Nel mese di giugno, i contribuenti italiani hanno versato un totale di 63,9 miliardi di euro in tasse, un dato già di per sè importante al quale si aggiunge la complessità e l’onerosità del sistema fiscale in Italia.
Questa cifra, rivelata dalla Cgia, rappresenta un peso significativo per l’economia del Paese, il cui sistema fiscale appare ancora oggi confusionario anche per gli addetti ai lavori.
Secondo il rapporto “Doing Business 2020” della Banca Mondiale, l’Italia si posiziona al 137° posto su 190 per quanto riguarda la facilità di pagamento delle tasse.
Questo dato sottolinea la necessità di semplificare e alleggerire il sistema fiscale italiano, dove gli imprenditori sono sommersi da ben 80 scadenze tributarie e contributive all’anno.
Italia: 64 miliardi di tasse a giugno

Entrando nel dettaglio, è possibile notare come il totale delle tasse versate a giugno si possa suddividere in 4 diverse categorie, di seguito elencate:
- tasse sul reddito: 30,9 miliardi di euro;
- IVA: 16,9 miliardi di euro;
- contributi sociali: 10,1 miliardi di euro;
- altre tasse: 6 miliardi di euro.
Questi dati evidenziano come le tasse sul reddito rappresentino la fetta più grande del totale delle tasse versate, seguite dall’IVA e dai contributi sociali.
Complessità e onerosità del sistema fiscale italiano

Come già anticipato, un dato allarmante evidenziato dalla Cgia è la complessità e l’onerosità del sistema fiscale italiano, che rappresenta un ostacolo per le imprese e gli individui.
Il peso delle tasse in Italia è inoltre tra i più alti in Europa e nel mondo, e la complessità del sistema fiscale rende difficile per le imprese e gli individui capire e rispettare le loro obbligazioni fiscali.
Un sistema farraginoso e difficile anche per esperti, commercialisti, Caf e associazioni di categoria.
La Banca Mondiale, nel suo rapporto “Doing Business 2020”, ha evidenziato come l’Italia si posizioni al 137° posto su 190 per quanto riguarda la facilità di pagamento delle tasse.
In Europa invece, solo la Francia e il Belgio hanno evidenziato un peso fiscale superiore a quello italiano, con il Bel Paese che si posiziona al terzo posto e con numeri da copogiro:
- le ritenute Irpef che ammontano a 13,9 miliardi di euro;
- l’Iva di maggio da 13 miliardi di euro;
- l’Ires da 12,7 miliardi di euro;
- l’Imu-Tasi da 9,8 miliardi di euro;
- l’Irap da 4,9 miliardi di euro.
Questi dati sottolineano la necessità di semplificare e alleggerire il sistema fiscale italiano, inondato da ritenute Irpef, Iva, Ires, Imu, Irap, addizionali e molto altro ancora.
Inoltre, i nostri imprenditori impiegano 30 giorni all’anno, corrispondenti a 238 ore, per calcolare le imposte dovute all’erario.
Guardando i Paesi vicini, in Francia perdono solo 17 giorni (139 ore), in Spagna 18 giorni (143 ore) e in Germania 27 (218 ore), mentre la media dell’eurozona è di 18 giorni (147 ore).
Proposte per la semplificazione
Per affrontare la complessità e l’onerosità del sistema fiscale italiano, la Cgia propone una serie di misure, tra cui la semplificazione delle procedure fiscali, la riduzione del numero di tasse e l’introduzione di un sistema fiscale più equo e progressivo.
Queste proposte, se attuate, potrebbero contribuire a ridurre il peso delle tasse in Italia e a rendere il sistema fiscale più semplice e comprensibile per le imprese e gli individui.
Una strada che tuttavia il Governo sembra aver già imboccato con lo split payment, la fatturazione elettronica e l’invio telematico dei corrispettivi, volti a semplificare ed a snellire le procedure fiscali, oltre a ridurre la percentuale di evasione ai danni dello Stato.