Fare trading con il grano? Come investire, quotazioni e prezzo

Per l’audience di Finanza Digitale, abbiamo più volte trattato di come fare trading con le commodities, in particolare con i prodotti agricoli e con i capi di allevamento. Le materie prime come asset di investimento non si limitano a quelle energetiche ed ai metalli preziosi (hard commodities) ma, si devono annoverare colture vegetali come il mais, il cacao, il cotone, il caffè e … persino le dorate spighe di grano. In questa guida cerchiamo di capire se, effettivamente, ci sia la convenienza a investire sul grano e quali sono le migliori piattaforme di trading.

Asset grano: peculiarità da considerare per i trader

Ogni giorno chi più chi meno, salvo i celiaci, si consuma come cereale principale il grano sotto forma di pasta, pane, focaccia, biscotti, pasta, etc.; infatti, è il più consumato in tutto il mondo ma il suo utilizzo non è destinato unicamente ad usi alimentari.

L’industria agro-alimentare utilizza solo il 55% della produzione totale di grano e la restante quota? Il rimanente 45% viene trasformato per produrre dei biocarburanti o altri derivati destinati al comparto industriale.

I paesi produttori di grano sono distribuiti capillarmente sul pianeta ma la maggior parte della produzione globale si colloca nell’Unione Europea: la Francia è il quarto produttore mondiale di grano. Prolifici produttori extra comunitari sono la Cina, l’India, gli USA, la Russia e il Canada.

Per la sua vitale e dinamica domanda e per i diversi utilizzi, il grano è un asset molto volatile e quindi molto interessante dal punto di vista del trading, specie online.

Diversi sono gli indicatori che possono consentire ai trader di determinare e, in parte, di prevedere il futuro andamento e la direzione dell’asset grano nel medio-lungo termine. Ovviamente, si tratta di previsioni e di ipotesi future e probabilistiche, non vi è alcuna certezza e scienza matematica esatta per determinare la quotazione e i prezzi del grano.

Outlook trading grano 2022: drivers da tenere in considerazione

Tuttavia, per chi vuole iniziare a “tradare” con l’asset “spighe bionde”, è necessario che tenga debitamente conto di questi driver che influenzano maggiormente la quotazione ed il corso dei prezzi:

  • Analisi dell’ offerta e della domanda di grano che sono i principali fattori da privilegiare nell’ analisi tecnica,
  • le condizioni climatiche che determinano e vanno ad incidere direttamente sul livello di produzione,
  • stock da mettere in debita relazione con la domanda e la produzione a livello globale,
  • strategie di marketing, bilancia commerciale e dei pagamenti dei differenti Stati, report importazione/esportazione e il livello di tassazione applicato,
  • demografia mondiale (nascite, decessi, invecchiamento della popolazione etc.) incide a lungo termine sui prezzi delle materie prime agricole come il grano e gli altri cereali.

Quotazione del grano: trend e prezzi

Nell’anno 2016 il prezzo dei cereali ha subito una significativa contrazione, attestandosi sulla nostra penisola a 22 euro al quintale sul mercato e i prezzi si sono quasi dimezzati rispetto alle quotazioni del 2014.

Prendendo in considerazione il ciclo produttivo: dal momento della raccolta della spiga dorata dal campo alla trasformazione in prodotto finito da commercializzare al pubblico il prezzo del grano lievita del 400% per la pasta e derivati.

In Italia, la produzione di grano ha raggiunto lo scorso anno 5,5 milioni di tonnellate: per quest’anno si prevede un calo, confermato anche dalle previsioni del Canada, Stati Uniti e del resto dell’Europa, salvo il Nord Africa che prevede un incremento di produzione delle spighe dorate.

Per il 2022 le stime della quotazione del grano sono comprese tra i 20 e i 22 euro al quintale, il prezzo continua a scendere ma gli altri prezzi di produzione (concime, lavorazione, etc.) sono in continua crescita, per non parlare poi della tassazione (specie se italiana!).

Per ettaro di campo destinato alla produzione di grano la spesa per coltivatore è di 600 euro, mentre il giro d’affari non eccede i 500 euro. Per ritornare ad una situazione di equilibrio le associazioni di agricoltori si stanno muovendo al fine di controllare maggiormente la qualità e preservare il buon nome del “Made in Italy”, specie aumentare il potere contrattuale della produzione.

Paolo Serafini

Trader, esperto di borse e forex

Trader, esperto di borse e forex con un passato da consulente finanziario. Collabora con FinanzaDigitale, scrive libri e investe sui mercati mondiali.

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