Per la prima volta dal febbraio del 2021, la Cina affronta la deflazione e i prezzi al consumo cedono a luglio lo 0,3% su base annua.
Questo fenomeno economico che si verifica quando il livello generale dei prezzi dei beni e servizi scende, sta causando preoccupazione a livello globale.
Un’altra doccia fredda quindi, dopo i dati negativi arrivati sull’import che scende del -12,4% e sull’export che cala del -14,5%.
Ma quali sono le cause di questa deflazione e quali potrebbero essere le sue conseguenze? Esaminiamo i dati e gli scenari su scala internazionale.
Cina in deflazione: cause e conseguenze

Quando la fine delle restrizioni per contenere i contagi da Covid-19 sembrava aver mostrato segnali di ripresa economica, ecco che la Cina subisce un’altra battuta d’arresto a causa della minor domanda di consumatori e aziende.
Dal report relativo al mese di luglio dell’Ufficio nazionale di statistica è emerso che l’indice dei prezzi al consumo è sceso del -0,3%, mentre l’indice dei prezzi alla produzione è calato del -4,4%.
Come se non bastasse, a tutto ciò si aggiunge anche il crollo del mercato immobiliare che sta rallentando la ripresa economica del Paese.
La diminuzione della domanda interna e l’abbassamento dei prezzi delle materie prime sono le principali cause che ha portato a una riduzione dei prezzi al consumo, innescando un circolo vizioso di deflazione.
Le conseguenze di questa situazione sono molteplici. Da un lato, la deflazione può portare a un aumento del potere d’acquisto dei consumatori.
D’altro canto, può anche causare una diminuzione degli investimenti, con conseguente rallentamento della crescita economica cinese e anche a livello globale.
Il quadro economico cinese

Se in occidente si combatte ancora contro l’inflazione, in Cina i consumatori rimandano gli acquisti, sperando in un abbattimento dei prezzi.
Ciò generare un calo della domanda e le aziende si vedono costrette a ridurre la produzione, con conseguenze che si ripercuotono sui lavoratori a rischio licenziamento.
Eppure i primi segnali potevano essere individuati nei dati del periodo aprile-giugno, con il PIL che ha registrato un +0,8%, in calo rispetto al +2,2% del primo trimestre del 2023.
Anche il tasso di disoccupazione giovanile, giunto al 21,3%, può essere considerato un vero e proprio campanello d’allarme.
Secondo gli esperti analisti di Bloomberg, la deflazione in Cina potrebbe essere solo temporanea e si attende l’intervento del Governo cinese per risolvere l’attuale situazione.
Gli scenari mondiali

La deflazione in Cina potrebbe avere ripercussioni a livello globale.
Il Paese è infatti la seconda economia mondiale e un importante motore di crescita.
Pertanto, qualsiasi rallentamento dell’economia cinese può avere effetti significativi sull’economia negli altri Paesi, compreso l’occidente.
Alcuni analisti temono che la deflazione cinese possa innescare una spirale deflazionistica a livello globale, con conseguenze potenzialmente devastanti.
Tuttavia, altri ritengono che la Cina possa riuscire a gestire la situazione, grazie alle sue ampie riserve di valuta estera e alla sua capacità di implementare politiche di stimolo economico.
Quello che è certo è che la situazione merita di essere monitorata attentamente. La deflazione in Cina non è solo un problema cinese, ma un problema internazionale.
Non è un caso che anche la Borsa asiatica abbia risentito della deflazione in Cina, con il Nikkei, l’Hang Seng e Shanghai in calo, i cui dati preoccupato le Borse europee e Wall Street.