrente

Definizione imposta di bollo

L’imposto di bolla rientra tra quelle che vengono definite le imposte indirette, ovvero un tributo che devi pagare allo Stato italiano non collegato a una specifica prestazione.

È un onere fiscale che si applica sul capitale in tuo possesso, indipendentemente da una specifica attività contributiva che l’ha prodotto. Quando si parla di imposta di bollo sul conto corrente, si fa riferimento alla somma che devi pagare sul denaro che hai in giacenza su una banca online o tradizionale, nel momento in cui si presentano alcune condizioni.

La disciplina dell’imposta di bollo è stata introdotta con il DPR 642/72. Tuttavia, negli anni, sono state apportate diverse revisioni normative. Per esempio, nel 2011, il Decreto Salva Italia, con la Legge di Stabilità e la circolare n. 48 del 21 dicembre dell’Agenzia delle Entrate, hanno previsto alcune modifiche agli importi e fissato alcuni ambiti applicativi.

Oggi, l’imposta sui conti correnti bancari è di:

  • 34,20€ per i conti correnti privati, conti deposito e libretti postali con giacenza superiore ai 5.000€;
  • 100€ per i conti aziendali con giacenza superiore ai 5.000€.

Differenza tra imposta di bollo sui conti correnti e in fattura

Prima di scoprire quando si paga l’imposta di bollo e i casi di esenzione, è essenziale differenziare questa imposta da quella che si applica sulle fatture elettroniche.

Infatti, la prima è un’imposta indiretta obbligatoria, mentre quella in fattura è un’imposta sostituiva collegata alle attività produttive, in quei regimi fiscali agevolati, come il forfettario, in cui non si prevede l’inserimento dell’IVA.

Come tale, nel momento in cui emetti un documento fiscale per importi che superano i 77,47€, dovrai pagare una marca da bollo di 2€. Per le fatture digitali è previsto il versamento direttamente online, mentre per le partite IVA, che possono ancora emettere un documento contabile cartaceo, sarà necessario applicare la versione fisica.

Quando si applica l’imposta di bollo su un conto corrente

Pagamento imposta di bollo conto corrente

L’imposta di bollo si applicherà nel momento in cui la giacenza media presente sul conto corrente in un anno supera il valore dei 5.000€.

Devi tenere conto che:

  • i conti deposito e i libretti di risparmio vengono equiparati al conto corrente;
  • l’imposta si calcola su ogni singolo conto corrente a te intestato;
  • in caso di più conti, depositi o libretti di risparmio con la stessa banca, gli importi presenti verranno cumulati, per determinare la giacenza media.

Vediamo alcuni esempi pratici in cui è previsto il versamento dell’imposta di bollo, come riportato anche dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 48 del 21 dicembre 2012, integrata con quella n. 15 del 10 maggio 2013. Se possiedi una liquidità di 6.000€, sarai tenuto al versamento dell’imposta.

Lo stesso vale se hai su una banca un conto corrente con una somma di 4.000€ e un libretto postale del controvalore di 3.000€, dato che verrà effettuato il cumulo degli importi presenti in giacenza. Invece, se possiedi su due istituti di credito indipendenti, conti con una liquidità superiore ai 5.000€, sarai tenuto al versamento dell’imposta di bollo per ognuno di essi.

L’importo verrà direttamente prelevato dalla banca, quasi sempre al momento dell’emissione dell’estratto conto. Le modalità di pagamento possono essere diverse in base alla tipologia di condizioni previste.

Devi distinguere quattro possibilità di addebito dell’imposta indiretta:

  1. mensile: verrà prelevato un importo di 2,85€ al mese, ma solo nel caso in cui la giacenza media superi il limite previsto;
  2. trimestrale: in questo caso l’importo sarà di 8,55€;
  3. semestrale: la quota sarà di 17,10€;
  4. annuale: verserai in un’unica soluzione, al 31/12 di ogni anno, la somma di 34,20€.

Come si calcola l’imposta di bollo sul conto cointestato?

In base al principio per cui l’imposta si applica alla giacenza sul conto, non si andrà a dimezzare la liquidità al 50%, ma verrà calcolato l’intero importo presente. Quindi, se la somma è superiore ai 5.000€, troverai a fine anno, o con cadenza mensile, trimestrale o semestrale, l’addebito sul tuo conto.

Imposta di bollo e conto estero

Se possiedi un conto corrente con IBAN estero, sei comunque tenuto a pagare una tassa sulla giacenza superiore ai 5.000€, definita IVAFE (Imposta sulle attività finanziarie estere). L’importo è fisso, con un valore pari a 34,20€, corrispondente alla normale imposta di bollo italiana. Ricordiamo che, ai fini fiscali, sei tenuto a inserire il conto estero all’interno della dichiarazione dei redditi o del Modello Unico persone fisiche a fine anno nel quadro RW.

Imposta di bollo sui conti deposito

Imposta di bollo sui conti deposito

La legge 147 del 27 dicembre 2013, entrata in vigore dal 1° gennaio 2014, ha portato alcuni cambiamenti per ciò che riguarda il calcolo dell’imposta di bollo sui conti deposito e sui depositi titoli.

Non si applicherà un’imposta fissa, ma una percentuale in base al valore degli investimenti presenti.

Ecco quali sono gli elementi che devi considerare:

  • la percentuale è pari al 0,2% (2 per mille), un valore aumentato rispetto al 2013, pari allo 0,15%, con l’abolizione del valore minimo di 34,20€;
  • per i conti deposito intestati alle società, l’imposta è stata portata fino a un tetto massimo di 14.000€.

Il calcolo viene effettuato non su un singolo strumento finanziario, ma sul complesso dei prodotti di investimento e di risparmio in tuo possesso.

Con le nuove normative MiFID2, tese a regolare gli strumenti finanziari a livello europeo, dal 2018, l’imposta sui conti deposito viene prelevata con periodicità trimestrale, quindi con un calcolo pro-rata in base al valore degli investimenti presenti sul conto nel trimestre precedente.

Leggi la nostra guida sui conti deposito a più alto rendimento

Imposta di bollo e tassazione investimenti

Imposta su investimenti

Altra distinzione da citare è quella tra imposta di bollo sui conti correnti e la tassazione applicata sul capital gain degli investimenti. Infatti, entrambe sono soggette a tassazione, ma il calcolo avviene in modo diverso.

Il guadagno (plusvalenza) sulle attività finanziarie si realizza dalla vendita di un asset o da un rendimento collegato al possesso del titolo. Nel primo caso otterrai una plusvalenza nel momento in cui chiudi una posizione a un prezzo superiore rispetto a quello iniziale, o se investi con una strategia al ribasso, a un valore inferiore.

I rendimenti, invece, possono essere generati da:

  • dividendi di azioni;
  • ETF;
  • acquisto di BTP;
  • plusvalenza ottenuta attraverso processi di Yield Farming, come lo staking.

Dal punto di vista fiscale sono tutte attività che generano reddito e, come tali, sono soggette a tassazione. In questo caso si applicherà un’aliquota del 26%. L’eccezione riguarda i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), sui quali si applica una tassazione del 12,5%.

Precisiamo che l’aliquota tassativa si determina solo nel momento in cui concretizzi un guadagno reale. Comunque, sarai tenuto a pagare l’imposta di bollo sui depositi titoli secondo le regole indicate prima.

Leggi la nostra guida su come comprare BTP online oggi

Imposta di bollo sui libretti risparmio

La Legge di Stabilità del 2011 ha equiparato il libretto postale a un conto corrente dal punto di vista dei trattamenti fiscali e tassativi. Quindi, se hai deciso di collocare i tuoi soldi su questo strumento finanziario, devi considerare che, ai fini dell’imposta di bollo, sono previste le medesime regole di un conto corrente.

L’imposta indiretta non è dovuta se la giacenza media complessiva dei Libretti di risparmio (compresi quelli postali) non eccede i 5.000 euro. Nell’ipotesi di superamento di questo tetto, l’imposta è dovuta con riferimento a ciascun libretto posseduto nella misura annua pari a euro 34,20, come persona fisica.

Nel caso in cui il prodotto di risparmio sia intestato a una società, l’imposta annua dovuta è pari a euro 100,00, indipendentemente dal saldo presente. 

Imposta di bollo conto corrente: quando non si paga

Esenzione imposta di bollo

A questo punto potrebbe nascere spontanea la domanda se è possibile non pagare l’imposta di bollo. La risposta è affermativa, dato che per legge si prevede l’esenzione nel momento in cui:

  • la giacenza del tuo conto è inferiore ai 5.000€;
  • il saldo è a rosso;
  • è previsto uno storno dell’imposta di bollo da parte dell’istituto di credito;
  • non si applica per i conti emessi dagli istituti di moneta elettronica;
  • si rientra in una particolare fascia di reddito.

Ricapitolando, dunque, per tutti i conti correnti, quelli deposito e i libretti di risparmio con una giacenza media inferiore ai 5.000€, non si applica l’imposta indiretta. Sarai inoltre esentato a pagarla anche se hai un conto in rosso, oppure pari a zero.

Altro caso in cui non è presente la tassa riguarda l’offerta di una banca. Alcuni istituti di credito si fanno carico dell’imposta indiretta come forma di promozione: un esempio è illimity Bank, se apri un conto Premium entro il 29/06/2023, o conto Tinaba.

Invece, per gli istituti di moneta elettronica digitale, come Hype, non si applicherà l’imposta di bollo. Infine, è prevista un’esenzione per i conti correnti se hai un reddito ISEE inferiore agli 11.600€.

Imposta di bollo sul conto corrente: domande frequenti

Cos’è l’imposta di bollo sui conti correnti?

L’imposta di bollo è una tassa indiretta applicata sui conti correnti, se è presente una giacenza media superiore ai 5.000€.

Cosa succede se si superano i 5.000€ sul conto corrente?

Se la tua giacenza media supera i 5.000€ si applica l’imposta di bollo pari a 34,20€ per i conti personali e con un importo di 100€ per quelli business.

Come non pagare l’imposta di bollo?

L’imposta di bollo non si paga per i conti che hanno una giacenza inferiore ai 5.000€, in caso di saldo in rosso o se hai un ISEE al di sotto degli 11.600€. Inoltre, non è prevista per gli istituti di moneta elettronica e su eventuale promozione di una banca.

Paolo Serafini

Trader, esperto di borse e forex

Trader, esperto di borse e forex con un passato da consulente finanziario. Collabora con FinanzaDigitale, scrive libri e investe sui mercati mondiali.

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