Il concetto di cashback è diventato molto popolare negli ultimi anni in Europa, dove è stato applicato in maniera comune sia per gli acquisti su carta di credito, che sui programmi fedeltà, finanche a toccare i metodi di pagamento.
Ora però c’è una startup americana che vorrebbe applicarlo ad un nuovo ambito: quello dei mutui bancari. La startup in questione si chiama Mesa ed è appena emersa dalla modalità stealth negli USA annunciando un round da $9.2 milioni.
Fondata da Kelley Halphin, ex Uber fondatore di tre diverse startup, e Peyton Hayslette, anche lui founder con esperienze in Paceline e altre fintech, l’azienda vuole rivoluzionare il processo di erogazione dei mutui bancari per l’acquisto di immobili, cercando di offrire più incentivi al consumatore per finalizzare l’acquisto stesso.
Il round è stato guidato da Streamlined Ventures, che ha messo circa $7.2 milioni, insieme ad investitori quali Starting Line, Assurant Ventures e Vera equity. Oltre alla parte di capitale, l’azienda ha ottenuto anche una linea di credito da $2 milioni dalla Silicon Valley bank per finanziare i primi acquisti.
Mesa infatti vuole introdurre mutui sia per primo acquisto che per rifinanziamento, che includono l’emissione di un cashback pari all’1% del mutuo erogato.
Tale cashback viene dato grazie ad una carta di credito, specificatamente ideata per i nuovi proprietari dell’immobile, attraverso la quale si ha accesso ad un programma fedeltà che permette di accumulare punti utilizzabili sia per il pagamento del mutuo stesso, ma anche per altre spese relative all’immobile, come ad esempio le bollette, le riparazioni o anche l’assicurazione sulla casa.
La carta è fornita in partnership con Celtic Bank, tuttavia non è asset backed, quindi l’immobile non è messo a garanzia della stessa.
L’idea è sicuramente molto interessante, soprattutto in un momento in cui i tassi d’interesse iniziano a scendere e le compravendite dovrebbero tornare a salire. Tuttavia la domanda fondamentale in questo caso è: riuscirà l’azienda a realizzare un profitto da questo business model, tenendo in considerazione che l’1% del mutuo stesso sarà comunque un costo?
Probabilmente la risposta sta molto nel programma di fedeltà e nella gestione delle carta stessa, che porteranno l’azienda a gestire un volume molto alto di transazioni, divenendo di fatto un provider di questo genere di pagamenti.
Sicuramente il mercato americano, con il suo immenso debito consumer basato per lo più sulla spesa delle carte di credito, è il posto giusto per lanciare un idea simile.