Il valore delle azioni della First Republic Bank è crollato del -49% nella giornata di ieri, a causa di un esodo di massa registrato nei primi 3 mesi del 2023 che secondo gli ultimi dati di lunedì scorso ha comportato una perdita di circa 72 miliardi di dollari in depositi.
Se in un primo momento il pericolo di una crisi del settore bancario sembrava essere rientrata, il dato di First Republic ha certamente allarmato gli investitori e spinto giù il titolo in Borsa fino a toccare gli 8 dollari per azione.
Secondo gli analisti, il sistema bancario non dovrebbe temere importanti ripercussioni per gli istituti finanziari di medie e grandi dimensioni, tuttavia quanto accaduto a First Republic alimenta ancora forti preoccupazioni.
First Republic: che succede?

Dopo quello che è successo a Silicon Valley Bank e a Signature Bank, il crollo di Credit Suisse ed il salvataggio di First Republic, si è scatenata la paura di una crisi bancaria che oggi sembra essere contenuta, almeno secondo quanto affermano gli esperti analisti.
Tuttavia, il recente crollo in Borsa delle azioni First Republic sembra abbia riacceso un timore che si era apparentemente assopito, ma che in realtà ha spinto i correntisti dell’istituto di credito di San Francisco verso una vera e propria corsa ai prelievi nel giro di soli 3 mesi, dal periodo che va dal 1 gennaio al 31 marzo 2023.
Se alcuni esperti affermano che si tratti solo di un caso isolato, dati alla mano, First Republic ha perso circa 72 miliardi di dollari in depositi e il sentimento di paura sembra non volersi arrestare.
Nel tentativo di placare i timori è intervenuto attraverso gli organi di informazione il CEO di First Republic Mike Roffler, rassicurando gli investitori che l’emorragia sia già passata.
Secondo i dati di Roffler, già partire dallo scorso 27 marzo i depositi della First Republic si sono stabilizzati ed oggi lo status finanziario è rimasto inalterato, per cui secondo il Ceo non ci sarebbe nulla da temere.
Quotazione azioni First Republic Bank in tempo reale
Intanto il crollo delle azioni di First Republic di quasi il -50% è un dato tangibile e verificabile nel seguente grafico in tempo reale.
Previsioni su First Republic e sul sistema bancario

I problemi sui depositi di First Republic rimangono quindi oggi un valore anomalo, almeno fino a prova contraria, con la maggior parte delle banche che ha segnalato solo deflussi di piccola entità nelle ultime settimane.
Infatti, secondo un report di Goldman Sachs Research sugli utili relativi all’ultimo trimestre delle Banche statunitensi, le perdite si sono attestate mediamente a circa il 5% nei depositi.
Se analiticamente non ci sarebbe ad oggi nulla da temere, ad aumentare i timori è il prossimo aumento dei tassi di interesse che la Federal Reserve dovrebbe attuare il prossimo 3 maggio, un altro fattore che sta destabilizzando Wall Street.
Se si dovesse scatenare una crisi bancaria, a rischiare maggiormente potrebbero essere i piccoli istituti finanziari che però rappresentano oggi il 70% dei prestiti commerciali concessi alle piccole imprese.
Ciò potrebbe contagiare di fatto tanti altri settori e diffondere un’eventuale crisi con alti rischi annessi e connessi, compresa la perdita di tanti posti nei vari ambiti di lavoro. Potrebbe essere opportuno quindi valutare accuratamente le migliori banche a cui affidare i propri risparmi ed effettuare gli investimenti.