L’inflazione alta e la crisi bancaria hanno inciso in modo evidente sui mercati nazionali. Inoltre, l’aumento dei tassi e il perdurare della guerra nell’est Europa ha portato a un’imprevedibilità delle borse valori. Tuttavia, se da un lato molti trader puntano ai beni rifugio, oggi vi sono asset che attirano comunque l’attenzione, soprattutto nel comparto energetico, come le azioni Eni.
Il colosso italiano dell’energia, dopo una fase di incertezza agli inizi del 2023, ha registrato un completo recupero, con un rendimento in un anno del 41,8% e con un semestre in attivo, complici l’aumento degli utili e la capacità della società di compensare i flussi di petrolio e di gas naturale.
Inoltre, Eni può essere considerata tra le società promotrici nel contribuire alla sicurezza e all’indipendenza energetica dell’Europa e dell’Italia, grazie a un diversificazione delle fonti di energia e al processo di decarbonizzazione.
Oggi il titolo si attesta su un valore interessante per gli analisti. Può essere il momento migliore per investire? In questo articolo troverai tutti i dati su questa società, con le previsioni per il 2023 degli analisti senior della banche di investimento e dei trader esperti, oltre a i pro e i contro di inserire le azioni Eni nel tuo portafoglio titoli.
Azioni ENI: profilo società

Eni S.p.a. o Ente Nazionale Idrocarburi è una società italiana operante nel campo dell’energia, del gas e del petrolio. Oggi il Gruppo può essere considerato leader in questo settore, sia a livello europeo, sia perché posizionato all’8° posto tra le più grandi multinazionali del mondo. Infatti, Eni è presente in 69 Paesi in tutto il globo.
Le attività del gruppo possono essere divise in diverse sezioni:
- compravendita di gas e produzione elettrica
- compravendita di petrolio con raffinazione e distribuzione;
- servizi energetici;
- attività di esplorazione;
- produzione di idrocarburi;
- attività petrolchimiche.
Al primo posto si colloca il comparto della compravendita di gas e la produzione elettrica. Eni è tra i più grandi esportatori di gas naturale e produttori di energia in Europa, con 60,53 miliardi di metri cubi di gas naturale e 2.533 GW/h di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (Report azionisti Eni S.p.a.).
Nel settore servizi energetici si includono le operazioni di perforazione su terra e offshore, oltre a quelle di costruzione, manutenzione di impianti e di raffinerie. Altro comparto è quello della produzione di idrocarburi, con 1.610 Mgl boe/g per il 2022.
Il settore delle esplorazioni include tutte le attività collegate alla ricerca, progettazione e valutazione di nuovi giacimenti. Questo comparto ha avuto un incremento della produzione, grazie alle perforazioni in Algeria, Ghana, Costa d’Avorio, Congo, oltre che nel Mar Mediterraneo.
Anche il settore dei servizi energetici ha ottenuto una certa crescita, soprattutto per lo sviluppo del sistema Eni Plenitudine & Power collegato allo sviluppo e alla produzione di energia e carburanti derivanti da fonti rinnovabili. Ad oggi, sono circa 428 mila le tonnellate di biocarburanti prodotte. Infine, con circa 4,9 milioni di tonnellate di prodotti venduti, merita una menzione anche la sezione delle attività petrolchimiche.
Azioni Eni oggi in Borsa
Nome | Eni S.p.a. |
Sede | Roma, Piazzale Mattei |
Quotazione | Borsa di Milano, NYSE |
Codice ISIN | IT0003132476 |
Ticker | ENI |
Capitalizzazione di mercato 2023 | 49,989 miliardi di euro |
Fatturato 2023 (previsione) | 115,75 miliardi |
Utile netto 2023 (previsione) | 9,17 miliardi |
Dividendo | 0,94€ |
Target price 2023 | 16,62€/18€ |
Nata nel 1953 sotto la direzione di Enrico Mattei, come ente pubblico nazionale, è diventata una società per azioni nel 1992. Oggi è quotata sia al FTSE MIB con il ticker ENI, sia al NYSE di New York, con il codice E.
La sua capitalizzazione attuale ha raggiunto i 49,9 miliardi di euro, con un fatturato che, nel primo semestre, è leggermente in decrescita, con 115,60 miliardi (rispetto ai 127 miliardi del 2022).
Come indicato da un report del Financial Times, l’utile netto era migliorato di oltre il 138%, nel 2022, passando da 5,8 miliardi del 2021 a poco meno di 13 miliardi, ma per il 2023 si prospetta una riduzione degli utili a circa 11 miliardo di euro.
Una contrazione collegata a un calo del prezzo del petrolio Brent del 30%, oltre a una stabilizzazione di quello del gas e ai margini di raffinazione, che sono in calo del 60%.
Tuttavia, questi dati non sembrano preoccupare gli investitori. Infatti, dopo un momento di incertezza che ha visto la quotazione di Eni perdere un 10% del loro valore, le azioni Eni hanno invertito il trend, con una crescita di oltre il 25% e attestandosi a quota 15€. Può essere questo il momento per investire?
Azioni Eni: previsioni 2023

Per rispondere a questo quesito è utile esaminare quali siano gli elementi che potrebbero determinare, in modo significativo, la quotazione nel breve, medio e lungo termine, secondo i principali analisti delle banche di investimento:
- business model;
- diversificazione dei giacimenti;
- comparto green;
- competitor;
- principali sviluppi del business
Azioni Eni: business model
Il business model di Eni si basa su un sistema flessibile, che ha permesso alla società di adattarsi ai cambiamenti economici in modo rapido. L’esempio è stato lo scoppio della guerra nell’Est Europa, che ha visto il Gruppo essere tra le società promotrici di nuovi programmi di sicurezza energetica, finalizzati a rendere indipendente l’Italia e l’Europa nella fornitura e raffinazione delle materie prime.
La strategia alla base di Eni è quella di dare valore a tutti i settori (stokeholder) che fanno parte della catena di produzione energetica. In particolare, il business model si fonda su tre elementi:
- eccellenza operativa: il gruppo pone attenzione a valorizzare ogni attività, a migliorare la sicurezza delle persone e l’integrità di ogni asset, oltre a mantenere diversificate le entrate;
- neutralità carbonica: è tra le aziende più grandi al mondo nella lavorazione dei combustibili fossili ad avere iniziato un percorso di decarbonizzazione che la porterà, per il 2050, a ridurre a zero le emissioni di C02 collegate alla produzione di energia;
- alleanze per lo sviluppo: Eni migliora la qualità dei Paesi in via di sviluppo in cui effettua le trivellazioni o installa un pozzo di estrazione, promuovendo progetti sociali oltre allo sviluppo di energie rinnovabili.
Diversificazione dei giacimenti
Giacimento nuovi | Percentuale di produzione | Data di inizio estrazione |
Norvegia | 65% | 2024-2026 |
Messico | 100% | 2022 |
Algeria | 78% | 2022 |
Libia | 55% | 2024 |
Italia | 70% | 2024 |
Egitto | 78% | 2024 |
Angola | 25% | 2022 |
Mozambico | 30% | 2022 |
Costa d’Avorio | 83% | 2023 |
Congo | 65% | 2023 |
Cipro | In fase di sviluppo | Non ancora calcolato |
Indonesia | 65% | 2024 |
Le attività di Eni sono presenti in tutto il mondo (report Eni 2023), distribuite nel seguente modo:
- Europa: 29 Paesi;
- Asia e Oceania: 19 Stati;
- Africa: 13 Paesi;
- Americhe: 7 Stati.
In totale, i settori esplorazione ed estrazione prevedono circa 37 impianti, con 19 strutture specializzate per la produzione di gas, più di 40 stabilimenti legati alla raffinazione e ai prodotti chimici e 14 sedi Plenitude & Power.

Un sistema che ha permesso di diversificare la produzione energetica e le forniture anche in momenti difficili, mantenendo un flusso di cassa costante. A questo si aggiunge l’eventuale scoperta di nuovi giacimenti, come quello nei fondali al largo di Cipro, su cui Eni possiede il 50% di diritti di estrazione in partnership con la società TotalEnergies.
Comparto green

Nella fase dell’emergenza sanitaria da Covid-19, il settore dell’eolico e del solare ha avuto una crescita del 65%. Eni non si è fatta trovare impreparata, continuando a mantenere la leadership anche contro i competitor specializzati nel campo dell’energia pulita, come Iberdrola.
Basta ricordare che, a settembre 2022, l’Agenzia esecutiva europea per il clima e l’ambiente (CINEA) aveva accettato il progetto di Eni, il Be Charge: il fine era quello di creare una rete di ricarica per veicoli elettrici ad alta velocità in tutta Europa, lungo le autostrade, nelle aree di parcheggio e nei principali nodi urbani.
A maggio del 2023 la Commissione Europea e Cassa Depositi e Prestiti hanno assegnato al progetto un ulteriore finanziamento di 100 milioni di euro, ponendo come obiettivo di realizzare oltre 2.000 punti di ricarica per il 2025.
Il settore Plenitude & Power ha ottenuto una crescita rispetto al primo semestre del 2022 pari al 18%, con un utile operativo adjusted di 0,17 miliardi di euro. Ciò è stato possibile grazie a un aumento delle attività retail e alla crescita dei GW/h di energia rinnovabili, collegata alla messa in funzione di nuovi impianti eolici e fotovoltaici.
Azioni Eni: competitor

Il settore dell’energia prevede un’elevata concorrenza di aziende storiche e di alcune nuove. Per esempio, sul territorio nazionale il confronto Eni ed Enel Spa è inevitabile.
Anche questa società nasce sotto il controllo dello Stato italiano, per poi essere nazionalizzata nel 1999. Oggi è l’azienda a più alta capitalizzazione in Italia, con un market cap di 60,65 miliardi di euro e leader nella produzione di energia. Tuttavia, Eni è riuscita a crearsi la sua nicchia di mercato, grazie alla flessibilità del suo business model e portandosi avanti nell’ambito delle energie pulite.
Un’altra società che può minacciare l’espansione del mercato energetico è la spagnola Iberdrola, oggi considerata tra le più grandi compagnie elettriche in Spagna e al terzo posto in Europa.
In questo caso, Eni ha il vantaggio di avere una diversificazione del suo business model anche per ciò che riguarda il settore delle esplorazioni e degli idrocarburi. Infine, l’ultimo confronto è quello con la società TotalEnergies, la ex Total. Un’azienda francese molto simile come struttura a Eni, con una capitalizzazione di mercato di oltre 154,64 miliardi di euro.
Principali sviluppi del business
Infine, anche le notizie di eventuali acquisizioni, partnership o di sviluppo di specifici progetti possono incidere in modo positivo o negativo sull’andamento della quotazione delle azioni Eni.
In estate la società ha firmato l’acquisizione di Neptune Energy, un’azienda leader nell’esportazione di gas a livello globale. Un accordo che permetterà ad Eni di rafforzare la sua posizione in aree geografiche come Regno Unito, Algeria, Indonesia e Australia.
A giugno è stato firmata, con la società Parendo, la vendita per la partecipazione dei diritti di estrazioni in Congo, con un transazione di 300 milioni di dollari. Ciò offrirà una maggiore presenza di Eni in questa regione.
Invece, a luglio la società ha assorbito gli asset offshore di Chevron in Indonesia, permettendo al Gruppo di velocizzare i processi di estrazione nei pozzi collegati agli asset di Neptune Energy.
Infine, di un certo interesse può essere anche l’acquisizione di Helios UK (Spagna) proprietaria di due impianti fotovoltaici nella regione di Albacete, con una capacità complessiva di 96 MWp.
Azioni Eni: Dividendo 2023

La società Eni ha iniziato la distribuzione dei dividendi nel 1996. Da quell’anno è stata prevista sempre la divisione di parte degli utili agli azionisti, anche durante la fase di Covid-19.
Uno sforzo effettuato dall’azienda e che dimostra la sua stabilità e i vantaggi che puoi avere nell’inserirla all’interno del tuo portafoglio. Come dichiarato dalla Governance, l’importo di utili che ogni anno verrà distribuito sarà tra il 25% e il 30%, suddiviso tra dividendi e buyback.
Per il 2023 Eni ha annunciato che il dividendo annuo sarà di 0,94€ ad azione, suddiviso in 4 rate trimestrali. Un valore in aumento del 7% rispetto al 2022. Inoltre, devi considerare che una parte degli utili vengono impiegati per il buyback. Questo termine identifica il riacquisto delle azioni in circolazione eseguito dalla società.
Per il 2023 è stato programmato un riacquisto di 2,2 miliardi, che si aggiungono ai 2,4 miliardi dell’anno precedente. Una strategia utile al fine di stabilizzare il prezzo ed evitare una frammentazione degli asset tra i piccoli investitori, che può determinare un aumento della volatilità.
Leggi anche la nostra guida sulle società italiane con più alti dividendi
Azioni Eni: target price

Conviene investire nelle azioni Eni oggi? A questo punto vediamo cosa dicono gli analisti esperti delle banche di investimento.
Secondo Jon Rigby analista senior di UBS, le azioni Eni sono da acquistare, prevedendo il raggiungimento di un target price a 16,50€ per il 2025.
Anche Giacomo Romeo, della banca di investimento Jefferies, in una recente intervista, ha espresso la sua convinzione di una futura crescita di Eni: il prezzo obiettivo posto è a 18€. Un giudizio più moderato è stato espresso da James Hubbard di Deutsche Bank.
Infatti, come dichiarato, il prosieguo della guerra in Europa potrebbe portare a un nuova fase di instabilità del prezzo del gas e dell’energia e per questo ha posto un target price di 15,80€. Infine, per Biroj Borkhataria di RBC Capital, il titolo Eni è in una fase di ipercomprato: ha quindi posto il prezzo obiettivo a 14,90€, con il consiglio di vendere.
Come comprare Azioni Eni

Se vuoi investire in azioni Eni, devi registrarti a una piattaforma di trading autorizzata. Oggi sono diversi i broker che ti permettono di operare con strumenti professionali sulle borse valori.
Quali scegliere? Il nostro consiglio è in primo luogo quello di valutare solo le piattaforme autorizzate dai principali organi finanziari, come la Consob italiana, il CySEC cipriota l’FCA inglese o con un riconoscimento da parte di una Banca Centrale (BCE e FED). Nella tabella seguente abbiamo riportato i migliori broker europei autorizzati.
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Azioni Eni: Domande Frequenti
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Come dichiarato dalla governante di Eni, per il 2023 si prevede un dividendo di 0,94€ per azioni, suddiviso in quattro rate trimestrali.
Il titolo Eni ha ottenuto, nell’ultimo anno, una crescita della quotazione del 41%, in controtendenza al calo del petrolio e del prezzo del gas. Scopri le motivazioni con l’analisi completa del titolo Eni in Borsa.