La situazione in casa FTX (FTT) appare più drammatica del previsto e l’importante exchange che vanta milioni di cripto trader registrati rischia di oltrepassare il punto di non ritorno e non salvarsi dal tracollo subito.
Cos’è successo ad FTX? Ripercorriamo l’intera vicenda e tutti i passaggi che hanno portato al crollo dell’86%, condizionando anche l’andamento delle criptovalute.
I motivi del tracollo di FTX

Per capire bene cosa sia accaduto all’exchange FTX bisognerebbe fare un passo indietro e riportare alla memoria lo scorso 6 novembre, quando il ceo di Binance Changpeng Zhao ha comunicato attraverso un tweet la volontà di vendere la sua partecipazione su FTX.
I motivi di questa scelta sembrerebbero imputabili ad un report diffuso da Coindesk che citava la società di trading Alameda Research, legata ad FTX e che che detiene la sua partecipazione in token.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate e diffuse dagli organi di informazione settoriale, Alameda Research sarebbe insolvibile, uno status che ha destato notevole preoccupazione.
Numerosi trader preoccupati non hanno perso tempo a svuotare i portafogli effettuando richieste di prelievo che hanno comportato un crollo dell’86% del valore di FTX che dai 14 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato di marzo scorso è piombata a soli 825 milioni di dollari.
FTX e Binance: prima il salvataggio, poi l’abbandono

A poco è servito l’intervento del ceo di Binance Changpeng Zhao che annunciato su Twitter la volontà di acquisire FTX per salvare la sua partecipazione pari a 23 milioni di token sull’exchange per un valore che al momento del tweet si aggirava intorno ai 600 milioni di dollari.
L’intento di Zhao appare chiaro, ovvero quello di evitare quanto accaduto poco tempo fa con l’ecosistema Terra (Luna) che ha generato il crollo della valuta digitale.
L’intenzione di Zhao di acquistare FTX è stata ufficialmente ritirata dopo aver visionato i libri contabili dell’exchange che presentavano una crisi di liquidità di difficile risoluzione.
Non sono valse a nulla le dichiarazioni del ceo di FTX Bankman-Fried nel vano tentativo di ridurre le perdite sottolineando che le accuse sulla crisi di liquidità sarebbero infondate.
FTX ha quindi subito un crollo dell’86% del proprio valore ed ha dilapidato oltre 13 miliardi di capitalizzazione di mercato, comportando anche un calo generale delle criptomonete.
Il tracollo di FTX e le ripercussioni sugli exchange
Le conseguenze del crollo di FTX non riguardano solo il token FTT che oggi ha perso oltre il 70% del proprio valore, attestandosi a circa 3 dollari, ma crea ripercussioni sulla solidità dell’intero comparto criptovalutario.
L’exchange FTX è stata costretto a sospendere i prelievi dei cripto trader a causa della mancanza dei fondi necessari per coprire l’enorme richiesta dettata dai timori.
Ciò ha innescato un senso di sfiducia nel mondo delle criptovalute, in particolar modo su come operano gli exchange e le garanzie che offrono ai propri trader registrati sulle piattaforme.
FTX non è obbligata per legge a garantire i prelievi allo stesso modo di una Banca e questo trasmette un senso di timore ai trader che vedono privarsi delle dovute garanzie.
Per tale motivo è importante operare sempre con i migliori exchange di criptovalute legalmente autorizzati per evitare di incappare in situazioni spiacevoli che metterebbero a rischio l’investimenti in crypto effettuati.