Il fallimento della Silicon Valley Bank ufficializzato lo scorso venerdì 10 marzo dalla Federal Deposit Insurance Corp. ha scosso le Borse Mondiali e i Titoli di Stato, spingendo anche Bank of England a scendere in campo per porre rimedio contro il rischio del coinvolgimento a catena.
La filiale inglese della SVB è stata infatti rilevata da Hsbc, tra i più grandi Gruppi bancari del mondo, dopo che le 17 filiali americane sono state prese d’assalto dai correntisti allarmati da quanto accaduto.
Copione simile anche per un’importante banca newyorkese punto di riferimento per le società di criptovalute, la Signature Bank che è stata chiusa ieri notte con un intervento congiunto delle autorità del Tesoro, della Fdic e della Fed.
2 grandi fallimenti in soli 3 giorni che hanno suscitato un sentiment di timore tra i correntisti e gli investitori, affossando di conseguenza anche le Borse europee.
Cosa sta succedendo davvero e quali conseguenze potrebbero scaturire dal fallimento di questi 2 importanti Gruppi bancari? Analizziamo tutti i dettagli sull’accaduto e cerchiamo di entrare più in profondità per trovare delle risposte adeguate.
Cosa è successo alla Silicon Valley Bank?

Silicon Valley Bank, tra le migliori banche americane secondo la rivista economica Forbes, ha occupato le prime pagine di settore per aver dichiarato fallimento.
Un fulmine a ciel sereno che ha sconvolto i mercati di tutto il mondo e spinto i correntisti ad un corsa sfrenata per prelevare e mettere al sicuro i propri risparmi.
Il Tesoro americano è dovuto intervenire per tutelare i correntisti ed offrire ampie garanzie sui loro risparmi, onde evitare un possibile effetto a catena con altri istituti bancari presi d’assalto per un timore collettivo.
Allo stesso tempo si tenta anche di fare luce su quanto accaduto, con l’ipotesi più accreditata di una cattiva gestione della Silicon Valley Bank che comprometterà molto probabilmente gli investimenti degli azionisti della banca non protetti dal Tesoro americano.
Dito puntato verso l’amministratore delegato Greg Becker, reo di aver venduto azioni per un valore di 3,6 milioni di dollari in data 27 febbraio, solo pochi giorni prima del fallimento della SVB.
Cosa è successo alla Signature Bank?

Lo spauracchio che quanto accaduto alla Silicon Valley Bank coinvolgesse altri istituti bancari è divenuto realtà con il fallimento della Signature Bank.
La banca commerciale newyorkese è stata letteralmente presa d’assalto dai correntisti, allarmati proprio dal crack della SVB.
Un istituto finanziario specializzato in finanziamenti e leasing, entrato anche nel settore delle criptovalute dal 2018, che ha visto crollare i depositi da 106 miliardi a 88 miliardi di dollari.
Un calo del 17%, pari a 18 miliardi di dollari a cui si aggiungono anche una cassa da 5,9 miliardi, un capitale netto di soli 8 miliardi di dollari e una soglia di pericolo con il Cet1 (parametro che misura la solidità della banca) al 10% che ha preoccupato anche le autorità di vigilanza.
A Signature non è bastato un aumento di capitale, visto dalle autorità come una conferma dei problemi finanziari della Banca in un momento delicato che aveva appena registrato il crack della Silicon Valley Bank e che ha portato quindi all’inevitabile secondo fallimento bancario in pochissimi giorni.
Fallimento SVB e Signature Bank: quali conseguenze?

Le conseguenze dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e della Signature Bank sembravano essere devastanti negli Stati Uniti, ma l’intervento de Governo potrebbe aver arrestato una possibile emorragia a Wall Street.
Il Governo americano, sceso in campo per offrire garanzie ai correntisti, sembra infatti aver ridimensionato le perdite su S&P 500, Nasdaq e Dow Jones.
In aggiunta, la politica monetaria che si preannuncia meno aggressiva dopo che l’inflazione negli Usa si è attestata in lieve calo rispetto al mese precedente, spinge i bond americani e i rendimenti sui Treasury.
Male nell’eurozona, dove i fallimenti di Silicon Valley Bank e Signature Bank preoccupano a tal punto di registrare una riduzione dell’euro sul dollaro dello 0,25% e di vedere crollare i rendimenti dei Titoli di Stato:
- il Bond tedesco cala di 44 punti base;
- l’Oat francese perde 46 punti base;
- il BTP Italia scende di 29 punti base.
Sentiment negativi anche in Italia, con l’FTSE Mib in calo, trascinato da Bper (MIL: BPE), Banco BPM (BAMI) e da Intesa Sanpaolo (MIL: ISP).