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Unicredit compra il 9% di Commerzbank

Il gruppo guidato da Andrea Orcel diventa il primo azionista privato della banca tedesca. Fusione in vista per il gruppo italiano?

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unicredit commerzbank

Per anni abbiamo visto la mano tedesca sul mercato italiano, che si parli di manifatturiero, di automotive o ovviamente anche di banche e servizi finanziari. Questa volta invece, non con poca sorpresa da parte degli addetti ai lavori, c’è un tentativo di forte espansione italiana in Germania.

Unicredit, già azionista del gruppo bancario tedesco con circa il 4,5% delle quote, sale al 9% di Commerzbank dopo un’operazione da circa 700 milioni di Euro, divenendo il primo investitore privato della banca tedesca.

C’è molto della storia delle relazioni finanziarie tra i due paesi in questa operazione. Primo punto da tenere in considerazione: parliamo di primo investitore privato, in quanto il primo azionista in assoluto del gruppo Commerzbank è proprio il governo tedesco, che era intervenuto in aiuto del colosso bancario quando quest’ultimo non se la passava particolarmente bene.

Allo stesso tempo, Unicredit non è nuova a questo genere di operazioni in Germania, in quanto già proprietaria del gruppo HVB, Hypovereinsbank, dal 2005. La stessa HVB porta il logo di Unicredit dal 2008, a testimonianza dell’interesse del gruppo italiano sul mercato tedesco.

Unicredit: acquisizione di Commerzbank in vista?

Con queste premesse, gli analisti hanno di conseguenza iniziato a chiedersi quando avverranno le possibili nozze tramite acquisizione tra Unicredit e Commerzbank.

Notizia degli ultimi giorni, infatti, vuole che il gruppo italiano sia già in trattative con la ECB per ottenere il via libera a salire al 30% della banca tedesca, divenendone di fatto il primo azionista e ottenendone il controllo diretto, primo passo per una definitiva acquisizione.

Ma è davvero una buona idea per Unicredit acquisire Commerzbank alle attuali condizioni? La sovrapposizione delle attività tedesche di Unicredit con quelle di Commerzbank suggerisce che potrebbero esserci sinergie in caso di acquisizione o fusione.

Tuttavia, senza una completa unione bancaria europea, continuano ad esserci dubbi sui vantaggi per le banche retail che operano a livello transfrontaliero, oltre ad un generale timore sulla redditività a breve termine di Unicredit, che potrebbe di fatto diminuire.

Una fusione delle attività delle due banche potrebbe portare forse più valore e meno rischi agli azionisti del gruppo italiano, che si troverebbero a beneficiare di tutte le sinergie senza pagare un premio eccessivo per l’acquisto del controllo, creando una banca con un focus sul mercato tedesco e leader di mercato su alcuni prodotti.

Inoltre, la banca è già presente sul mercato tedesco con HVB, che porta al gruppo circa un 20% del suo utile operativo, in una sovrapposizione che potrebbe anche cannibalizzare parte della redditività. Secondo le prime stime, la fusione tra le due banche potrebbe generare sinergie pari a circa il 10% della base dei costi di Commerzbank e un potenziale incremento dell’utile per azione di Unicredit superiore al 10%.

Tutto questo potrebbe portare il CET1 ratio della banca Italia tra il 13,5% e il 14%, uno spostamento limitato per un deal invece che prevede un impatto e un effort ben più ampio. Tuttavia, rimaniamo speranzosi sui risultati dell’operazione.

D’altronde il CEO Andrea Orcel, nominato alla guida della banca italiana nel 2021, è un esperto dell’attività di M&A in ambito financial services, e siamo sicuri che abbia fatto i compiti a casa prima di intraprendere questa scalata.

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Investor, advisor, fintech manager

Michele è un manager con diversi anni di esperienza in ambito finance, tech e fintech lavorando in Europa tra Italia, Germania e Spagna. Molto attivo nell'ecosistema startup, collabora con diversi programmi di accelerazione e incubazione in giro per l'Europa come mentor e advisor per startup early stage. È inoltre un investitore attivo in ambito fintech, con già una exit.

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