La difficile situazione internazionale scatenata dal conflitto tra Russia ed Ucraina e l’inflazione galoppante che in alcuni casi ha raggiunto i suoi massimi storici complica la crescita economica italiana e non solo.
Secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, gli aggiornamenti del World Economic Outlook prevedono un’importante frenata del Pil italiano che scende ad un +2,3%, rispetto al + 3,8% dello scorso gennaio.
Considerando il parametro risalente ad ottobre del 2021, quando la percentuale di crescita era stimata al +4,2%, il decremento risulta molto più gravoso.
La situazione economica italiana si fa ancora più allarmante guardando le previsioni diramate dal Fondo Monetario Internazionale per l’anno 2023. Un ulteriore ribasso dello 0,5% che schiaccia il Pil ad un +1,7% per il prossimo anno.
Le stime del FMI appiattiscono drasticamente la crescita economica italiana nel 2027, anno in cui secondo le previsioni odierne il Pil toccherà appena lo 0,5%.
Dati negativi che rischiano di mandare letteralmente in fumo circa 27 miliardi di euro, a causa dell’attuale instabilità geopolitica internazionale.
Una battuta d’arresto che rischia di cancellare con un colpo di spugna i risultati registrati nel periodo post-covid del 2021, quando le stime al +6,2% furono superate da un interessante +6,6%, dopo il disastroso -9% del 2020.
Frena la crescita dell’eurozona e del resto del mondo
Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale tagliano le gambe all’Italia, ma non va certamente meglio negli altri Paesi dell’eurozona e del resto del mondo.

Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, il Pil mondiale potrebbe registrare una crescita del 3,6%, corrispondente ad un calo dello 0,8% in rapporto alle previsioni dello scorso gennaio.
Leggermente peggio per i Paesi dell’eurozona, i cui dati previsionali forniti da FMI mostrano un +2,8%, in calo rispetto alle stime di gennaio che prevedevano un +3,6%.
L’eurozona registra un calo significativo e l’Italia si colloca in prima posizione tra i Paesi che rischiano di subire un decremento della crescita economica, ma la situazione non migliora neppure guardando il resto del continente.
Anche la Germania subisce dati previsionali negativi attestabili al +2,1% e ben al di sotto della media europea prevista ad inizio 2022.
La Francia invece dovrebbe raggiungere il +2,9%, mentre la Spagna il +4,8%.
Dando un’occhiata al di fuori dell’Unione Europea, la Gran Bretagna e gli USA prevedono di raggiungere un prodotto interno lordo del +3,7%, mentre la Cina crescerà del +4,4%.
I motivi della mancata crescita previsionale
Contrariamente alle previsioni del Ministro dell’Economia Daniele Franco che stimava al +4% la crescita del Pil italiano, dai dati previsionali emanati dal Fondo Monetario Internazionale, si evince come i Paesi dipendenti dalla Russia subiscano fortemente un brusco calo del Pil.
Nello specifico, Italia e Germania soffrono maggiormente la dipendenza da Mosca, sia per quanto concerne le materie prime, sia per quanto riguarda i settori manifatturieri ed energetici.

Soffrono di meno quei Paesi che invece sono riusciti nel tempo ad investire e ad acquisire una maggiore indipendenza nei vari settori.
Una dipendenza che in un periodo così difficile rischia di fatto di compromettere il prodotto interno lordo nazionale.