Banche italiane esposte in Russia: i dati di Banca d’Italia

Il conflitto russo-ucraino comporta conseguenze economiche anche alle Banche italiane che hanno importanti esposizioni in Russia, Ucraina e Bielorussia per oltre 29 miliardi di euro, secondo Banca d'Italia

banche italiane esposte alla russia

Le Banche italiane sono le più esposte in Russia, Ucraina e Bielorussia per un ammontare totale di ben 29,1 miliardi di euro. Operazioni finanziarie che corrispondono allo 0,7% del totale.

È quanto afferma Banca d’Italia in occasione del consueto rapporto sulla stabilità finanziaria, diramando i dati relativi alle esposizioni finanziarie delle Banche italiane nei Paesi coinvolti nel conflitto tutt’ora in atto.

I dati fanno riferimento al periodo che conclude l’anno 2021 e mostrano come le Banche italiane siano tra le più esposte di tutto il continente europeo.

I dati sull’esposizione delle Banche italiane in Russia

Esaminando i dati, è possibile notare come le Banche italiane si collochino esattamente al secondo posto, stilando la classifica delle maggiori esposizioni in Russia.

Il primo posto è ricoperto dalla Francia, le cui cui Banche raggiungono un’esposizione che si attesa al 25%, un quarto dell’esposizione totale europea in Russia.

Le Banche italiane invece si collocano al secondo posto in Europa, piazzando più del 20% delle esposizione in Russia, di poco sopra le Banche austriaca ferme al 20%.

Secondo i dati di Banca d’Italia, le esposizioni delle Banche italiane ammontavano a 29,1 miliardi di euro alla fine del 2021 e si trattavano prevalentemente di attività finanziarie rivolte al settore privato per ben 20,6 miliardi di euro.

Quali sono le Banche italiane più esposte

Banca d'Italia

Secondo quanto emerso da Banca d’Italia, solo 2 sono gli istituti finanziari italiani maggiormente esposti in Russia e si tratta di Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Tra le Banche italiane, Unicredit e Intesa rappresentano certamente una fetta molto importante del nostro Paese; i due maggiori gruppi bancari italiani che hanno rapporti finanziari con il settore privato russo.

“L’esposizione diretta delle Banche italiane verso controparti russe è nel complesso limitata, ma concentrata nei due gruppi di maggiore dimensione; l’impatto del conflitto su questi ultimi, seppure non insignificante, appare comunque gestibile”.

Secondo Banca d’Italia, il rischio sull’esposizione russa appare significativo ma ad oggi gestibile.

Unicredit ed Intesa Sanpaolo hanno registrato un’esposizione finanziaria verso la Russia per 12,6 miliardi; nello specifico, Unicredit conta un’esposizione per 7,7 miliardi di euro, mentre Intesa segna un’esposizione per 5,1 miliardi di euro.

Entrambi i Gruppi bancari registrano esposizioni su prestiti transfrontalieri garantiti ad importanti società dei settori energetici ed industriali.

Sia per Unicredit che per Intesa Sanpaolo si attendono i dati del primo trimestre 2022 ma, secondo le previsioni degli analisti, dovrebbero registrare un importante calo sugli utili proprio a causa del conflitto tra Russia ed Ucraina.

La guerra ha generato anche minor ricavi ed una significativa svalutazione dei crediti che potrebbe pesare notevolmente sulle trimestrali dei 2 maggiori gruppi bancari italiani.

Gli analisti aggiungono che il conflitto in atto comporterà un peso 6 volte maggiore di quello che si sarebbe attestato se la guerra non fosse mai scoppiata.

I rischi dell’esposizione in Russia e non solo

rischi russia

Le Banche italiane esposte in Russia subiranno importanti conseguenze finanziarie che riscontreremo nelle trimestrali di Unicredit ed Intesa Sanpaolo del 6 maggio.

Tuttavia, sulle Banche italiane non peserà solo l’esposizione diretta con la Russia, ma anche le conseguenze che subiranno le aziende italiane a causa della guerra e le loro difficoltà a garantire il pagamento di prestiti e finanziamenti.

Le sanzioni imposte a Mosca non colpiscono solo il Paese, ma determinano conseguenze economiche negative anche sulle imprese che hanno rapporti lavorativi con la Russia, l’Ucraina e la Bielorussia.

Inoltre, l’aumento dei costi dell’energia pesa duramente sulle imprese, motivo per cui il Governo sta studiando sostegni utili anche alle imprese italiane con il Decreto Aiuti 2022.

Argomenti:

Jacopo Marini

Trader, opinionista ed esperto di mercati azionari e criptovalute. Uno dei primi investitori in Italia a credere in Bitcoin e diventarne un profondo conoscitore. Collabora con FinanzaDigitale dal 2014.

Lascia un commento

Altri Articoli Su Finanza Digitale