Era già nell’aria da diversi giorni e non è tardato ad arrivare l’ennesimo rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti d’America, volto a contrastare la forte pressione inflazionistica che negli Usa ha già superato il 9%.
La misura aggressiva della Fed alza i tassi di interesse dello 0,75% e si tratta del terzo intervento di fila che ha portato i tassi al 3-3,25%. Un dato che non si registrava dal 2008, come si evince dallo storico sui tassi di interesse Fed riportato nella tabella seguente.
Tassi di interesse Fed storico
Data | Tassi di interesse Fed |
---|---|
1 novembre 2017 | 1,25% |
13 dicembre 2017 | 1,50% |
21 marzo 2018 | 1,75% |
13 giugno 2018 | 2,00% |
26 settembre 2018 | 2,25% |
19 dicembre 2018 | 2,50% |
30 ottobre 2019 | 1,75% |
3 marzo 2020 | 1,25% |
15 marzo 2020 | 0,25% |
16 marzo 2022 | 0,50% |
4 maggio 2022 | 1,00% |
15 giugno 2022 | 1,75% |
27 luglio 2022 | 2,50% |
21 settembre 2022 | 3,25% |
Nel mese di marzo la Fed era intervenuta con un primo intervento da 50 punti base che non ha sortito effetti significativi per contrastare l’innalzamento dei prezzi.
La misura adottata oggi prevede, entro la fine dell’anno in corso, tassi medi al 4,4% e per il prossimo anno tassi medi che potrebbero raggiungere il 4,6%.
Dati da non sottovalutare che potrebbero spingere anche la Banca centrale europea a seguire la linea adottata dalla Fed ed innalzare i tassi di interesse, con conseguenti ripercussioni anche nelle borse europee.
Previsioni tassi di interesse Fed 2023-2025

L’accelerata della Fed sui tassi di interesse supera le previsioni che attestavano un livello medio dei tassi compreso tra il 3.75-4%. Oggi le stime prevedono un livello medio dei tassi per il 2023 compreso tra il 4,50 e il 4,75%.
Dal 2024 la Federal Reserve prevede l’inizio del ritorno alla normalità , con tassi compresi tra il 3,75% ed il 4%, per poi scendere ulteriormente nel 2025, tra il 2,75% ed il 3%.
L’obiettivo della Fed è riportare i tassi medi al 2,5% nel prossimo triennio, con conseguente riduzione dell’inflazione, dei prezzi e della disoccupazione.
La riduzione degli investimenti e dell’accesso ai mutui sarà il prezzo da pagare per l’innalzamento dei tassi di interesse e non si esclude ancora lo spauracchio della recessione, come evidenziato dal presidente della Fed Jerome Powell e diffuso agli organi di stampa.
La reazione dei mercati dopo il rialzo sui tassi della Fed

L’obiettivo della Federal Reserve, come sottolineato da Powell agli organi di informazione, è traghettare l’inflazione verso il 2% e l’unico modo per garantire questo risultato è intervenire sui tassi di interesse.
Ciò comporterà il rischio di recessione, il rallentamento della crescita economica e l’indebolimento del mercato lavorativo. Un prezzo caro da pagare per riportare tutto alla normalità entro il 2025.
Dopo l’innalzamento dei tassi dello 0,75%, non sono tardate ad arrivare le reazioni dei mercati che a Wall Street hanno registrato forti oscillazioni e segnali negativi. Il Dow Jones ha segnato un -1,7%, S&P 500 è sceso dell’1,7% e il Nasdaq ha perso l’1,8%.
Spostandoci nel nostro Paese, il rialzo dei tassi di interesse della Fed ha determinato cali anche a Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha perso l’1,49%.
Tassi di interesse Fed e inflazione: conviene investire?
Vista la misura adottata dalla Fed e i possibili interventi della Banca centrale europea, conviene investire con l’inflazione alta? Innanzitutto potrebbe risultare oggi intelligente mettere al sicuro i propri risparmi e salvaguardare i conti correnti dall’erosione inflazionistica.
Nel lungo periodo, una strategia proficua potrebbe essere quella di diversificare il proprio portafoglio valutando i seguenti investimenti puntando su:
Potrebbero registrare rialzi significativi anche le migliori azioni fintech, i settori biofarmaceutico ed automobilistico elettrico, soluzioni che potrebbero portare interessanti guadagni agli investitori che operano attraverso le piattaforme per investire in Borsa.