Comunicati i risultati trimestrali delle Banche Usa. Dai conti chiusi il 31 dicembre 2022 ed annunciati oggi, la situazione economico-finanziaria d’oltreoceano appare preoccupante.
Da Wall Street emergono segnali positivi solo per JP Morgan e Bank of America, mentre Citigroup soffre sugli utili e tutti i colossi bancari si stanno preparando ad affrontare una possibile recessione.
Le più importanti Banche hanno già avviato le procedure di accantonamento per crediti inesigibili, pari ad un totale di 3 miliardi di dollari necessari per affrontare un possibile periodo difficile sotto il profilo economico-finanziario.
Le tensioni geopolitiche, la forte inflazione e lo spauracchio della recessione sono i fattori che hanno influito in modo significativo sul quarto trimestre delle Banche Usa.
Trimestrali Banche Usa: tra profitti e perdite
Gli accantonamenti per fronteggiare il rischio di una recessione sono stati effettuati da JP Morgan che ha stanziato 1,4 miliardi di dollari, da Citigroup con 640 milioni di dollari, da Wells Fargo e da Bank of America con circa 400 milioni di dollari in di riserve.
Trimestrale positiva per JP Morgan
JP Morgan ha dichiarato profitti in aumento del 6% a 128,7 miliardi di dollari, grazie agli incrementi dei tassi di interesse applicati dalla Federal Reserve.
Un utile netto da 11 miliardi di dollari a 3,57 dollari per azione, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (10,4 miliardi di dollari).
Battute quindi le stime degli analisti che su JP Morgan prevedevano 3,08 dollari per azione.
Anche le entrate sono aumentate del 18% a 34,55 miliardi di dollari, così come il reddito netto che è schizzato del 48% a 20,2 miliardi di dollari, proprio grazie all’aumento dei tassi.
Profitti in calo del 22% per l’accantonamento per i crediti inesigibili. Una protezione per JP Morgan necessaria per contenere le conseguenze di un’eventuale recessione.
Trimestrale Bank of America positiva su utili e fatturato
Anche il quarto trimestre di Bank of America beneficia dell’aumento dei tassi di interesse e registra un guadagno sugli utili pari a 85 centisimi per azione, battendo le stime degli analisti che non andavano oltre i 77 centesimi per azione.
Anche i ricavi hanno battuto le previsioni e si sono attestati a 24,66 miliardi di dollari, contro i 24,33 degli analisti.
Trimestrale Wells Fargo negativa: l’utile netto crolla del -50%
Wells Fargo crolla del -50% sugli utili, fermi a 2,86 miliardi di dollari e corrispondenti a 67 centesimi per azione.
In rapporto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando l’utile per azione era di 1,38 dollari, il quarto trimestre di Wells Fargo ha risentito di un’attività bancaria sottotono e della necessità di accumulare riserve per i possibili venti contrari sul piano finanziario.
Quarto trimestre Citigroup con l’utile in calo del 21%
Anche Citigroup ha registrato nel quarto trimestre un utile netto in calo del 21% in rapporto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’utile netto si è fermato a 2,5 miliardi di dollari, contro i 3,2 miliardi dell’anno precedente, mentre sui ricavi Citigroup ha battuto le attese raggiungendo i 18 miliardi di dollari e superando le previsioni che non andavano oltre i 17,9 miliardi di dollari.
Sui risultati finanziari di Citigroup ha pesato l’accantonamento pari al 35% per i crediti inesigibili, al fine di contenere i rischi della recessione.
Banche USA: tra trimestrali e rischi futuri

L’aumento dei prezzi causato anche dal conflitto tra Russia ed Ucraina, le difficoltà riscontrate sull’approvvigionamento energetico, petrolio e gas naturale, il reperimento dei materiali sono tra le principali cause che hanno determinato il crollo delle Banche Usa.
Tra le maggiori cause non può passare inosservata la forte pressione inflazionistica che ha raggiunto negli Usa il 9,1%, un dato che non si registrava dal lontano 1981.
Le già forti preoccupazioni incrementano analizzando i dati sulle richieste di sussidio da parte degli americani disoccupati, nettamente in aumento già alla fine dell’anno.
Previsioni sulle Banche Usa

Dai dati negativi emersi nelle trimestrali delle principali banche d’affari americane, le previsioni sull’andamento della quotazione in Borsa potrebbe non essere così rassicurante, dato che il periodo buio non sembra essere destinato a terminare nel breve termine.
Sul fronte inflazionistico, i massimi registrati sembrano ridursi nel 2023, motivo per cui la Federal Reserve punta la lente di ingrandimento sui tassi di interesse.
La possibilità di entrare in recessione per ridare stabilità all’attuale situazione economico-finanziaria degli Usa (e non solo) preoccupano anche gli esperti analisti e grandi colossi bancari come JP Morgan hanno sospeso il buy-back delle loro azioni per mantenere la liquidità necessaria per far fronte al periodo nero.