Dai dati comunicati da Banca d’Italia, i tassi di interesse sui prestiti hanno subito un incremento nell’arco di un solo mese, passando dal 3,36% di dicembre al 3,95% dello scorso gennaio 2023.
Un rilievo così alto non accadeva da 10 anni e desta preoccupazione per coloro i quali necessitano di accedere ad un mutuo, vorrebbero valutare il passaggio dal tasso fisso al variabile oppure trasferire il mutuo in un’altra Banca a condizioni più vantaggiose.
La forte pressione inflazionistica ha spinto le banche centrali ad attuare una politica monetaria aggressiva, alzando i tassi di interesse che pesano anche sui mutui a tasso variabile.
Cosa fare quindi per accedere ad un mutuo? Preferire il tasso fisso o variabile? Conviene davvero passare al fisso per chi ha un mutuo a tasso variabile?
Mutui a tasso fisso o variabile: quale conviene?

Analizzando i dati Euribor, l’indicatore di riferimento che calcola quotidianamente il tasso di interesse medio nell’eurozona, si evidenzia come il mutuo a tasso variabile si sia quasi allineato con il tasso della BCE.
Il tasso medio variabile all’inizio della settimana era del 2,92%, mentre il tasso attuale della BCE attualmente è del 3% e le previsioni di un prossimo rialzo lasciano riflettere.
Secondo gli esperti finanziari, un calo dei tassi di interesse non dovrebbe arrivare prima del 2025, sarebbe quindi opportuno valutare l’operazione più conveniente da effettuare.
Secondo le attuali condizioni e le previsioni future, chi possiede un mutuo a tasso variabile potrebbe trovare conveniente un trasferimento ad un’altra Banca che offra un mutuo a tasso fisso conveniente.
Invece, considerando i possibili rialzi dei tassi variabili, chi desidera accedere ad un mutuo potrebbe trovare vantaggioso scegliere di applicare un tasso fisso.
Effettuare la surroga da fisso a variabile conviene?

Non è tuttavia da escludere un’altra strategia che comporta una valutazione sulla durata dell’inflazione che in Italia oggi si attesta al 9,2%.
Nonostante la forte pressione inflazionistica, in rapporto al mese di gennaio l’inflazione è scesa del -0,8% e quando raggiungerà il livello ottimale del 2% i tassi scenderanno e i mutuatari punteranno sulle surroghe dei mutui fissi a favore dei variabili.
Una valutazione ponderata andrebbe fatta in base alla durata stessa del mutuo e nel caso in cui dovesse superare i 20 anni potrebbe risultare più conveniente prediligere il tasso variabile.
Cosa potrebbero fare invece i mutuatari che hanno in corso un mutuo variabile, interessati ad effettuare una surroga con il mutuo fisso?
Le opportunità implicherebbero certamente una rinegoziazione a proprio vantaggio con la Banca stessa oppure valutare le offerte più convenienti delle migliori banche italiane.
Potreste riuscire a modificare la tipologia di tasso oppure cambiare la durata del mutuo rimanente.
Molto dipenderà anche dal rapporto con la vostra banca di fiducia e dei conseguenti margini di negoziazione in vostro potere, tenendo conto che un passaggio al tasso fisso oggi sarebbe comunque superiore al 4%.