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Conto corrente per ditta individuale: è obbligatorio?

È obbligatorio un conto corrente per ditta individuale? Scoprilo nella nostra guida, con i vantaggi di aprire un conto business e cosa comporta dal punto di vista economico e fiscale.

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Conto corrnete per ditta individuale

Aprire un conto corrente per una ditta individuale oggi è semplice grazie all’ampia offerta da parte delle banche online, di quelle tradizionali e delle IMEL (istituti di moneta elettronica). Ma è obbligatorio, o posso utilizzare il mio conto personale? Una domanda che nasce spontanea, dato che sei l’unico intestatario dell’attività/società.

Chiariamo subito che: in Italia non c’è l’obbligo di aprire un conto business per le partite IVA professionali e per le ditte individuali, come invece accade per le società di capitali e le società di persone.

Tuttavia, anche se non sei obbligato ad aprire un conto corrente per ditta individuale, potrebbe essere molto utile per gestire al meglio il tuo business, oltre a semplificare l’aspetto contabile. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

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Conto corrente ditta individuale è obbligatorio?

In Italia non sei obbligato di default ad aprire un conto corrente come professionista o ditta individuale. Se apri una partita IVA per una piccola attività da autonomo, oppure in regime forfettario, potresti in teoria anche utilizzare un conto corrente personale per gestire l’attività.

Questo perché una ditta individuale di dimensioni ridotte non genera un fatturato superiore agli 85.000 euro annui, non gestisce tanti dipendenti e non ha troppe spese. Per questo rientra fra i beneficiari del regime forfettario, che significa non dover presentare bilancio annuale e non versare l’IVA.

Ecco perché non scatta l’obbligo di un conto corrente aziendale.

Solamente alle società di capitali (SRL, SRLS, SAPA, SpA) e le partite IVA che generano un fatturato annuo superiore ai 400.000 euro (quindi in regime ordinario) devono necessariamente dotarsi di un conto corrente business.

Ditta individuale con conto corrente personale: è possibile?

Sì, puoi gestire la ditta individuale anche con un conto corrente personale, ma è una scelta che potrebbe avere degli svantaggi.

Se decidi di usare il conto corrente privato, che già usi per il quotidiano, rischi di trovarti in difficoltà in caso di controlli da parte del fisco. Avere una contabilità separata è utile per semplificare la gestione delle finanze aziendali e a reperire facilmente le informazioni in caso di accertamenti da parte delle Entrate.

Se invece intendi aprire un nuovo conto corrente retail, ma da dedicare solo all’attività della tua partita IVA, il discorso è diverso. Ci sono ottimi conti correnti che possono dare a una ditta individuale tutto l’occorrente, ma prima di scegliere conviene anche valutare un conto corrente business dedicato alle partite IVA.

Questi prodotti offrono maggiori funzionalità, pensate per chi gestisce una piccola o grande attività: servizi di fatturazione, riconciliazione delle fatture, scansione note spese, emissione di carte per i dipendenti, gestione delle finanze aziendali ottimizzata, carte di debito e credito business, device POS, finanziamenti per piccole attività e altro ancora.

Sconsigliabile invece usare un conto corrente cointestato anche come conto della ditta individuale. In caso di problemi finanziari dell’attività, il conto rischia di essere bloccato e creare problemi anche al partner o al genitore / figlio cointestatario.

Quanto costa il conto corrente per una partita IVA?

Avere un conto corrente per ditta individuale può comportare dei costi, ad esempio:

  • costi di apertura;
  • canone mensile;
  • commissioni per operazioni bancarie;
  • costo di emissione e canone carte aziendali;
  • canone e commissioni dispositivo POS;
  • imposta di bollo.

Conto corrente per ditta individuale a zero spese

Oggi, però, esistono conti per ditta individuale a zero spese per piccole attività a bassissima operatività che non vogliono preoccuparsi del canone e dei costi di attivazione.

Molti correnti aziendali hanno un canone mensile fisso ma zero spese per un determinato numero di operazioni, e una carta di debito Mastercard o VISA business gratis. Sono conti adatti alle piccole attività o a quelle in fase di avviamento, che hanno un’operatività limitata.

Nel momento in cui il fatturato aumenta dovrai fare l’upgrade a un altro piano tariffario, con limiti maggiorati e adatti al tuo volume di affari.

Costo medio conto corrente ditta individuale

I conti per partita IVA delle ditte individuali hanno un costo medio per il canone  che va dai 2,90€ ai 24,90€ al mese. A questi devi aggiungere l’eventuale costo di rilascio della carta di debito, canone di quella di credito e commissioni di operatività (bonifici, prelievi, addebiti diretti ecc.).

Obbligo di dotazione POS

Come ditta individuale, dal 30 giugno 2022 hai l’obbligo di dotarsi di un POS, con dei costi variabili a seconda della versione. Se scegli un modello di POS senza canone pagherai un importo iniziale per l’acquisto più le commissioni.

In alternativa puoi valutare le versioni a commissione: alcune banche le concedono gratis in comodato d’uso, e hai solo una spesa fissa mensile.

Tasse e imposte di bollo

Sui conti correnti aziendali si applica anche una tassazione. Se la giacenza media del conto è pari o superiore a 5.000€ annui, si applica l’imposta di bollo (o IVAFE per i conti business esteri) pari a 100€.

Fanno eccezione parecchi conti aziendali online, per i quali l’imposta di bollo è spesso ridotta ad appena 2,00€ l’anno.

Infine, se il conto aziendale è tra quelli remunerati, quindi con un interesse sui soldi in giacenza, oppure offre l’accesso agli investimenti finanziari, devi aggiungere anche la tassazione sui rendimenti pari al 26%.

Cosa serve per aprire un conto corrente per ditta individuale?

Per aprire un conto corrente per ditta individuale occorre avere la maggiore età, essere l’intestatario della ditta individuale e quindi avere aperto partita IVA.

Una volta che hai confrontato le proposte delle migliori banche per aziende, avvia la richiesta di apertura del conto. Puoi farlo tranquillamente online nella maggior parte dei casi. Ecco quali sono i documenti da presentare:

  • documento d’identità personale valido e codice fiscale;
  • certificato di attribuzione della partita IVA;
  • registrazione alla Camera di Commercio.

Tieni vicino il tuo smartphone: dovrai scattare delle foto, registrare un video oppure farti un selfie per confermare la tua identità in fase di onboarding.

Il conto corrente ditta individuale va inserito nell’ISEE?

Dipende dal regime fiscale a cui aderisci. Se la ditta individuale è in regime forfettario sei obbligato a inserire il conto corrente nell’ISEE. La giacenza media andrà a fare cumulo con quella di altri conti correnti del nucleo familiare, definendo l’indicatore del Patrimonio Mobiliare complessivo.

Invece, se la ditta individuale ha l’obbligo di redazione del bilancio, previsto per il regime ordinario, allora non dovrai indicare la giacenza media del conto corrente, ma il valore del patrimonio netto collegato alla tua attività con riferimento al periodo fiscale dell’anno precedente.

Il conto corrente per partita IVA può essere pignorato?

Tutti i conti correnti possono essere pignorati da un creditore o dall’Agenzia delle Entrate. Quindi è indifferente se hai  un conto personale  o intestato a un’attività professionale o una ditta individuale. Ciò vale anche per i conti business esteri.

È vero però che alcuni conti correnti richiedono una procedura più lunga per il pignoramento. Le banche con sede nei paradisi fiscali, inserite nella cosiddetta Black List, offrono una maggiore tutela sulla tua privacy. In questi casi, individuare i conti è un’operazione più lunga e complessa per il creditore. Inoltre, alcune banche potrebbero non riconoscere il diritto del creditore a bloccare i soldi.

Tuttavia, aprire un conto business in questi Paesi è sconsigliabile per diverse ragioni. Per farlo, devi per forza recarti di persona. Inoltre, spesso hanno costi alti. A questo si aggiunge che ai fini fiscali, il fisco parte sempre da una presunzione di evasione fiscale. Ciò comporta che, in caso di verifiche, dovrai dimostrare la provenienza legale del denaro.

Posso aprire un conto corrente estero per ditta individuale?

Sì. Per semplificare i pagamenti e ridurre i costi per il cambio di valute con i fornitori esteri, puoi aprire un conto corrente aziendale con IBAN estero, come Revolut (conto Business), N26 (Business) o Vivid Money (Business).

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Conto corrente ditta individuale: domande frequenti

Come prelevare denaro da un conto corrente ditta individuale?

Puoi prelevare il denaro dal conto corrente presso qualunque ATM, utilizzando la carta di debito collegata al conto. Inoltre, per le banche business che offrono servizi multicanale, puoi rivolgerti anche a una filiale sul territorio.

Quando scattano i controlli sui conti correnti aziendali?

Può scattare un controllo sul conto aziendale in ogni momento da parte dell’Agenzia delle Entrate o degli organi competenti. Spesso si verificano se ci sono prelievi costanti di contanti, o versamenti effettui da parte di privati o verso l’estero.

Posso cointestare il conto corrente della ditta individuale?

Sì. Un conto corrente di una ditta individuale può essere cointestato con un altro soggetto. Tuttavia, ai fini fiscali, sarà sempre considerato l’intero importo presente sul conto e non solo il 50%. Inoltre, in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, dovrai essere tu a giustificare le singole entrate distinguendole da quelle personali o aziendali.

Autore senior per FinanzaDigitale

Laurea in Economia Aziendale, conoscitore di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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