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Cosa c’è nel futuro di Satispay: IPO, acquisizioni e strumenti di investimento

Il CEO Dalmasso ha parlato di futuro della fintech: quotazione in borsa, acquisizioni e nuovi strumenti, ma la priorità restano crescita e profitti.

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Satispay sta preparando il terreno per una futura quotazione in borsa, ma senza correre. È quanto afferma l’amministratore delegato Alberto Dalmasso, che interrogato sull’argomento ha chiarito1 che l’operazione avverrà solo una volta raggiunta la piena redditività, obiettivo che l’azienda prevede di centrare entro la fine del 2026.

Secondo Dalmasso, l’IPO potrebbe concretizzarsi tra tre e cinque anni dopo aver raggiunto la soglia di profitto. La scelta della piazza dove quotarsi è ancora aperta: l’azienda valuterà sia l’Europa sia gli Stati Uniti, con il Nasdaq come opzione privilegiata in caso di quotazione estera per liquidità e visibilità.

Satispay sta lavorando internamente alla preparazione della quotazione, con il coinvolgimento del team finanziario e di comitati interni. La selezione di consulenti esterni e di un eventuale sindacato bancario sarà definita in prossimità dell’esecuzione dell’operazione. Dalmasso ha inoltre sottolineato che l’azienda sta esplorando opzioni di liquidità secondaria come passaggio preliminare alla quotazione pubblica.

M&A strategico

Oltre alla pianificazione dell’IPO, Satispay è attivamente impegnata in operazioni di M&A per rafforzare la propria offerta e ampliare il network. L’azienda sta valutando acquisizioni comprese tra 10 e 50 milioni di euro, concentrandosi su società in grado di migliorare le funzionalità per esercenti e consumatori o di accelerare la crescita.

Secondo Dalmasso, il criterio principale nella scelta delle aziende target non sarà tanto il fatturato, quanto la loro capacità tecnologica. Le operazioni saranno finanziate con una combinazione di equity e liquidità, con un’attenzione particolare alle opportunità di consolidamento del mercato nei prossimi 12-18 mesi. La maggior parte delle acquisizioni dovrebbe avvenire in Italia.

Raccolta e risultati

La fintech italiana, valutata oltre 1,2 miliardi di euro, ha recentemente chiuso un altro round di finanziamento da 60 milioni di euro. Al momento, non prevede la necessità di ulteriori capitali o indebitamento, salvo che non emergano opportunità di acquisizione particolarmente strategiche.

Per il 2024, l’azienda stima ricavi annui pari a 60 milioni di euro, un dato che riflette una crescita annua di quasi il 100% nonostante il continuo aumento del personale e gli investimenti per acquisire nuovi utenti.

Al momento però i suoi bilanci continuano a rimanere in rosso. Anche per questo probabilmente la società ha annunciato un cambio di rotta sulle commissioni agli esercenti: addio alle transazioni gratis sotto i 10 euro, che da aprile 2025 avranno un costo dell’1%.

Le novità di Satispay

Dal 2022 a oggi la forza lavoro di Satispay è passata da 280 a oltre 670 dipendenti. Nel 2025 l’azienda prevede di raddoppiare ulteriormente i team di prodotto e tecnologia per supportare l’espansione delle operazioni. L’obiettivo per l’anno è una crescita del 30% del proprio circuito di pagamenti chiuso.

Tra le prossime novità, Satispay si prepara a lanciare un prodotto d’investimento basato sulla funzione di risparmio a lungo termine, che ha già registrato un tasso di adozione superiore al 50% nei primi test. Inoltre, l’azienda sta sfruttando l’intelligenza artificiale per ottimizzare i processi di valutazione del rischio e di analisi del credito, oltre che per migliorare le strategie di marketing attraverso il riconoscimento di pattern e l’efficienza dei programmi di referral.

Guardando al futuro, Satispay punta a evolversi in una super app occidentale sulla scia di Kaspi e Toss, piattaforme di riferimento in Kazakistan e Corea del Sud. L’obiettivo è integrare pagamenti, risparmio e investimenti in un’unica soluzione digitale per offrire un ecosistema finanziario completo agli utenti.

  1. Satispay on slow-burn IPO route; actively pursuing M&A – CEO ↩︎
Trader, opinionista ed esperto di mercati azionari e criptovalute. Uno dei primi investitori in Italia a credere in Bitcoin e diventarne un profondo conoscitore. Collabora con FinanzaDigitale dal 2014.

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