Le sanzioni contro la Russia funzionano? Le misure per fermare Putin potrebbero ritorcersi contro l’UE

Le sanzioni che Nato ed Unione Europea hanno inflitto alla Russia per l'attacco all'Ucraina potrebbero ritorcersi contro i Paesi dell'UE, con preoccupanti conseguenze economiche e sociali.

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Gli effetti delle sanzioni inflitte da Nato e UE contro la Russia, rea di aver attaccato l’Ucraina, dividono l’opinione pubblica ma anche gli esperti statisti che si attendevano conseguenze più efficaci per limitare gli obiettivi bellici di Putin.

A differenza di quanto accadde con la Crimea, le sanzioni contro la Russia non sono una conseguenza delle violazioni di diritto internazionale, ma una misura volta a contrastare le pericolose mire espansionistiche russe.

Proprio per tale motivo, le sanzioni imposte da Nato ed UE alla Russia hanno certamente indebolito il Paese e recato un duro colpo a Putin che probabilmente si aspettava un’invasione lampo della durata di pochi giorni.

Ma a pagarne le conseguenze potrebbero anche essere i Paesi membri dell’Unione Europea che hanno subito ingenti perdite derivanti dal blocco dell’import-export con la Russia.

Se ciò non bastasse, anche la forte dipendenza energetica dalla Russia reca danni ai Paesi europei, in primis l’Italia che soffre i ritardi dell’approvvigionamento di petrolio e gas naturale, con i quali Putin fa da padrone.

La Russia soffre ma anche l’UE rischia

La Russia soffre ma anche l'UE rischia Putin

Secondo alcune autorevoli testate giornalistiche accreditate, le sanzioni imposte alla Russia hanno evidentemente recato un duro colpo al Governo di Mosca, tuttavia le conseguenze non hanno sortito gli effetti sperati da Unione Europea, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Infatti, dalle sanzioni imposte alla Russia ci si attendeva un drastico calo del Pil intorno al -15%, mentre secondo le ultime stime non è andato al di sotto del -6%.

A sostenere la Russia ed evitarle il default è stata la Cina, con la quale ha intrecciato rapporti commerciali bilaterali che si intensificano con il passare del tempo e permettono a Mosca di sostenere l’economia russa.

Di contro, gli scambi commerciali tra Unione Europea e Russia sono ad oggi instabili, causando un contraccolpo soprattutto su petrolio e gas naturale, i cui prezzi hanno raggiunto cifre record e la disponibilità va a singhiozzo.

Entrando nel dettaglio, l’occidente si troverà a dover gestire i minori flussi di gas naturale ad un costo che ha già toccato i 300 euro a megawattora e che ha permesso alla Russia di incassare una maggiorazione da 265 miliardi di dollari.

Gazprom ha già ridotto le forniture di gas naturale e con la chiusura di Nord Stream 1 dal 31 agosto al 2 settembre per lavori di manutenzione non si esclude il blocco totale dei flussi, necessari all’Europa per affrontare il prossimo inverno.

Se ciò dovesse accadere, Germania ed Italia subirebbero le conseguenze più disastrose, in quanto sono i Paesi maggiormente dipendenti dalla Russia e con la quale hanno intrattenuto rapporti commerciali costanti fino allo scoppio della guerra.

Previsioni a lungo termine delle sanzioni contro la Russia

Previsioni a lungo termine delle sanzioni contro la Russia

Se nel breve termine la Russia ha arginato le perdite grazie ad un valido partner commerciale come la Cina, nel lungo termine gli esperti analisti prevedono che la Russia risenta delle sanzioni attuate negli ultimi mesi.

Anche se dallo scoppio della Guerra tra Russia ed Ucraina sono stati oscurati i dati che permettevano agli esperti di valutare la situazione economica di Mosca, le sanzioni potrebbero sferrare un duro colpo alla Russia nel lungo periodo.

Oltre a molte importanti aziende presenti sul territorio russo che hanno chiuso i battenti e compromesso una significativa fetta della sua economia, stando ai pochi dati disponibili, la Russia sembra aver registrato un forte calo del -10% delle vendite e del -78% degli acquisti.

Se così dovesse essere confermato, il Governo di Mosca andrà incontro al default finanziario, non potendo più pagare i debiti in dollari.

Ad aggravare la situazione economica russa potrebbe essere l’intervento degli Stati Uniti che propongono di applicare un tetto al prezzo del petrolio.

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Paolo Serafini

Trader, esperto di borse e forex

Trader, esperto di borse e forex con un passato da consulente finanziario. Collabora con FinanzaDigitale, scrive libri e investe sui mercati mondiali.

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