Prezzo del petrolio in calo del -37%, ma previsioni in rialzo nel 2023

Lo spauracchio della recessione e la domanda sempre più debole in rapporto ad una richiesta in rialzo trascinano giù il prezzo del petrolio, ma le previsioni per il 2023 sono rialziste. Conviene investire?

prezzo petrolio

Continua l’instabile andamento del prezzo del petrolio che nella seconda parte del 2022 è crollato del -37% rispetto all’impennata dello scorso mese di giugno, tuttavia gli analisti avvertono un sentiment rialzista per il 2023.

In 5 mesi la quotazione del petrolio è passata da 124 dollari al barile a circa 78 dollari al barile odierni, un tracollo causato da fattori che hanno reso la domanda più debole rispetto all’offerta che rimane alta.

Tuttavia, il blocco di un importante oleodotto che riforniva gli Stati Uniti e le minacce da parte della Russia di chiudere i “rubinetti” potrebbero determinare un rialzo del prezzo del greggio.

Cosa causa la variazioni di prezzo del petrolio?

Cosa causa la variazioni di prezzo del petrolio

Da un lato l’attuale contesto bellico, l’inflazione alta, l’incremento dei tassi di interesse e l’aumento dei costi spingono Stati Uniti ed Europa verso una possibile recessione già nei primi mesi del 2023 e trascinano giù il prezzo del petrolio.

Dall’altro lato un’eventuale ripresa economica degli Stati Uniti e le riaperture in Cina dopo i continui lockdown per contenere i contagi da covid-19 potrebbero spingere in alto la quotazione del greggio.

Una situazione di incertezza che rende altalenante l’andamento del prezzo del petrolio, come si evince dall’indice europeo Brent che ha perso il -11% in circa 7 giorni.

Mentre la quotazione del gas naturale guadagna il +2,6% cavalcando l’ondata di gelo che ha colpito il Nord Europa e potrebbe espandersi in tutto il Vecchio Continente, il prezzo del petrolio è condizionato dai fattori che determinano alti e bassi.

La quotazione del greggio potrebbe anche essere soggetta alle misure più restrittive che l’Unione Europea ha attuato contro la Russia, imponendo l’embargo del petrolio russo via mare.

Anche le riaperture post-Covid in Cina potrebbero rinforzare la domanda del greggio ed entrambi i fattori potrebbero spingere in rialzo il prezzo del petrolio fino a raggiungere nuovamente i 100 dollari al barile già nel 2023.

Conviene investire sul petrolio?

Per valutare un investimento sul greggio, sarebbe opportuno monitorare i possibili fattori che potrebbero condizionare i mercati nel breve, nel medio e nel lungo termine.

Una prima analisi potrebbe scaturire dalle conseguenze dell’ennesimo rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve, pronta ad applicare 50 punti base dopo 4 interventi di fila da 75 punti base.

La politica della FED potrebbe quindi condizionare l’andamento del greggio e l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2% (nonostante sia già scesa al 7,1% contro le più rosee previsioni) potrebbe risultare un’impresa forzata a discapito della crescita economica.

Non solo l’inflazione, ma anche le contromisure russe potrebbero incidere in maniera determinante sul prezzo del greggio, uno dei principali motivi che secondo gli esperti analisti spingerebbe in rialzo le previsioni sul petrolio per il 2023.

Variazioni di prezzo che certamente attirano numerosi trader interessati all’andamento del prezzo del petrolio per tentare di incassare margini di guadagno sfruttando la volatilità, oggi più alta che mai.

Jacopo Marini

Trader, opinionista ed esperto di mercati azionari e criptovalute. Uno dei primi investitori in Italia a credere in Bitcoin e diventarne un profondo conoscitore. Collabora con FinanzaDigitale dal 2014.

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