Borsa italiana reagisce positivamente dopo i risultati delle elezioni politiche nazionali. All’apertura dei mercati, Piazza Affari registra un andamento rialzista e l’indice FTSE Mib raggiunge l’1,30%, a 21.340 punti.
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Bene anche i titoli bancari, il settore energetico e delle telecomunicazioni, le controllate dello Stato ed alcune delle migliori azioni su borsa italiana del 2022, che hanno registrato i seguenti dati:
- Telecom (MIL: TIT): +5%;
- Finecobank (MIL: FBK): +3,8%:
- Intesa Sanpaolo (MIL: ISP): +2,7%:
- Leonardo (MIL: LDO): +1,67%;
- Poste Italiane (MIL: PST): +1,65%
- Unicredit (MIL: UCG): +1,28%.
Nel comparto energetico sono andate male Enel (MIL: ENEL) ed Eni (MIL: ENI), che perdono rispettivamente lo 0,8% e lo 0,6% e subiscono l’alta volatilità del mercato.
Borse europee in calo e crollo della sterlina

Effettuando una panoramica più globale in Borsa oggi, mentre Borsa italiana viaggia in positivo, le principali borse europee subiscono una flessione sul loro andamento a causa dello spauracchio della recessione che rende i mercati molto più sensibili del solito.
Inizio della settimana in negativo per la Borsa di Parigi che perde lo 0,67%. La Borsa di Francoforte scende dello 0,43% e la Borsa di Londra lascia lo 0,1%.Â
Lo Spread tra BTP e Bund non registra incrementi significativi rispetto alla scorsa settimana e si attesta a 231 punti, in lieve aumento rispetto ai 230 punti dello scorso venerdì.
Sale del 4,41% il rendimento del decennale italiano, mentre:
- i decennali francesi aprono in rialzo di 9 punti, a 2,68%;
- i decennali spagnoli guadagnano 9 punti, ottenendo un rendimento del 3,25%.
Male il cambio euro-dollaro, dove la valuta europea perde ancora terreno e si piazza allo 0,96 rispetto alla moneta statunitense. Fa peggio di tutte la sterlina, che registra i minimi storici rispetto al dollaro, scesa fino all’1,03 sulla moneta americana.
Il crollo della sterlina è causato dall’innalzamento dei tassi di interesse del 4,1% a quota 33 punti e non si esclude la possibilità di un ulteriore intervento della Bank of England sull’incremento dei tassi di interesse.