Wall Street e Borse europee in calo: complici l’inflazione e la Fed

Wall Street risente dell'aumento dei tassi di interesse applicato dalla Fed e trascina giù anche le Borse europee e la Borsa italiana

wall street e borse europee in calo

Wall Street crolla a causa dell’inflazione, che negli USA ha raggiunto il 9,1% su base annua, ma anche per le misure adottate dalla Federal Reserve. L’aumento dei tassi di interesse dello 0,75% ha spinto giù i mercati d’oltreoceano, con ripercussioni anche sulle Borse europee.

Con le elezioni politiche nazionali alle porte, anche le migliori azioni su Borsa Italiana hanno subito le conseguenze della forte instabilità dei mercati internazionali.

I Futures USA hanno registrato le perdite maggiori, ma le principali Borse europee hanno subito cali significativi, di seguito riportati:

  • Piazza Affari è crollata del 3,1%;
  • Madrid è andata sotto del 2,75%;
  • Francoforte è scesa del 2,58%;
  • Parigi è andata giù del 2,28%;
  • Londra ha perso il 2,11%.

Gli interventi della Federal Reserve sui tassi di interesse potrebbero non essersi conclusi e non si escludono ulteriori misure entro la fine dell’anno in corso.

Anche la Banca centrale europea potrebbe rispondere alla Fed incrementando anch’essa i tassi nel Vecchio Continente, operazione finalizzata a riportare entro i limiti la forte pressione inflazionistica.

Wall Street in rosso

Wall Street in rosso

Wall Street subisce le conseguenze dell’innalzamento dei tassi di interesse imposti dalla Fed e chiudono in rosso i principali indici americani:

  • Dow Jones scende a 29.691 punti, con una perdita dell’1,28%;
  • S&P 500 crolla dell’1,65%, a 3.696 punti;
  • Nasdaq chiude in rosso dell’1,87%, a 10.860 punti.

A preoccupare gli investitori sono i possibili ulteriori interventi della Federal Reserve sui tassi di interesse, che potrebbe adottare entro la fine dell’anno e rendere più volatile l’andamento del mercato.

Crollano anche i titoli bancari e petroliferi

Crollano i titoli bancari e petroliferi

Male anche i titoli bancari, dove Banco BPM (MIL: BAMI) ha perso il 4,63% e UniCredit (MIL: UCG) è andata sotto del 3,59%.

L’incremento dei tassi di interesse ha trascinato giù anche le migliori azioni petrolifere, che hanno registrato perdite tra il 3,51% ed il 4,74% a causa dello spauracchio della recessione.

Si segnala in particolare:

  • Tenaris (MIL: TEN), crollata del 4,78%;
  • Shell, che ha registrato il -4,74%;
  • Bp, scesa del 3,66%;
  • TotalEnergies, che è andata sotto del 3,55%;
  • Eni (MIL: ENI), che ha perso il 3,51%.

Salgono i rendimenti dei titoli di Stato decennali

Salgono i rendimenti dei titoli di Stato decennali

Salgono invece i rendimenti dei titoli di Stato decennali, che in alcuni Paesi hanno registrato nuovi livelli massimi:

  • i Btp italiani salgono del 4,3% a 12,2 punti;
  • i Titoli di Stato decennali del Regno Unito sono in rialzo del 3,77%, a 29 punti;
  • i Titoli di Stato decennali della Francia crescono del 2,59%, a 7,4 punti;
  • i Titoli di stato decennali della Germania ottengono un +2,02%, a 6,3 punti.

L’incremento dei tassi di interesse della Fed ha rafforzato anche la valuta statunitense, dove il cambio euro-dollaro si è portato a 1,025 euro.

Susciterà particolare interesse ai forex trader il cambio sterlina-dollaro, dove la valuta inglese crolla ai minimi a 1,10 dollari, dato che nel Regno Unito non si registrava da ben 37 anni.

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Jacopo Marini

Trader, opinionista ed esperto di mercati azionari e criptovalute. Uno dei primi investitori in Italia a credere in Bitcoin e diventarne un profondo conoscitore. Collabora con FinanzaDigitale dal 2014.

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