Inizia il conto alla rovescia per lo Smart Working dei dipendenti statali, in scadenza il prossimo 31 dicembre 2022, ma la maggioranza di centro-destra al Governo sembra compatta su questo punto e proiettata verso una proroga.
Prima della fine dell’anno quindi, i dipendenti statali, i soggetti fragili e i lavoratori con figli a carico under 14 potrebbero beneficiare come i dipendenti del settore privato di un’ulteriore proroga del lavoro agile.
I contagi da Covid-19 e varianti tutt’oggi in corso sono in aumento ed i Ministeri della Salute e del Lavoro hanno già avanzato l’ipotesi di prorogare lo smart working ed hanno diffuso attraverso gli organi di stampa l’intenzione di procedere compatti verso la modalità di lavoro semplificato.
Quali lavoratori rientrerebbero nello Smart Working?

Tra i beneficiari dello Smart Working dovrebbero essere i soggetti fragili, ossia i dipendenti affetti da malattie degenerative, i chemioterapici, gli immunodepressi e i disabili, ma anche i lavoratori che hanno figli a carico al di sotto dei 14 anni di età , sia nel pubblico che nel privato.
La conditio sine qua non è l’effettiva compatibilità con il lavoro da remoto che i dipendenti pubblici dovranno sottoscrivere con il dirigente responsabile dell’area mentre nel privato a partire dal 1° gennaio 2023 non sarà più possibile per le aziende procedere in maniera indipendente con lo Smart Working.
Dalle dichiarazione rilasciate agli organi di informazione da fonti vicine al Ministero del Lavoro e al Ministero della Salute si evince compattezza nell’avviare la proroga tanto attesa per i dipendenti pubblici, fragili e con figli under 14 a carico.
Contagi e caro energia spingono verso lo Smart Working

Il lavoro da remoto ha avuto ampia diffusione proprio durante il biennio pandemico 2020-2021, passando da circa 600mila a quasi 5 milioni di lavoratori.
Un’esigenza che sembra essere diventata un’opportunità sia per le aziende che per i lavoratori e lo si evince da un recente report del Politecnico di Milano che mostra come il 91% delle più importanti aziende prevede lo Smart Working (contro l’81% dell’anno precedente).
Lo Smart Working è oggi attivato nelle aziende private per circa 9 giorni e mezzo di lavoro mensile effettuato da remoto ed il rapporto con la pubblica amministrazione sfiora il doppio.
Infatti, lo Smart Working nella P.A. è calato al 57% con 8 giorni di lavoro mensili da remoto, contro il 65% dell’anno precedente. Un dato che ha spinto il Governo ad intervenire sul tema e si attende quindi un decreto già nei prossimi giorni.
Si prevede anche un cambio di marcia rispetto alle vecchie disposizioni ad oggi in vigore che prevedono uno Smart Working inferiore al 50% del totale delle giornate lavorative effettuate.
L’obiettivo che il nuovo Governo vorrebbe raggiungere è agevolare lo Smart Working sia nel pubblico che nel privato, spingendo verso i controlli sull’effettiva produttività raggiunta per i lavori compatibili con la modalità in remoto.
Favorire la Smart Working alleggerirebbe anche la forte pressione che aziende e pubblica amministrazione hanno subito per l’aumento dei costi dell’energia, riducendo in tal modo la voce sulle spese.