L’ultimo report Istat del 7 luglio ha evidenziato il seguente dato: lo stipendio medio in Italia di un dipendente, per il 2023, è compreso tra i 27.000€ e i 31.000€, un importo al di sotto dello standard degli altri 27 Paesi della UE, di circa 3.700€. Un calcolo che prende come riferimento la fase di cambiamento del mercato del lavoro.
In questo contesto si collocano anche la trasformazione digitale, in piena crescita in Italia, e l’aumento dell’inflazione, che è andata a incidere in modo elevato sul potere di acquisto dei consumatori, ma anche sulla capacità delle aziende di far crescere la RAL (Retribuzione Annua Lorda).
Anche le abitudini degli italiani sono, poi, cambiate. Per esempio, nel 2022, circa 2,2 milioni di lavoratori, in aumento del 15% rispetto all’anno precedente, hanno dato le dimissioni come dipendenti. Dall’altro lato, i dati dell’occupazione indicano un aumento di contratti pari a 545mila unità, ma anche aziende che si lamentano di non trovare forza lavoro.
Dati che sottolineano come il mercato del lavoro italiano stia diventando più flessibile e che le persone vadano alla ricerca di attività più remunerative o soddisfacenti. Fattori che hanno determinato una serie di effetti anche sulla media degli stipendi in Italia. Di seguito avrai i dati aggiornati sul valore delle retribuzioni medie, suddivisi in base all’occupazione, l’area geografica e le capacità individuali.
Qual è lo stipendio medio in Italia mensile?
Occupazione | RAL media 2022 | Stipendio lordo mensile (13 mensilità) | Netto mensile |
Dirigenti | 103.418€ | 7.955€ | 4.473€ |
Quadri | 55.632€ | 4.279€ | 2.668€ |
Impiegati | 32.174€ | 2.475€ | 1.818€ |
Operai | 25.522€ | 1.963€ | 1.534€ |
Secondo quanto riportato dall’Osservatorio JobPricing nella sua relazione JP Salary Outlook 2023, la Retribuzione annua Lorda (RAL), con riferimento al solo salario retributivo, senza eventuali welfare aziendali o premi di produzione, risulta essere pari a 30.284€ all’anno.
Il campione preso in esame è quello dei dipendenti privati, pari a circa 16 milioni di soggetti, suddivisi in quattro categorie:
- Dirigenti: 1,3% degli occupanti;
- Quadri: 4,4%;
- Impiegati: 36,1% dei lavoratori;
- Operai: 58,1%.
Per quanto riguarda il primo gruppo, i Dirigenti vedono una media di stipendio annuo pari a 103.413€, mentre chi rientra nella categoria dei Quadri, percepisce un importo di 55.632 euro all’anno, che scende a 32.174€ per gli Impiegati e a 25.522€ per gli Operai.
Mensilmente gli importi netti (si distinguono da quelli lordi perché sono state applicate le tasse) sono di 4.473€ per i Dirigenti, 2.668€ per chi rientra in un contratto come Quadri, di 1.818€ per gli Impiegati e di 1.534€ per chi ha un inquadramento da Operai.
Fonte: Osservatorio JobPricing 2023
L’incremento degli stipendi medi è stato pari al 5,5% rispetto al quinquennio precedente, con un aumento dei salari degli Operai che ha visto una crescita del 4,3%.
Tuttavia, in ambito pubblico, la crescita non è stata equivalente. Infatti, come riportato dall’ISTAT, anche se vi è stato il rinnovo di 33 contratti collettivi di lavoro (CCNL), che ha interessato 4,4 milioni di lavoratori, la crescita della retribuzione media per i salari industriali e della Pubblica Amministrazione è stata pari solo all’1,5%.
Differenza tra le diverse tipologie di retribuzioni: RAL e RGA
Quando si parla di stipendio medio in Italia è utile chiarire le due sigle:
- RAL: Retribuzione Annua Lorda;
- RGA: Retribuzione Globale Annua.
Nel primo caso, si fa riferimento all’ammontare dello stipendio senza presenza di eventuali benefit o bonus collegati al welfare aziendale. Invece, quando si parla di RGA, si identifica la somma totale della retribuzione a cui sono aggiunti anche i welfare aziendali, come per esempio i buoni pasto e la cosiddetta retribuzione variabile. Un dato che influenza molto l’importo dello stipendio di un soggetto.
Tuttavia, si deve considerare che ad oggi solo il 34% dei lavoratori, quindi 1 su 3, ha accesso ai benefit aziendali, suddivisi anche in base alla tipologia di occupazione:
- Dirigenti: 68%;
- Quadri: 53%;
- Impiegati: 38%;
- Operai: 25%.
Nella tabella seguente abbiamo riportato la quota media che viene aggiunta annualmente allo stipendio in Italia in base proprio alla presenza di premi aziendali.
Occupazione | Media welfare 2021 | Media welfare 2022 |
Dirigenti | 5.318€ | 5.103€ |
Quadri | 1.587€ | 1.579€ |
Impiegati | 790€ | 784€ |
Operai | 511€ | 505€ |
Stipendio medio in Italia e in Europa
Un dato che subito risalta, come riportato dal confronto dell’Osservatorio JobPricing, è quello secondo cui lo stipendio medio in Italia sia nettamente al di sotto rispetto ad altri Paesi.
Come riferimento è stata presa un’analisi effettuata dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nel 2023, comparando 34 Paesi in base al Potere di Acquisto (PPA) del singolo cittadino.
L’Italia si colloca solo al 23° Posto, con un PPA di 40.767 dollari, un valore nettamente inferiore alla media, che si pone intorno ai 51.606$. Se lo paragoni ai primi in classifica, gli Stati Uniti, si ha un divario di quasi 34.000 dollari. In ambito europeo questa differenza è più evidente.
Infatti, tra i 17 Paesi europei che rientrano nella classifica indicata, l’Italia va a collocarsi all’11esimo posto, venendo di gran lunga distaccata dal Lussemburgo, che ha una media di potere di acquisto pari a 77.000$, ma anche da Francia, Spagna e Germania. In media i salari degli Italiani sono annualmente più bassi tra i 3.300€ e i 3.700€.
Stipendio in Italia e cuneo fiscale
La differenza nella media del salario minimo degli stipendi degli Italiani rispetto al resto degli Stati europei si evidenzia anche per quanto riguarda il cuneo fiscale. Infatti, se da un lato il valore di soldi percepiti da un singolo lavoratore in Italia può essere equiparato a quello di alcuni dipendenti europei dal punto di vista dell’importo lordo, quando si va a considerare il salario netto, le cose cambiano drasticamente.
A incidere è proprio il cuneo fiscale, ovvero:
- le imposte personali sul reddito;
- i contributi previdenziali pagati dal lavoratore;
- i contributi IVS pagati dal datore di lavoro.
La media del cuneo fiscale, secondo le stime OCSE, applicato sullo stipendio di un lavoratore dovrebbe essere intorno al 36%, con un valore del 13% per ciò che riguarda le imposte, del 3,6% per i contributi pensionistici versati dal lavoratore e del 13,5% per quelli invece pagati dal datore di lavoro.
Le tasse in Italia incidono del 46,5%: il nostro è tra i primi 5 Paesi su 36 in Europa a presentare una pressione fiscale elevata. Con un percentuale superiore vi sono solo la Francia, con il 47%, l’Austria, con il 47,8%, la Germania e il Belgio, rispettivamente con il 48,1% e il 52,6%.
Leggi anche il nostro articolo sulle tasse versate dagli Italiani a giugno
Stipendio medio netto in Italia 2023: differenze Nord, Centro e Sud
Dirigenti | Quadri | Impiegati | Operai | |||||
RAL | RGA | RAL | RGA | RAL | RGA | RAL | RGA | |
Nord | 103.439€ | 107.986€ | 56.705€ | 57.839€ | 32.865€ | 34.554€ | 26.048 | 26.911 |
Centro | 101.978€ | 104.819€ | 55.252€ | 56.076€ | 31.814€ | 33.892€ | 25.280€ | 26.100€ |
Sud e Isole | 99.615€ | 102.148€ | 51.113€ | 56.236€ | 30.019€ | 31.848€ | 24.834€ | 25.433€ |
La media dello stipendio (RAL) su base regionale vede il Nord con un importo di 31.455€, mentre per le Regioni del centro, le retribuzioni sono pari a 30.234€, al Sud e sulle Isole si scende al valore di 27.492€. Come noti, tra il Nord e il Sud e le Isole vi è una differenza di quasi 4.000€.
Un valore che si aumenta ancor di più nel momento in cui si considerano le Retribuzioni Globali Annue (RGA), salendo a quasi 6.000€. Un gap territoriale che è collegato anche alla crescita degli stipendi negli anni: al Nord è stato del 3,9%, al Centro dello 0,1%, mentre al Sud e sulle Isole si è avuta una inflessione del -9%.
Le motivazioni sono collegabili a diversi fattori come:
- costo della vita: nelle regioni del Nord il livello dei prezzi è mediamente più alto così come la qualità di servizi e di infrastrutture;
- presenza di aziende: le imprese più grandi sono collocate proprio al Nord e al centro e, in minor percentuale, al Sud e sulle Isole;
- tasso di disoccupazione: le maggiori probabilità di accedere al lavoro determinano anche un tasso di disoccupazione più basso e, di conseguenza, percentuali di occupabilità più elevate;
- irregolarità nelle contrattazioni: al Sud e sulle Isole si evidenzia una maggiore percentuale di violazioni delle normali regole salariali e contrattuali previste dai CCNL o negli accordi tra privati.
Retribuzione media per Regioni
Regione | Media RAL 2022 |
Lombardia | 32.534€ |
Liguria | 31.592€ |
Trentino-Alto Adige | 31.314€ |
Lazio | 31.659€ |
Emilia-Romagna | 30.896€ |
Piemonte | 30.830€ |
Valle d’Aosta | 30.557€ |
Veneto | 30.409€ |
Friuli-Venezia-Giulia | 30.406€ |
Toscana | 29.478€ |
Marche | 28.504€ |
Abruzzo | 28.405€ |
Umbria | 28.068€ |
Campania | 27.352€ |
Molise | 27.169€ |
Sicilia | 27.101€ |
Puglia | 27.035€ |
Sardegna | 27.000€ |
Calabria | 26.367€ |
Basilicata | 25.710€ |
Prendendo come riferimento lo stipendio medio nazionale, nella tabella in alto abbiamo riportato la classifica effettuata dall’Osservatorio JobPricing per Regioni. Un dato evidente, se rapportato alla media annua pari a 30.284€, è che solo 5 Regioni superano questo valore. sono 5 quelle che, invece, non raggiungono il minimo medio.
A questo si aggiunge che, se si osserva l’andamento su base provinciale e comunale, tra le 107 province italiane, ai primi 10 posti della classifica compaiono le città metropolitane del Nord Italia: Milano, Trieste, Bolzano, Genova, Parma, Bologna, Varese, Torino e Monza, con una media di retribuzione tra i 32.000€ e i 35.000€.
Solo Roma, con 33.472€ di retribuzioni medie, si colloca al quarto posto, mentre se si analizzano i capoluoghi di provincia del Sud e delle Isole, si trova a metà classica, posto 43, Cagliari, con 29.439€, Palermo, a quota 60, e Bari, al 64° posto, rispettivamente con 28.269€ e 28.324€.
Napoli è invece alla posizione numero 68, con 28.035€ di stipendi medi. A chiudere la classifica si trovano città come Taranto, con 26.080€, al 100esimo posto, Crotone, con 25.455€, e Ragusa, a quota 24.129€, ultime due province italiane.
Stipendio medio netto in Italia nel 2023 per settore
A incidere sulla media degli stipendi mensili e annuali del 2023, vi sono anche i settori economici di appartenenza. Un dato che riflette le tendenze di mercato del momento, con una maggiore o minore richiesta in un comparto rispetto a un altro. Secondo il report Istat e quello dell’Osservatorio JobPricing, il settore dei Servizi Finanziari è quello che prevede uno stipendio medio più alto, pari a 44,891€.
Segue nella classifica:
- Utilities: 32.822€;
- Industria di processo: 32.196€;
- Industria manifatturiera: 30.743€;
- Servizi: 29.223€;
- Commercio: 29.106€;
- Edilizia: 27.404€;
- Agricoltura: 25.114€.
La differenza dei salari è collegata a una serie di fattori, come la tipologia di inquadramento contrattuale e la qualifica del lavoratore. Quindi, in settori in cui non è richiesta una specifica competenza o un diploma, si va ad evidenziare un netto calo della retribuzione media.
Per esempio, in un comparto come l’agricoltura, la percentuale di contratti con inquadramento Operai è pari al 95%, mentre quella di Impiegati o di Quadri è rispettivamente del 5,7% e dello 0,5%.
Invece, se valuti un’attività come quella del Commercio, Servizi o Utilities, si denota un netto equilibrio con una pari percentuale tra inquadramento di Impiegati, di Quadri e di Operai, che si aggira intorno al 36%/40%.
Quali sono gli stipendi medi più alti per settore?
Di seguito la tabella con i comparti lavorativi che prevedono una media più alta di stipendio in Italia per il 2023.
Attività | Media RAL annuale |
Banche e Servizi Finanziari | 46.354€ |
Ingegneria | 40.372€ |
Farmaceutica e Biotecnologie | 39.209€ |
Telecomunicazioni | 37.925€ |
Assicurazioni | 37.900€ |
Servizi di consulenza e Software | 37.233€ |
Aeronautica civile | 35.979€ |
Media e web | 33.921€ |
Energia e servizi ambientali | 32.822€ |
Trasporti e logistica | 31.680€ |
Arte e intrattenimento | 30.492€ |
Automotive | 29.470€ |
Moda e lusso | 28.268€ |
Edilizia | 27.404€ |
Ristorazione e alberghi | 25.885€ |
Agricoltura e allevamento | 25.114€ |
Servizi alla persona | 24.916€ |
Stipendio medio in Italia per caratteristiche individuali
Le caratteristiche individuali possono essere fattori che vanno a influenzare i valori retributivi. Per esempio, se hai più esperienza in un settore, potrai mirare a un’occupazione più soddisfacente rispetto ad un soggetto più giovane. Lo stesso vale se hai un diploma di laurea o una specializzazione rispetto a un livello di istruzione di base, come la licenza media o il diploma di maturità.
Tuttavia, un dato continua a sconcertare. Infatti, se qualifiche ed età possono rientrare tra i processi naturali che differenziano quanto un lavoratore dovrebbe ricevere, ancora oggi si riscontra un divario salariare anche per quanto riguarda le differenze di genere: le donne, in media, percepiscono meno degli uomini.
Un gap lavorativo maggiormente evidente man mano che si scende di livello sia nel settore pubblico, con una differenza del 4,1%, sia in quello privato, con una percentuale pari al 16%.
In media ecco quale è il gap salariare nel 2023:
- uomo: stipendio medio RAL 31.286€;
- donna: stipendio medio RAL 28.665€.
Stipendio medio in Italia per età
Fasce di Età | RAL | Gap |
15-24 anni | 24.588€ | 0% |
25-34 anni | 27.028€ | 9,9% |
35-44 anni | 29.831€ | 10,4% |
45-54 anni | 31.926€ | 7,0% |
55 anni in poi | 34.054€ | 6,7% |
Con l’avanzare dell’età, si evidenza una netta differenza retributiva: con l’esperienza, infatti, si acquisiscono più competenze che equivalgono a un avanzamento di carriera. Ciò determina un maggiore guadagno rispetto al livello precedente. Oltre alle competenze, ad incidere vi sono anche eventuali aumenti legati all’anzianità, previsti dai vari contratti.
Tuttavia, con il passare del tempo, l’incremento retributivo non è costante, andandosi ad assottigliare. Infatti, il gap più elevato è quello tra i 35 e i 44 anni di età, una fase in cui le opportunità di carriera e di modificare il proprio status lavorativo sono maggiori. Invece, superata questa fascia, l’aumento salariare si va nettamente ad assottigliare, riducendosi man mano che ci si avvicina alla pensione.
Retribuzione media e titolo di studio
Tipologia di istruzione | RAL media annua 2022 |
Scuola dell’obbligo | 26.410€ |
Qualifica professionale | 27.255€ |
Diploma di scuola secondaria superiore | 30.464€ |
Laurea triennale | 31.139€ |
Laurea Magistrale | 42.728€ |
Master di 1° livello | 43.227€ |
Master di 2° livello | 49.417€ |
L’istruzione incide in maniera elevata sullo stipendio medio in Italia nel 2023. In particolare, sono due i fattori da considerare:
- tipologia di istruzione;
- grado di istruzione superiore.
Nel primo caso devi distinguere tra istruzione primaria e di base, come la scuola dell’obbligo o l’ottenimento di un diploma professionale o di maturità, e il raggiungimento di una di livello superiore, come la laurea. In media un laureato guadagna il 45,5% in più, partendo da uno stipendio dai 31.000€ in su, mentre un non laureto non raggiunge questa quota.
Inoltre, altro fattore è la tipologia di istruzione superiore acquisita. Per esempio, una laurea triennale prevede un RAL con una media di 31.773€, mentre l’importo di retribuzione sale quasi del 20% se hai conseguito una Laurea Magistrale (45.595€) o un Master di primo livello (44.807€). Con un Master di secondo livello, l’importo cresce quasi del 50%, raggiungendo una media di 58.617€, con le dovute eccezioni del caso.
Stipendio medio in Italia – domande frequenti
Come riportato dall’Istat e dal report dell’osservatorio JobPricing, lo stipendio medio lordo in Italia si aggira tra i 27.000€ e i 31.000€.
Lo stipendio medio mensile in Italia varia in base alla tipologia di contratto occupazionale tra Dirigente, Quadro, Impiegato e Operaio.
Sono diversi i fattori che influenzano lo stipendio medio in Italia nel 2023: tipologia di occupazione, collocazione regionale, età, genere e livello di istruzione.