Se c’è un settore in Italia che non sembra soffrire crisi negli ultimi anni quello è il bancario. Il sistema del credito italiano continua a dimostrare una notevole solidità, con prospettive che indicano una stabilità duratura e un basso rischio di insolvenza per gli istituti di credito nazionali.
In altre parole, di banche a rischio fallimento non si vede nemmeno l’ombra.
Al contrario. Gli ultimi dati pubblicati dalla Banca Centrale Europea hanno evidenziato la robustezza delle banche italiane, con requisiti patrimoniali che attestano la loro capacità di affrontare eventuali turbolenze economiche.
La BCE ha diffuso dati incoraggianti sulle principali banche d’Italia, che hanno mostrato requisiti di solidità tra i migliori in Europa.
I giudizi di rischio della BCE
Le ultime pubblicazione della Banca Centrale Europea relative ai requisiti P2R1 hanno visto le grandi banche italiane ai primi posti nel ranking europeo. L’emiliana Credem si è dimostrata la più solida in questo particolare parametro, mostrando un valore P2R (% di capitale extra da accontonare per affrontare rischi) tra i più bassi in UE.
Anche le altre 16 banche hanno mostrato dati confortanti, ben lontane da ogni rischio o preoccupazione.
Banca italiana | P2R 2024 |
---|---|
Credito Emiliano (Credem) | 1.00% |
Banca Mediolanum | 1.50% |
Intesa Sanpaolo | 1.50% |
Mediobanca | 1.75% |
FinecoBank | 2.00% |
UniCredit | 2.00% |
BPER Banca | 2.25% |
Cassa Centrale Banca | 2.50% |
Banco BPM | 2.52% |
Iccrea Banca | 2.53% |
Monte dei Paschi di Siena | 2.75% |
Banca Popolare di Sondrio | 2.79% |
Il parere di Banca d’Italia
A confermare la tesi di un sistema bancario forte ci ha pensato di recente anche Bankitalia. Nel suo ultimo rapporto, l’autorità ha sottolineato la presenza di un contesto economico ancora positivo per le banche italiane.
Le condizioni del sistema bancario si mantengono favorevoli. Nel primo semestre la redditività è ulteriormente cresciuta e si prevede che essa rimanga alta anche per l’intero 2024. Il riassorbimento da parte dell’Eurosistema dell’abbondante liquidità in eccesso sta procedendo senza difficoltà. In prospettiva, la riduzione del margine di interesse e le maggiori rettifiche attese sui prestiti potrebbero incidere negativamente sulla redditività degli intermediari. La patrimonializzazione è aumentata e per le banche significative è superiore a quella media degli intermediari dei paesi partecipanti al Meccanismo di vigilanza unico (SSM).
Prospettive future senza crisi
Le previsioni per il biennio 2025-2026 fanno ancora ben sperare. Anche se il clima d’incertezza permane e la BCE ha già lasciato intendere un ulteriore calo dei tassi di interesse, la redditività delle banche italiane rimarrà robusta.
Secondo un rapporto della Banca d’Italia, i profitti degli istituti di credito si manterranno su livelli superiori alla media degli ultimi cinque anni, grazie a strategie efficaci e a una gestione prudente del rischio.
Inoltre, l’agenzia di rating S&P Global prevede che il ritorno sul capitale delle banche italiane continuerà a superare il 10% nel 2025.
Non tutti gli istituti italiani cresceranno allo stesso modo, questo è certo. Ma fortunatamente, anche nel 2025 potremmo non dover parlare di crack bancari.
- https://www.bankingsupervision.europa.eu/activities/srep/pillar-2-requirement/html/index.en.html ↩︎