Il cambio euro-dollaro è sceso ai minimi e questo dato non si registrava da 20 anni quando, nel lontano 2002, la moneta europea è iniziata a circolare per la prima volta in tutto il continente europeo.
Il valore dell’euro, che nel cambio con il dollaro era già crollato a quota 1,04, nella giornata di ieri è sceso ulteriormente fino a toccare 1,02, un dato che vede quasi raggiungere la parità con la valuta statunitense.
Perché il cambio euro-dollaro ha raggiunto i minimi dopo 20 anni? Il motivo è da imputare alle previsioni di recessione che potrebbero coinvolgere sia l’Europa che gli Stati Uniti.
Perché l’euro sta perdendo terreno sul dollaro

I mercati prevedono infatti che l’Europa e gli Stati si troveranno costretti a dover subire lo spauracchio della recessione e ciò potrebbe avvenire in momenti diversi, nel breve termine per il Vecchio Continente e nel medio termine per gli Usa.
L’Europa potrebbe infatti ritrovarsi a breve in recessione, in quanto costretta a dover fronteggiare l’aumento del prezzo del gas naturale, mentre gli Stati Uniti subiranno la recessione successivamente, a causa della politica attuata dalla Federal Reserve per contrastare la forte pressione inflazionistica.
Questo sbalzo temporale relativo alla possibile recessione che subiranno in momenti diversi Europa e Stati Uniti, comporta un’ulteriore significativa perdita nel cambio euro-dollaro, dove il primo rischia sempre di più di crollare fino a raggiungere la parità con la valuta americana.
Da inizio anno, infatti, l’euro ha perso circa il 10%, toccando i minimi dopo 20 anni dalla sua immissione sul mercato.
Cambio EUR/USD: Grafico in tempo reale
I motivi che potrebbero portare l’Europa in recessione

L’Europa sta attraversando un periodo particolarmente delicato a causa della crisi energetica che compromette le forniture di gas, per non parlare dell’incremento del prezzo del petrolio, della crisi idrica e del difficile reperimento delle materie prime.
Questo status mette in seria difficoltà la Banca Centrale Europea che da un lato si vede costretta ad alzare i tassi di interesse per fronteggiare l’inflazione galoppante che nell’Eurozona ha già raggiunto l’8,6%, mentre dall’altro l’intervento sui tassi rischia di portare alla recessione.
Come conseguenza a quanto sta accadendo, il mercato prevede che la BCE non intervenga forte sull’innalzamento dei tassi di interesse che solo 3 mesi avrebbero potuto raggiungere i 190 punti base, mentre oggi le previsioni non vanno oltre i 140 punti base.
I motivi che potrebbero portare gli Stati Uniti in recessione

Discorso completamente diverso per quanto riguarda gli Stati Uniti che non registrano una crisi sul gas e sul petrolio, ma stanno subendo un innalzamento del tasso di inflazione che lo scorso mese di giugno ha toccato l’8,6% su base annua.
Questa forte pressione inflazionistica dovuta soprattutto ad un’economia americana che soffre l’entusiasmo di una ripartenza post-pandemica ha comportato l’intervento deciso della Federal Reserve, pronta ad innalzare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione.
La misura adottata dalla Federal Reserve rischia di portare in recessione l’economia americana nel medio termine. Si prevede infatti il rischio che gli Stati Uniti possano subire la recessione tra il 2023 e il 2024 proprio a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse.
Le cause che potrebbe portare alla parità il cambio euro-dollaro

Le previsioni di una recessione in Europa e negli Stati Uniti in periodi diversi comporta un forte sbilanciamento economico che spinge i mercati verso gli Usa nel breve termine, dato che il rischio di recessione nel continente europeo sembrerebbe prossimo ad arrivare.
Questo squilibrio rende il dollaro più forte nell’immediato e causa il crollo dell’euro, motivo per cui la possibilità di raggiungere la parità nel cambio euro-dollaro sembrerebbe essere proprio dietro l’angolo.
Tuttavia, le previsioni sulle misure che potrebbe adottare la BCE entro la fine dell’estate e quindi la possibilità di non innalzare i tassi di interesse come ha già pianificato la Federal Reserve, sta recando beneficio all’Italia che come conseguenza di ciò vede ridursi lo spread a 200 punti base, in diminuzione da 250.
Una buona notizia per gli investitori interessati a puntare sui Titoli si Stato ed in particolar modo comprare i migliori BTP.