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Come iniziare a investire in azioni: guida in 5 passi per principianti

Come si inizia a investire in borsa? Quali sono le regole base da conoscere per comprare le azioni? I consigli del consulente finanziario

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Hai sentito più volte parlare di azioni ma non sai cosa sono, come funzionano e come si fa ad investire in azioni?

Bene, in questo articolo forniamo una guida semplice e pratica che, punto dopo punto, ti aiuterà ad approcciare e comprendere meglio l’investimento in azioni e strumenti azionari.

1) Impara cosa sono le azioni

Il mercato azionario, più comunemente chiamato con il termine di “borsa” (un tempo “borsa valori”) è un luogo, oggi digitale ma una volta fisico, in cui tutte le aziende che lo desiderano e che hanno determinati requisiti per farlo possono offrire al pubblico una parte delle loro quote di partecipazione.

Queste quote, non sono altro che piccoli “pezzi” della società, sono per l’appunto chiamate “azioni”.

Perché le aziende si quotano in borsa?

Le aziende hanno interesse ad emettere azioni in quanto le vendite delle azioni consentono loro di raccogliere dei capitali che possono utilizzare in vari modi, al fine di sviluppare la propria attività e ottenere maggiori profitti dal business aziendale.

Alcuni esempi di impiego delle risorse possono essere: saldare i debiti, lanciare nuovi prodotti, espandersi in nuove aree commerciali, ampliare le strutture, investire in pubblicità, comprare dei nuovi macchinari, etc.

Chi è l’azionista

Chi compra un’azione viene definito con il termine di “azionista”: un soggetto che diviene azionista di una società ha come obiettivo quello di realizzare un profitto tramite la compravendita delle azioni.

Acquistando azioni quando il prezzo è basso, per poi venderle quando il prezzo è più alto.

Questo, chiaramente, non è l’unico modo per ottenere profitti negoziando azioni in borsa, ma è il più diffuso e semplice da comprendere.

Un altro modo è di ottenere profitto è quello di ricevere i cosiddetti dividendi azionari: alcune aziende, per esempio, distribuiscono una parte dell’utile societario agli azionisti, offrendo loro una remunerazione ulteriori sulle azioni da loro detenute.

2) Comprendi il funzionamento del mercato azionario

Quali sono gli elementi (in inglese “driver”) che influenzano e contribuiscono a quantificare il valore delle azioni? Sono molti, ma ecco alcuni dei principali.

Bilancio

I dati di bilancio, definiti anche come i “fondamentali”, costituiscono il primo vero driver della valutazione dei titoli azionari, in tutte le fasi di mercato.

Particolare attenzione viene posta dagli investitori sull’ultima riga del conto economico, ossia la voce che riporta il valore degli utili aziendali, ossia i profitti che la società è in grado di generare.

Le aziende sono solite rilasciare aggiornamenti circa l’andamento dei loro business attraverso pubblicazioni di reportistica con periodicità trimestrale, semestrale e annuale.

News aziendali

In generale, una buona notizia influenza il titolo spingendolo ad un prezzo più alto, mentre una cattiva notizia potrebbe farlo scendere.

Ad esempio, una notizia che riporta la denuncia sporta contro un’azienda per violazioni civili o penali, potrebbe comportare una caduta del titolo azionario, almeno nel breve termine.

Viceversa, una news riportante un nuovo accordo di sponsorizzazione tra l’azienda ed un personaggio famoso potrebbe avere un impatto positivo sulle vendite dei prodotti dell’azienda: di conseguenza le azioni della stessa potrebbero beneficiarne.

Novità del settore

Se l’intero settore a cui appartiene l’azienda sta crescendo, ad esempio a causa di una nuova legge che consente una particolare agevolazione fiscale, è probabile che le azioni della singola società potrebbero assistere ad un rialzo generale.

Politiche monetarie

Le decisioni prese dalle banche centrali in tema di tassi d’interesse possono impattare le azioni in vari modi.

Ad esempio, se i tassi d’interesse rimangono alti per un lungo periodo di tempo gli investitori più prudenti e più avversi al rischio potrebbero decidere di vendere le loro partecipazioni azionarie in favore delle obbligazioni, titoli finanziari con minori rischi e considerati più “sicuri”.

3) Comprendi i rischi del comprare azioni

Altro importantissimo punto da comprendere: se sei interessato a comprare delle azioni, devi sapere che il tuo capitale è a rischio.

Non esiste alcuna garanzia che la società di cui detieni le azioni crescerà e andrà bene, devi quindi essere consapevole che l’investimento in azioni potrebbe farti perdere denaro.

Le partecipazioni azionarie, infatti, fanno parte del cosiddetto capitale di rischio: se una società fallisce e le sue attività vengono liquidate, gli azionisti comuni sono gli ultimi in fila a condividere i proventi.

Gli obbligazionisti della società verranno pagati per primi, poi i detentori di azioni privilegiate: se sei dunque un azionista comune verrai liquidato solamente in ultima istanza, in via residuale.

4) Scegli un broker

Per iniziare ad investire in azioni hai diverse possibilità, puoi infatti:

  • Aprire un conto presso una banca e chiedere di poter disporre di un “dossier titoli”: questa operazione si può effettuare in autonomia o chiedendo il supporto di un consulente finanziario.
  • Rivolgersi alle cosiddette SIM (Società di Intermediazione Mobiliare), ossia soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari vigilati, che possono svolgere attività di negoziazione su titoli per conto proprio o per conto terzi, anche nei confronti del pubblico.
  • Aprire un conto presso una piattaforma di trading online ed acquistarle in autonomia

Quest’ultima opzione, benché forse la più rapida e accessibile, potrebbe non essere la migliore per chi approccia il mercato azionario per la prima volta in quanto richiede competenze ad un livello avanzato.

Le differenze tra investire in azioni tramite un intermediario bancario, una SIM o una piattaforma di trading online sono prevalentemente:

  • La possibilità di accedere ai servizi offerti dall’intermediario
  • I costi applicati
  • Il regime fiscale
Disclaimer FinanzaDigitale seleziona le migliori piattaforme di trading in maniera indipendente. Tuttavia, se apri un conto passando da un nostro link, potremmo ricevere una commissione dal broker.
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Aggiornato al: 29 Aprile 2024

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Piattaforma di trading: broker o banca?

La scelta dell’intermediario può richiedere tempo e mettere l’investitore inesperto di fronte a una dura decisione. Meglio appoggiarsi un broker online (eToro, Scalable, DEGIRO, Plus500) oppure a una banca (Fineco, Mediolanum, Intesa)?

È risaputo che i principali broker online offrono piattaforme di trading con condizioni più competitive dal punto di vista dei costi di transazione, ossia delle commissioni che il cliente deve pagare all’intermediario per poter effettuare l’acquisto dei titoli.

Questa considerazione non è sempre valida in termini assoluti. Infatti, molto dipende dagli strumenti che si vogliono acquistare, dagli importi, dal listino di borsa sul quale viene inserito l’ordine, e da altri fattori.

Un conto bancario abilitato agli investimenti offre sicuramente più servizi al cliente. Basti pensare a tutti i servizi lato banking che un cliente potrebbe necessitare, come la possibilità di disporre bonifici, di avere una carta di pagamento, di poter accreditare lo stipendio, di poter agganciare le utenze al conto, etc.

La scelta del broker con cui investire pertanto è soggettiva, e deve essere fatta solo dopo aver valutato con raziocinio le opzioni che il mercato offre.

5) Scegli il Regime fiscale

Essendo l’obiettivo di ogni investitore quello di massimizzare il profitto, per raggiungere tale obiettivo l’aspetto fiscale è sicuramente di grande rilevanza.

In Italia, ogni investitore che decide di aprire un “conto titoli” o “dossier titoli”, ossia una sorta di scatola che si appoggia al conto corrente, all’interno della quale vengono inseriti gli investimenti finanziari effettuati dall’intestatario del conto, si trova di fronte alla scelta del regime fiscale da applicare:

  • amministrato (dichiarazione a carico dell’intermediario);
  • dichiarativo (a carico dell’investitore).

La scelta fra l’applicazione di un regime dipende principalmente da due fattori:

  1. Le esigenze fiscali dell’investitore
  2. Le competenze dell’investitore in tema di diritto tributario e dichiarazione dei redditi

Il regime amministrato (il più consigliato) è senz’altro più semplice e adatto a chi non vuole preoccuparsi troppo della gestione fiscale dei propri investimenti.

Optando per tale regime, infatti, l’investitore delega il proprio intermediario (broker o banca) per quanto riguarda tutti gli adempimenti di natura fiscale: sarà dunque l’intermediario a calcolare, per ogni operazione, le eventuali imposte dovute al fisco e a versarle a seconda dell’aliquota pro tempore.

L’adesione al regime dichiarativo, più flessibile ma più complesso e articolato, richiede il possesso di conoscenze specifiche delle normative fiscali, in quanto l’impegno documentale in sede di dichiarazione dei redditi è indubbiamente maggiore.

È importante dunque valutare attentamente i pro e i contro dei regimi fiscali che il legislatore mette a disposizione prima di prendere una decisione, tenendo presente le proprie esigenze e competenze in materia.

Consulente finanziario

Consulente finanziario in libera professione ed educatore finanziario. Semplifico la finanza e accompagno le persone ad una gestione efficiente del denaro.

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