In momenti di incertezza e di instabilità economica può capitare di non riuscire a far fronte a un debito sottoscritto, con la conseguenza di trovarsi il conto corrente minacciato da un pignoramento. Un evento spiacevole, che può incidere negativamente sulla propria vita personale e familiare.
Infatti, il conto verrà bloccato in tutto o in parte con problemi nello svolgere le normali attività economiche quotidiane: pagare le bollette, l’affitto e prelevare denaro.
Se ti domandi dove puoi mettere i soldi senza farli pignorare, precisiamo subito che non esiste un conto corrente non pignorabile. Premettendo che è un dovere pagare sempre i propri debiti, ecco tutto quello che c’è da sapere sui conti correnti e il pignoramento e come comportarsi per evitarlo.
Esistono conti correnti online non pignorabili?
Il pignoramento del conto corrente (o il pignoramento presso terzi) è una procedura con cui vengono prelevati in modo forzato i soldi su di esso presenti. Può essere richiesto da un creditore per un debito che non hai pagato. Pensa al caso di un prestito personale, un finanziamento, un debito per l’acquisto di un veicolo o l’importo di una carta di credito.
Il pignoramento non si ottiene subito, ma richiede una procedura articolata: la dimostrazione di un titolo di credito, decreto ingiuntivo da parte del tribunale, sentenza a favore del creditore, lettera di precetto al debitore.
Chiariamo subito che non esistono conti correnti non pignorabili. Il creditore può agire su qualunque conto in tuo possesso indifferentemente se è:
- conto corrente online, bancario o postale;
- conto di una banca tradizionale;
- conti deposito;
- IMEL (Istituto di Moneta Elettronica);
- conto-carta (carte prepagate con IBAN).
Conti correnti non tracciabili: sono pignorabili?
I conti correnti esteri sono spesso definiti non tracciabili, dato che non compariranno in una verifica nell’Anagrafe bancaria e tributaria in Italia (elenco in cui sono indicati tutti i conti bancari di un soggetto). Ciò ha portato al falso mito di essere una soluzione al pignoramento.
Oggi con il rafforzamento delle normative sull’antiriciclaggio vi è una maggiore comunicazione tra le varie agenzie fiscali e le banche. Inoltre, hai l’obbligo del monitoraggio fiscale sui conti esteri. Devi inserirli nel Quadro RW della dichiarazione dei redditi nel momento in cui:
- superi per anche solo un giorno i 15.000€;
- hai una giacenza media al di sopra dei 5.000€.
La difficoltà del creditore o del fisco di pignorare i conti esteri è solo dal punto di vista pratico, perché risulta più difficile individuare un IBAN estero, dato che ad oggi non esiste un’anagrafe dei conti esteri.
A questo si aggiunge il fatto che le procedure per bloccare le somme sul conto sono più complesse rispetto a quelle italiane, con costi superiori e tempistiche più lunghe. In ogni caso anche un conto estero può essere pignorato soprattutto se è stato aperto in UE.
Conti correnti esteri non pignorabili: i paradisi fiscali
E come funziona il pignoramento nei cosiddetti paradisi fiscali? Sono i Paesi collocati nella Black List dall’Agenzia delle Entrate, definiti così dato che non cooperano con l’UE nel condividere informazioni fiscali e bancarie. In questo caso la tua privacy è in teoria tutelata, con un certo grado di anonimato.
Oggi però la lista si è nettamente ridotta. Ad esempio un Paese come il Lussemburgo, considerato tra quelli con la normativa bancaria più favorevole all’anonimato in Europa, è uscito dalla Black List (come specifica il Consiglio Europeo). Lo stesso vale per il Liechtenstein. Da febbraio 2024 sono rimasti solo 12 Paesi non cooperativi:
- Isole Samoa americane;
- Isole Figi;
- Panama;
- Trinidad e Tobago;
- Anguilla;
- Guam;
- Russia;
- Isole Vergini degli Stati Uniti;
- Antigua e Barbuda;
- Palau;
- Samoa;
- Vanuatu.
Aprire un conto in questi Paesi non è facile ed è necessario recarsi obbligatoriamente sul posto, con costi anche elevati. Inoltre, in quanto conto estero, dovrai comunque dichiararlo all’Agenzia delle Entrate ai fini del monitoraggio fiscale, se non vuoi incorrere in sanzioni.
Un fattore da considerare è che in quanto conti di Stati inseriti nella Black List, il fisco parte da una presunzione di evasione fiscale: in caso di controlli devi dimostrare la provenienza lecita del denaro.
È da sconsigliare anche l’utilizzo di piattaforme che pubblicizzano l’accesso a diverse soluzioni per proteggere i tuoi soldi con un’assistenza nell’apertura di conti correnti non pignorabili, come si possono trovare online. Infatti, come più volte ripetuto, i conti esteri possono essere comunque soggetti a pignoramento.
Per quelli della Black List, in mancanza di accordi bilaterali con lo Stato italiano, la banca potrebbe non riconoscere il diritto a bloccare i soldi. Tuttavia, i rischi sono nettamente superiori rispetto ai benefici.
Nuova legge sul pignoramento dei conti correnti
Vi sono però alcune eccezioni al pignoramento del conto e limiti agli importi che possono essere prelevati, con novità per il 2024. Infatti, non sono soggetti ad esecuzione forzata i conti su cui sono accreditati:
- gli assegni di accompagnamento per i disabili;
- le rendite di assicurazioni sulla vita;
- le pensioni di invalidità.
L’impignorabilità vale anche per i conti in rosso e per le somme di un fido bancario. Tuttavia, si applica l’esecuzione forzata su eventuali versamenti successivi che portano il saldo in attivo. Per i conti cointestati è soggetto a esecuzione solo il 50% delle somme disponibili. Mentre se hai un conto con delega, può essere soggetto a pignoramento per l’intero importo.
Invece, per i conti correnti in cui si accreditano stipendio e pensione, la legge stabilisce dei limiti per il pignoramento delle somme già presenti e per quelle che verranno addebitate successivamente. Infatti, per ciò che riguarda gli stipendi già accreditati sul conto prima del pignoramento, l’importo prelevato forzatamente può essere massimo il triplo dell’assegno sociale.
Dal 1° gennaio 2024, con l’adeguamento Istat, gli importi minimi sono cambiati. L’assegno sociale è salito a 534,41€, rispetto ai 503,27€ del 2023. Quindi la somma che non può essere toccata è di 1.603,23€. Per esempio, se un pensionato o un lavoratore ha 2.000€ sul conto, potranno essere pignorati solo 396,77€ (2.000€-1.603,23€).
Per gli stipendi e le pensioni che saranno accreditati successivamente al pignoramento, l’importo massimo è pari a 1/5.
In teoria non si applicano limitazioni al pignoramento sui conti di chi non è un dipendente. Tuttavia, come prassi, oggi i giudici tendono sempre a mantenere un limite vitale per la sopravvivenza del debitore.
Limiti pignoramento conto corrente per l’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate può agire direttamente sui conti correnti, senza la procedura necessaria per un privato (decreto ingiuntivo, lettera di precetto ecc.) attraverso il prelievo forzoso.
Anche qui ci sono però dei limiti. Per gli stipendi le somme pignorabili sono:
- per importi fino ai 2.500€: 1/10;
- per gli importi tra i 2.500€ e i 5.000€: 1/7;
- per gli stipendi superiori ai 5.000€ la somma è di: 1/5.
Nel caso di prelievo forzoso sulle pensioni, la somma minima non pignorabile è 1.000€. Se invece, l’azione è rivolta a un soggetto che non ha un contratto di lavoro subordinato, allora non si applicano limiti di prelievo, salvo una somma definita vitale, se stabilita dal giudice.
Conto corrente pignorato: posso prelevare?
Da un conto corrente pignorato puoi prelevare le somme non soggette all’esecuzione forzata come:
- gli importi al di fuori del pignoramento;
- il denaro di pensioni e stipendi entro i limiti stabiliti per legge.
Le banche bloccheranno sul conto corrente una somma equivalente a quella spettante al creditore o un importo leggermente superiore. In ogni caso il denaro rimasto sul conto è a tua completa disposizione. Ad esempio, se hai un debito di 10.000€ e la liquidità sul tuo conto è di 15.000€, puoi prelevare o utilizzare i restanti 5.000€ per pagare le bollette o fare acquisti.
Le stesse regole si applicano per il pignoramento dello stipendio e la pensione. Hai piena libertà di utilizzare le somme mensili che non sono oggetto di esecuzione, come stabilito nei limiti di legge.
Quanto dura un pignoramento del conto corrente
Il pignoramento del conto corrente ha una durata variabile. Termina nel momento in cui il debitore estingue il suo debito. In alternativa, puoi trovare un accordo con il creditore (vedi più avanti).
Nel momento in cui il debito è saldato, la banca sbloccherà il conto. Tuttavia, la tempistica non è sempre veloce: possono passare dai 15 giorni ai 30 giorni.
Cosa fare per non farsi pignorare un conto corrente
Il pignoramento del conto corrente non è da sottovalutare per le conseguenze che può avere sulle tue finanze. Ribadiamo che pagare i propri debiti è un dovere. Il primo consiglio è quello di avere sempre un’attenta gestione economica delle spese, senza trovarti in situazioni di indebitamento. Quindi, prima di sottoscrivere un prestito o un’altra forma di debito, informati e chiedi sempre il supporto di un consulente.
Se ricevi una lettera di precetto, che precede la successiva azione di pignoramento, un altro consiglio è quello di affidarsi sempre a un legale. Inoltre, è utile non arrivare al pignoramento del conto corrente, ma trovare un accordo con il creditore. Infatti, è possibile proporre un saldo e stralcio, quindi un accordo con un pagamento più basso della somma spettante, quasi sempre da versare in un’unica soluzione, oppure a rate.
Dal 2022 c’è stato un importante aggiornamento degli strumenti che aiutano il debitore a superare i momenti di difficoltà economica, grazie ad alcune modifiche del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. È possibile evitare il pignoramento richiedendo al tribunale la procedura di Ristrutturazione dei Debiti, con cui puoi ottenere una riduzione dell’importo da versare in base a un piano di pagamento a rate, stabilito dal giudice.
Un’altra opportunità è quella del Concordato Minore: un sistema simile a quello precedente, ma che si applica ai debiti collegati ad attività d’impresa o professionali. Infine, nel caso in cui ti trovi in una condizione economica in cui non potrai far fronte ai tuoi debiti, per esempio se non hai proprietà di beni immobili o redditi, è stata inserita la procedura di Esdebitazione del debitore incapiente.
Conto corrente estero non pignorabile – Domande frequenti
Lo stato non può pignorare i conti che sono in rosso, quelli su cui viene accreditato l’assegno sociale, la pensione di invalidità o le rendite di assicurazioni vita.
Non esistono conti non pignorabili. Infatti, anche quelli esteri sono soggetti ad esecuzione forzata da parte dell’Agenzia delle Entrate e di un creditore privato.
Il pignoramento di un conto corrente su cui è accreditato lo stipendio e la pensione ha dei limiti stabiliti per legge. Per i creditori privati l’importo massimo pignorabile è di 1/5, mentre per il fisco varia in base al valore dello stipendio.