Binance, crollano fatturato e volumi. Exchange a rischio?

Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e SEC indagano su Binance. Cosa potrebbe succedere se crollasse il più grande exchange del mondo?

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Dopo la caduta di FTX, rischia il collasso anche il più grande exchange al mondo Binance. Già sotto la lente di ingrandimento delle autorità di vigilanza, il colosso delle criptovalute sta subendo azioni legali che potrebbero causarne il crac.

Come riporta il Wall Street Journal, Binance ha subito un crollo del -70% del fatturato ed il -30% dei volumi di scambio, che hanno portato 1.500 licenziamenti del personale dirigente e dipendente.

Il procedimento legale avviato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e dalla SEC contro Binance ha come capi di imputazione la violazione della normativa sugli investimenti e le norme contro il riciclaggio di denaro per finalità terroristiche.

Cosa rischia Binance? La Giustizia americana potrebbe infliggere all’exchange ed al suo fondatore Changpeng Zhao una multa miliardaria che potrebbe determinarne il collasso.

Dal canto suo, Binance ha riconosciuto gli errori fatti in passato, ma ha fatto sapere tramite gli organi di informazione che il capitale dei clienti è sempre stato al sicuro e gli utenti non hanno nulla da temere.

Crollo Binance: le cause del collasso

Crollo Binance cause e conseguenze

Se da un lato Binance rischia il tracollo finanziario, dall’altro lato il suo tonfo potrebbe trascinare tutto il settore e causare un drastico deprezzamento delle criptovalute.

Le cause di questa crisi sono molteplici. In primo luogo, le indagini in corso da parte delle autorità statunitensi e di altri Paesi hanno creato un clima di incertezza e di timore.

Questo ha portato molti utenti a ritirare i loro fondi, causando fino ad oggi una diminuzione del -30% dei volumi di scambio, con ripercussioni significative anche sul fatturato che è già crollato del -70%.

I dati indicati rappresentano solo la situazione attuale, ma se questa dovesse precipitare, i numeri potrebbero diventare ben più allarmanti anche per tutto il comparto criptovalutario.

Sull’argomento è intervenuto anche Yi He, co-fondatore e chief marketing officer di Binance, che non ha fatto altro che aumentare le preoccupazioni, ammettendo che l’exchange sta affrontando sfide significative.

Vero è che nonostante la crisi, Binance mantiene ancora oggi la leadership del settore e Zhao non ha nessuna intenzione di dimettersi, ma la concorrenza nel mondo delle criptovalute è sempre più agguerrita.

Altri exchange di criptovalute stanno infatti emergendo, offrendo servizi simili a quelli di Binance, ma con una maggiore trasparenza e conformità alle normative.

Le possibili conseguenze del crollo di Binance

Un crollo di Binance avrebbe gravi ripercussioni per l’intero settore delle criptovalute. Binance è infatti uno dei principali exchange al mondo, con un volume di scambi giornalieri di 76 miliardi di dollari.

Se Binance dovesse fallire, ci sarebbe un significativo vuoto di potere nel settore. Questo potrebbe portare a una maggiore volatilità dei prezzi delle criptovalute e ad una perdita di fiducia da parte degli investitori.

Inoltre, un crollo di Binance potrebbe portare ad un inasprimento delle normative sulle criptomonete. Le autorità potrebbero infatti decidere di imporre regole più severe per prevenire futuri scandali.

Ad aggravare l’attuale situazione finanziaria di Binance, come se non bastasse, ci sarebbe anche un’accusa a carico dell’exchange circa un possibile rapporto clientelare con le banche russe sottoposte a sanzioni.

La situazione di Binance è quindi in continua evoluzione e non si esclude che possa peggiorare se dovessero emergere ulteriori prove a supporto dell’ accusa.

Il futuro di Binance è quindi ancora incerto e l’eventuale collasso rappresenta una minaccia reale per l’azienda stessa e per l’intero settore delle criptovalute.

Jacopo Marini

Trader, opinionista ed esperto di mercati azionari e criptovalute. Uno dei primi investitori in Italia a credere in Bitcoin e diventarne un profondo conoscitore. Collabora con FinanzaDigitale dal 2014.

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