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Bitcoin vicino ai $100.000: cosa alimenta davvero il rally (e cosa aspettarsi ora)

Bitcoin sfiora i $100.000 grazie a ETF e politiche USA pro-crypto. Scopri i fattori dietro il rally e cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.

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bitcoin 100 mila dollari

Bitcoin torna a far parlare di sé: l’8 maggio 2025, il prezzo della principale criptovaluta ha toccato quota 99.500 dollari, segnando il suo livello più alto da febbraio. A spingere il nuovo rally sono stati diversi fattori, tra cui l’allentamento delle tensioni commerciali globali, un’ondata di afflussi nei fondi ETF su Bitcoin e l’influenza crescente delle politiche filo-cripto promosse dall’amministrazione Trump.

L’effetto Trump: tra riserve strategiche e deregulation

L’attuale corsa al rialzo di Bitcoin porta la firma, almeno in parte, dell’ex presidente Donald Trump. La sua amministrazione ha adottato una linea fortemente pro-crypto, promettendo di trasformare gli Stati Uniti nella “capitale mondiale delle criptovalute”. Un punto di svolta è arrivato con l’ordine esecutivo del 23 gennaio 2025, intitolato “Rafforzare la leadership americana nella tecnologia finanziaria digitale”, che ha segnato un netto cambio di rotta rispetto alle politiche restrittive del passato.

A marzo, Trump ha annunciato la creazione di una Riserva Strategica di Criptovalute, che avrebbe incluso asset confiscati come Bitcoin, Ethereum, Ripple, Solana e Cardano. Anche se l’assenza di nuovi acquisti ha inizialmente deluso i mercati, l’iniziativa ha comunque rappresentato un segnale di legittimazione importante.

Nel frattempo, l’amministrazione ha ritirato le cause legali contro grandi exchange come Coinbase e Kraken, contribuendo a creare un clima normativo più favorevole. Il risultato? Un ambiente descritto dagli analisti come “senza precedenti” per la crescita dell’industria crypto negli Stati Uniti.

ETF e investitori istituzionali: il vero carburante del rally

Uno dei principali motori del recente balzo di Bitcoin è stato il ritorno in forze degli investitori istituzionali. Il 7 maggio, gli ETF su Bitcoin hanno registrato afflussi per 142,3 milioni di dollari, segnalando un rinnovato interesse nel settore. In testa alla classifica ARKB con 54,7 milioni, seguito da FBTC con 39,9 milioni e dal fondo IBIT di BlackRock con 37,2 milioni.

Da inizio 2025, proprio IBIT ha raccolto 6,96 miliardi di dollari, superando persino lo storico ETF sull’oro SPDR Gold. Un risultato che riflette un cambiamento strutturale: sempre più istituzioni finanziarie tradizionali – tra cui Merrill Lynch, Morgan Stanley, Wells Fargo e UBS – stanno iniziando a offrire esposizione diretta agli ETF su Bitcoin. Il potenziale? Un bacino di oltre 10 trilioni di dollari in asset in gestione che potrebbero, almeno in parte, fluire verso il settore crypto.

Volatilità e consolidamento: il viaggio del prezzo da febbraio a oggi

Il percorso del prezzo di Bitcoin negli ultimi mesi non è stato lineare. A febbraio, la criptovaluta aveva raggiunto il suo picco annuale a 102.402 dollari, prima di crollare del 30% fino a toccare un minimo di 74.000 dollari ad aprile. Questa fase di correzione ha messo alla prova la tenuta del mercato, ma ha anche preparato il terreno per un’imponente ripresa.

Nel corso di aprile, Bitcoin ha guadagnato circa il 24%, recuperando gran parte delle perdite. All’inizio di maggio, la criptovaluta ha iniziato a oscillare tra 95.000 e 99.000 dollari, segno che potrebbe essere in fase di consolidamento in un nuovo range compreso tra i 90.000 e i 100.000 dollari.

Questo comportamento è coerente con i pattern post-halving osservati in passato. I mesi primaverili, soprattutto febbraio, hanno storicamente offerto performance positive, con rendimenti medi del 40,74% nei cicli successivi al dimezzamento delle ricompense per i miner.

Cosa aspettarsi ora?

Con l’avvicinarsi della soglia simbolica dei 100.000 dollari, Bitcoin sembra muoversi in una fase di consolidamento, sostenuto da afflussi record negli ETF e da un contesto normativo più favorevole. Tuttavia, la volatilità resta alta e il mercato dovrà ancora digerire le implicazioni delle tensioni geopolitiche e delle future mosse dell’amministrazione USA.

Gli investitori guardano con attenzione ai prossimi mesi, consapevoli che il 2025 potrebbe essere un anno cruciale per il posizionamento strategico delle criptovalute all’interno dei portafogli istituzionali.

Trader, opinionista ed esperto di mercati azionari e criptovalute. Uno dei primi investitori in Italia a credere in Bitcoin e diventarne un profondo conoscitore. Collabora con FinanzaDigitale dal 2014.

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