Il BTP (acronimo di Buono del Tesoro Poliennale) è un titolo di Stato italiano a medio-lungo termine. È uno strumento di investimento a reddito fisso, pensato per chi cerca rendimenti costanti nel tempo e una programmazione affidabile dei flussi di cassa. È uno dei pilastri dell’offerta del Tesoro italiano sul mercato obbligazionario.
La sua struttura è simile a un’obbligazione. Il BTP paga una cedola fissa ogni sei mesi: chi lo acquista riceve un interesse regolare fino alla data di scadenza. Alla fine del periodo, il capitale inizialmente investito viene rimborsato per intero. Il rimborso avviene in un’unica soluzione e sempre alla pari, cioè al valore nominale del titolo.
È uno di quegli investimenti definiti sicuri, perché garantiti dallo Stato italiano. L’unico rischio è quello di default (insolvenza) dell’intero Paese: se l’Italia dichiarasse bancarotta, allora i Titoli di Stato come i BTP sarebbero a rischio. Ma si tratta comunque di una possibilità remota o comunque molto bassa.
Durata e caratteristiche
Le scadenze disponibili vanno da un minimo di 18 mesi fino a un massimo di 50 anni. Le durate standard sono 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni. Oltre a queste, il Tesoro può emettere anche titoli a 5 anni e mezzo, 10 anni e mezzo, 15 anni e mezzo o 31 anni. Lo fa per facilitare la gestione delle riaperture e garantire che il titolo, una volta tornato sul mercato, abbia una durata residua vicina a una di quelle standard.
Dal punto di vista della valuta, i BTP sono emessi in euro. Offrono una remunerazione fissa, con cedole posticipate semestrali. A questa si può aggiungere uno scarto di emissione, che dipende dal prezzo a cui il titolo viene collocato.
Quanto rende un BTP
Il rendimento dipende da diversi fattori. Primo tra tutti, la durata. Più il titolo è lungo, maggiore sarà la cedola, in linea generale. Le cedole sono sempre fisse, ma il rendimento effettivo dipende anche dal prezzo di acquisto del titolo, che può essere superiore o inferiore alla pari.
Se si acquista un BTP sotto la pari, cioè a un prezzo inferiore al valore nominale, il rendimento effettivo sarà più alto. Se invece si paga un prezzo sopra la pari, il rendimento sarà inferiore rispetto alla cedola dichiarata.
Un esempio pratico
Immaginiamo un BTP a 10 anni con una cedola annua del 4%, pagata in due rate semestrali del 2%. Se lo si acquista alla pari, si incassa esattamente il 4% l’anno. Se però il titolo viene acquistato sul mercato secondario al 98% del valore nominale, il rendimento sarà leggermente più alto. Viceversa, se il titolo costa 102, il rendimento effettivo scenderà sotto il 4%, anche se la cedola resta invariata.
Come si acquista un BTP
Chi vuole investire in BTP può farlo in due modi. O lo acquista all’asta, attraverso un intermediario abilitato, oppure lo compra sul mercato secondario. Le aste sono riservate agli operatori istituzionali, che possono presentare fino a cinque richieste, ciascuna di almeno 500.000 euro.
L’asta si basa su un meccanismo marginale con prezzo e quantità determinati in modo discrezionale dal Tesoro. Le aste si tengono due volte al mese, con un calendario preciso: la seconda settimana del mese per i titoli a 3 e 7 anni (e, quando richiesto dal mercato, per i titoli a 15 e 30 anni); l’ultima settimana del mese per i BTP a 5 e 10 anni.
Per i cittadini privati, invece, l’accesso avviene attraverso il mercato secondario. Qui si possono acquistare BTP a partire da un taglio minimo di 1.000 euro. Le piattaforme più utilizzate sono il MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni) e le altre piattaforme regolamentate, dove vale il principio della best execution introdotto dalla normativa Mifid.
Piattaforme d’investimento per comprare BTP






BTP vs BOT
La differenza principale tra BTP e BOT riguarda la durata e la struttura del rendimento. I BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, sono titoli a breve termine: generalmente hanno una scadenza massima di 12 mesi e non pagano cedole.
Il rendimento di un BOT deriva dallo scarto di emissione: si acquistano sotto la pari e si rimborsano alla pari. I BTP invece hanno durate molto più lunghe e prevedono un flusso costante di cedole semestrali. Sono quindi strumenti adatti a obiettivi di investimento diversi.
BTP, BTP Italia e BTP Valore: le differenze
Non tutti i BTP sono uguali. Il BTP “classico” paga cedole fisse e si rivolge a un pubblico generalista.
Il BTP Italia è pensato per proteggere dall’inflazione: è indicizzato al FOI, l’indice dei prezzi al consumo senza tabacchi. Paga cedole semestrali che seguono l’andamento del costo della vita e ha caratteristiche pensate per i risparmiatori privati.
Il BTP Valore, invece, è un titolo relativamente recente. Anch’esso è riservato ai piccoli risparmiatori, si sottoscrive solo online tramite home banking o in banca, e prevede premi fedeltà per chi lo tiene fino alla scadenza.