Opec+, l’organizzazione dei Paesi esportatori di greggio, ha comunicato il taglio alla produzione del petrolio, dopo lunghe trattative con gli Stati Uniti e l’Occidente.
Vano ogni tentativo del Presidente degli Stati Uniti Biden di pressare i produttori di petrolio affinché non riducano la produzione e garantiscano le forniture ai Paesi importatori di greggio.
Nei giorni scorsi si prospettava il rischio di una riduzione della produzione di petrolio, pari a circa 1 milione di barili al giorno, ma la decisione dell’Opec+ di raddoppiare la diminuzione a 2 milioni di barili al giorno preoccupa i Paesi dell’Occidente.
Secondo le indiscrezioni riportate da autorevoli testate giornalistiche internazionali, dietro la riduzione di 2 milioni di barili al giorno potrebbe esserci la Russia, in risposta al tetto sul prezzo del petrolio imposto dall’Occidente.
Il tetto sul prezzo del petrolio

Il Presidente americano Biden si era mosso in prima persona per far leva sui Paesi alleati produttori di petrolio, come il Kuwait, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, affinché non riducessero la produzione in un momento di forte tensione internazionale.
Nulla è valso contro la decisione di tagliare la produzione di petrolio, per la quale non si esclude quindi lo zampino del Governo di Mosca che potrebbe chiudere i rubinetti ai Paesi che voteranno a favore del tetto sul prezzo del petrolio.
La proposta, concordata lo scorso 28 settembre dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, rappresentava l’ottavo intervento sanzionatorio contro la Russia, concordato in occasione del recente G7.
Le conseguenze del taglio alla produzione del petrolio

Un vero e proprio ricatto da parte di Putin contro i Paesi che applicheranno il tetto sul prezzo del petrolio, necessario alla Russia per finanziare la guerra in Ucraina.
Le conseguenze sul taglio alla produzione del greggio recheranno molto probabilmente un incremento significativo del prezzo del petrolio, ma l’Occidente non sembra volersi piegare all’aumento dei costi e, di conseguenza, a sostenere economicamente la Russia.
La decisione di Opec+ è da considerarsi un vero e proprio assist alla Russia, che si trova in mano il cosiddetto coltello dalla parte del manico.
Spetta agli Stati Uniti e all’Europa reagire con una contromossa che possa limitare le dure conseguenze del taglio della produzione e del probabile aumento del prezzo del petrolio.
Le reazioni delle Borse Europee al taglio alla produzione del petrolio

Previsioni sul petrolio in rialzo dopo la decisione dell’Opec+ di tagliare 2 milioni di barili al giorno.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere e le Borse europee hanno subito registrato segnali negativi dopo l’annuncio:
- Borsa Italiana perde l’1,52%;
- Borsa di Madrid in calo del 1,52%;
- Borsa di Francoforte scende dell’1,20%.
Dopo l’intervento della FED sui tassi di interesse e la speranza delle principali Borse, che avevano segnato i primi rialzi, l’intervento dell’Opec+ ha rimandato giù anche i principali Indici europei:
- CAC 40 di Parigi segna un -0,90%;
- FTSE 100 di Londra registra un -0,47%.
Tra le migliori azioni petrolifere, unico settore a registrare rialzi dopo il taglio alla produzione del petrolio, hanno performato bene le azioni Saipem (MIL: SPM), con un + 8,56%, e le azioni Eni (MIL (ENI), che hanno registrato un +1,59%.