Secondo uno studio condotto da Coldiretti, questa estate si preannuncia la più cara degli ultimi decenni e i motivi sono pressoché imputabili all’inflazione, la più alta degli ultimi 40 anni.
Eppure la forte pressione inflazionistica potrebbe non essere l’unico motivo a determinare conseguenze economiche nelle tavole degli italiani.
Quante volte ti sarà capitato di notare prodotti alimentari di volume inferiore, ma vendute allo stesso prezzo? Si tratta della Shrinkflation e non è una pratica illegale, ma è bene conoscerla e prestare più attenzione quando si va a fare la spesa.
La Shrinkflation infatti è un fenomeno che sta interessando sempre più prodotti sul mercato, ma cosa si cela dietro questa parola? Scopriamo insieme cos’è e quali sono gli esempi più comuni.
Che cos’è la Shrinkflation?

La Shrinkflation è un termine composto dalle parole inglesi shrink che significa rimpicciolire e inflation che significa inflazione.
In italiano si traduce in sgrammatura, o riporzionamento, e si verifica quando le confezioni dei prodotti vengono ridotte in dimensioni o peso, ma il prezzo rimane invariato o addirittura aumenta.
In altre parole, i consumatori pagano lo stesso prezzo, o più, per meno prodotto. Questo fenomeno è spesso utilizzato dalle aziende per far fronte all’aumento dei costi di produzione, senza dover aumentare direttamente il prezzo dei loro prodotti.
Prodotti colpiti dalla Shrinkflation

La Shrinkflation può interessare una vasta gamma di prodotti, dai beni di consumo agli alimenti.
Ecco alcuni esempi comuni per evitare brutte sorprese nel carrello della spesa:
- prodotti alimentari: snack, cioccolato, biscotti, gelati e altri prodotti confezionati possono subire la shrinkflation. Ad esempio, una tavoletta di cioccolato potrebbe passare da 100 grammi a 90 grammi, mantenendo lo stesso prezzo;
- prodotti per la casa: detersivi, saponi, carta igienica e altri prodotti per la pulizia possono essere colpiti dalla shrinkflation. Un esempio potrebbe essere un flacone di detersivo che passa da 1 litro a 900 millilitri, ma il prezzo rimane invariato;
- prodotti di bellezza: creme, shampoo, balsami e altri prodotti cosmetici possono subire la Shrinkflation. Ad esempio, un flacone di shampoo potrebbe passare da 500 millilitri a 450 millilitri, mantenendo lo stesso prezzo.
Le conseguenze della shrinkflation
La Shrinkflation potrebbe avere diverse conseguenze sia per i consumatori che per le aziende.
Andiamo ad analizzare più da vicino quali sono rischi derivanti dalla pratica di Shrinkflation:
Per i consumatori
- diminuzione del potere d’acquisto: i consumatori ricevono meno prodotto per lo stesso prezzo, il che significa che il loro potere d’acquisto diminuisce;
- aumento della spesa: i consumatori potrebbero dover acquistare più prodotto per soddisfare le loro esigenze, il che potrebbe portare ad un aumento della spesa complessiva;
- percezione negativa delle aziende: i consumatori potrebbero percepire le aziende che praticano la Shrinkflation come disoneste o ingannevoli, il che potrebbe danneggiare la loro reputazione e la fedeltà dei clienti.
Per le aziende
- riduzione dei costi di produzione: la Shrinkflation permette alle aziende di ridurre i costi di produzione, mantenendo al contempo i prezzi dei prodotti invariati o aumentandoli leggermente;
- competitività sul mercato: le aziende che praticano la Shrinkflation possono mantenere prezzi competitivi rispetto ai concorrenti che aumentano direttamente i prezzi dei loro prodotti;
- rischio di perdita di clientela: se i consumatori si accorgono della Shrinkflation e ne sono insoddisfatti, potrebbero scegliere di acquistare prodotti di altre aziende che non praticano questa strategia.
In buona sostanza, è importante per i consumatori essere consapevoli del fenomeno della Shrinkflation e valutare attentamente i prodotti che acquistano, tenendo conto delle dimensioni, del peso e del prezzo.