15 mila miliardi è una cifra che si fa fatica anche solo a scrivere, ed è la quantità di denaro investita in Exchange Traded Fund (ETF) nel mondo in questo momento. Una cifra record toccata a fine 2024, secondo i dati del gruppo di ricerca ETFGI1, dopo che gli investitori nel corso dell’ultimo anno hanno destinato agli ETF 1,7 trilioni di dollari.
Per il settore nel complesso si tratta di una crescita del 30% rispetto al 2023, che segna un’accelerazione della transizione dagli investimenti in fondi comuni. A trainare questo incremento è il mercato statunitense, che ha registrato flussi in entrata superiori ai mille miliardi di dollari.
Broker di ETF in evidenza questo mese








Asset class preferita
L’ETF si sta affermando come un pilastro centrale nell’industria della gestione patrimoniale, e questo grazie ai costi più contenuti, alle strategie innovative e alla sua versatilità . I giovani sono molto attratti dall’idea di costruirsi un portafogli diversificato a costi bassissimi con un solo investimento, ma l’adozione cresce anche fra investitori più adulti.

L’evoluzione del settore mostra come gli ETF non siano più limitati alle strategie passive di replica degli indici, ambito in cui hanno mosso i primi passi negli anni Novanta. Negli ultimi anni si è affermata una crescente domanda per ETF a gestione attiva e per strumenti focalizzati sul debito governativo e societario, segmenti tradizionalmente dominati dai fondi comuni.
Oltre agli ETF basati su indici tradizionali, stanno guadagnando popolarità anche gli ETF a leva, strumenti che consentono agli investitori di amplificare le loro scommesse su titoli come Tesla, aziende del settore dei semiconduttori e criptovalute come il Bitcoin.
I principali protagonisti del mercato restano BlackRock, Vanguard e State Street, i tre maggiori fornitori di ETF a livello globale che gestiscono tra l’altro i più grossi fondi che replicano l’andamento dell’indice S&P 500.
I fondi comuni perdono terreno
Parallelamente alla crescita degli ETF, i fondi comuni hanno registrato deflussi significativi. Negli ultimi tre anni gli investitori hanno ritirato circa 2mila miliardi di dollari da questi strumenti.
I motivi sono tanti: a differenza dei fondi comuni, gli ETF possono essere negoziati in tempo reale durante l’orario di mercato. Inoltre hanno commissioni di gestione più basse, rendimenti che spesso battono la gestione attiva e soprattutto si negoziano sulle principali piattaforme di trading online.
Nonostante questa tendenza, il mercato dei fondi comuni rimane più ampio rispetto a quello degli ETF, con asset in gestione pari a 21,6mila miliardi di dollari. Questi strumenti continuano a essere una scelta diffusa per i piani pensionistici, mentre i fondi comuni a gestione passiva sono riusciti a mantenere afflussi positivi negli ultimi anni.
Verso un cambio di rotta
Secondo gli esperti il settore dei fondi si sta dirigendo verso un equilibrio in cui le strategie di investimento saranno disponibili sia sotto forma di fondi comuni che di ETF.
L’obiettivo è lasciare agli investitori la possibilità di scegliere lo strumento più adatto alle proprie esigenze. Ecco perché più di 30 società di gestione hanno presentato2 richieste alle autorità regolatorie per introdurre classi di azioni ETF all’interno di fondi comuni già esistenti. Questo approccio è già stato sviluppato da Vanguard e potrebbe aprire nuove opportunità per agevolare il passaggio dai fondi comuni agli ETF.