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Minusvalenze: cosa sono e come recuperarle

Recuperare le minusvalenze generate nei propri portafogli è uno dei temi più caldi per gli investitori. Scopri come funziona.

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minusvalenze

Non sempre un investimento può andare bene. A volte, si è costretti a chiudere un investimento incassando una somma minore rispetto a quella che abbiamo investito.

Le operazioni in perdita possono generare una minusvalenza. Dal punto di vista fiscale, è possibile compensare le minusvalenze generate da un cattivo investimento andando a pagare meno imposte.

Ecco perché tutti gli investitori dovrebbero conoscere cos’è come si recupera una minusvalenza. Vediamolo insieme.

Cosa sono le minusvalenze

Prima di entrare nel vivo, partiamo dalle basi, chiarendo cosa sono le minusvalenze.

Le minusvalenze sono le perdite subite nell’investire il proprio denaro sui mercati finanziari e rappresentano la differenza negativa tra il prezzo di acquisto e quello di vendita o di rimborso di un prodotto finanziario.

Esempio di minusvalenza

Facciamo un esempio, per capire meglio.

Se acquistiamo 1.000 azioni dell’azienda Omega ad un prezzo di 10€ l’una, e le rivendiamo ad un prezzo di 9€ l’’una, generiamo una perdita chiamata per l’appunto “minusvalenza”.

La nostra minusvalenza, nel caso in questione, ammonterà a (9€-10€)*1000 = -1.000€

Se abbiamo il conto trading con un intermediario che opera in regime di risparmio amministrato (la maggior parte delle banche offre tale servizio) le minusvalenze vengono automaticamente caricate dalla banca presso la quale sono state generate nel personale “zainetto fiscale”, che corrisponde al “credito” di natura tributaria che possediamo presso il fisco.

Un dettaglio che pochi conoscono è che, oltre alla perdita “pura” derivante dall’operazione in perdita, anche le cosiddette “commissioni di negoziazione” che la tua banca applica alle transazioni vengono contemplate nel calcolo delle minusvalenze.

Con quali prodotti si generano le minusvalenze?

Le minusvalenze possono essere generate da ogni prodotto finanziario, tra cui: fondi di investimento (SICAV), ETF, obbligazioni, azioni, certificates e derivati.

Come si compensa una minusvalenza?

È necessario realizzare un’operazione uguale a quella precedente, ma di segno opposto: occorre dunque che la differenza tra prezzo di vendita e di acquisto sia positiva.

(compriamo Omega a 10€ e la rivendiamo a 11€. Plusvalenza generata: 1.000 azioni x 1€ = 1.000€)

Vale qui, nel computo della compensazione, il principio della temporalità: è fondamentale prima generare la minusvalenza, e solo dopo generare la plusvalenza.

Posso usare qualsiasi plusvalenza per compensare?

No, la normativa italiana è molto complessa e specifica. Occorre infatti fare uno step successivo per capirne di più: non tutte le plusvalenze hanno la stessa natura.

Il fisco italiano identifica due tipologie di redditi:

  • redditi di capitale: cedole delle obbligazioni e dei titoli di stato, dividendi azionari, plusvalenze di prezzo e cedole di ETF e Fondi
  • redditi diversi: plusvalenze di prezzo delle azioni, delle obbligazioni, degli ETC, dei derivati, dei certificati e le cedole dei certificati (ad eccezione delle cedole incondizionate dei certificati a capitale protetto).

Viene fatta dunque una distinzione netta tra prodotti finanziari che generano “redditi da capitale” e prodotti finanziari con sui si realizzano “redditi diversi”.

Le minusvalenze possono essere compensate solo se si acquistano prodotti finanziari che producono “redditi diversi”.

Non si possono, invece, recuperare le minusvalenze da prodotti che generano “redditi di capitale”.

In sostanza, non tutte le tipologie di reddito sono compensabili.

Si possono trasferire le minusvalenze da un conto all’altro?

Si, la legge consente di trasferire le minusvalenze generate presso un intermediario verso un altro conto trading parimenti intestato, a patto che venga chiuso il dossier titoli presso l’intermediario cedente.

Le minusvalenze vanno dichiarate nel 730?

Se operi in regime dichiarativo, ossia se tutti gli oneri fiscali sono a tuo carico (come capita per la maggior parte dei broker online), le minusvalenze vanno assolutamente portate in dichiarazione dei redditi, alla colonna 5 del rigo RT94.

Le minusvalenze scadono?

Si, le minusvalenze hanno una scadenza che è determinata dal momento in cui vengono prodotte. Possono infatti essere compensate entro i successivi 4 anni dalla data a partire dalla quale vengono generate.

Per fare un esempio: una minus contratta nel corso de 2022 avrà scadenza 31 dicembre 2026.

Se le minusvalenze scadono, cosa succede?

Niente. Non sono un costo che viene addebitato in conto. Semplicemente si andrà a perdere un credito di natura fiscale.

STRUMENTOREDDITOCOMPENSAZIONE
Obbligazioni – cedoleRedditi di capitaleNO
Obbligazioni – capital gainRedditi diversiSI
Azioni – capital gainRedditi diversiSI
Azioni – dividendoRedditi di capitaleNO
ETF – Capital GainRedditi di capitaleNO
ETF – DividendoRedditi di capitaleNO
Fondi – Capital GainRedditi di capitaleNO
Fondi – DividendoRedditi di capitaleNO
Certificati – capital gain*Redditi diversiSI
Certificati – cedoleRedditi diversiSI
ETC – Capital GainRedditi diversiSI
Futures/Opzioni – capital gainRedditi diversiSI
* le cedole incondizionate dei certificati a capitale protetto vengono considerate redditi di capitale, pertanto non compensano.

Consulente finanziario

Consulente finanziario in libera professione ed educatore finanziario. Semplifico la finanza e accompagno le persone ad una gestione efficiente del denaro.

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