Inflazione rallenta in Europa, negli USA e in Asia nel 2023

L’inflazione continua ad essere alta, ma vi sono segnali di rallentamento nel mese di dicembre in Italia, nell’Eurozona e in USA. Quali sono le prospettive per il 2023?

Inflazione In Italia rallenta

Il 2022 si è chiuso con un’inflazione record, in Italia attestandosi all’11,6%, una percentuale che non si vedeva dal 1985, quando si raggiunse la media del 9,2%. Tuttavia, in base ai dati Istat, il 2023 è iniziato con un rallentamento dello 0,2% rispetto al mese di novembre, quando il valore inflazionistico aveva raggiunto l’11,8% su base annua.

Complici anche le politiche monetarie della BCE: l’ulteriore aumento di 0,50 punti dei tassi d’interesse, deciso dalla Banca Centrale Europea a dicembre 2022, sembra avere dato una certa stabilità al mercato e sicurezza agli investitori di una giusta direzione presa dall’organo monetario centrale.

Se da un lato i segnali sembrano far sperare in un miglioramento, la pressione sui risparmi dei cittadini e sulle economie dei singoli Paesi continua ad essere alta. L’andamento delle borse è incerto, con fase altalenanti e rally di breve durata, che conferma ancora il trend in negativo.

Ad aggravare la situazione degli italiani, il nuovo anno si è aperto con un rincaro dei prezzi della benzina. Un intervento del Governo è necessario, così come si attendono nuove iniziative da parte della BCE.

Una situazione non facile, dato che se l’aumento dei tassi di interesse ha portato effetti positivi – vedi l’incremento dei rendimenti dei BTP – dall’altro potrebbe anche incidere sul futuro della crescita economica dell’Eurozona. Vediamo quali sono i dati inflazionistici in Italia, in Europa e nel resto del mondo.

Inflazione in Italia all’11,6%

Rallentamento inflazione in Italia

L’inflazione in Italia rispecchia l’andamento dell’Eurozona, con segnali di rallentamento. Infatti, come indicato dal report Istat del 5 gennaio 2023, l’Indice dei Prezzi al Consumo NIC si attesta sull’11,6%, con un -0,2% rispetto ai dati di novembre, che avevano registrato l’11,8%.

Dall’inizio del 2022, la media annua dei prezzi è aumentata dell’8,1%, rispetto a quella del 2021, che si era attestata su un +1,9%. Tuttavia, il nuovo anno si prospetta con un valore inflazionistico in fase di decrescita.

Ciò è dovuto principalmente a una variazione in negativo dei prezzi dei beni energetici, che passano dal 67,6% a 64,4%. Anche i beni alimentari e le bevande analcoliche hanno ottenuto un’inflessione, passando dal 13,6% al 13,1%.

Un miglioramento, che per adesso non andrà a incidere in positivo sui conti correnti degli italiani. Infatti, il valore inflazionistico continua comunque a essere alto nelle singole Regioni. Tra quelle più colpite vi è la Sicilia (14%), la Liguria (13,8%) e la Sardegna (13%).

Seguono Abruzzo, Umbria e Molise, con un valore pari allo 12,5%, mentre quelle che hanno subito meno il rincaro dei prezzi sono:

  • la Campania, con il 10,9%;
  • la Valle d’Aosta, con l’8,8%.

In media, è stato calcolato che l’inflazione ha portato sul bilancio di ogni famiglia un costo aggiuntivo di circa 2.500€.

Inflazione in Europa al 10%

Inflazione in Europa

Per quanto riguarda l’Eurozona i dati sono migliori rispetto a quelli italiani. infatti, si è passati dal 10,6% del mese di ottobre al 10,1% nel mese di novembre e dicembre su base annua. La media è dell’8,4%, con 5,9 punti percentuali in crescita rispetto al 2021, che si attestava sul 2,6%.

Anche in questo caso a determinare il calo dell’inflazione vi è stata una diminuzione importante dei prezzi dell’energia, scesi al 25,7% a dicembre, rispetto al 34,9% di novembre e al 41,5% del mese di ottobre, a cui si è aggiunta una contrazione moderata dei costi del comparto alimentare – passato dal 13,8% al 12%.

L’Italia rimane tra i Paesi in cui i rincari dei prezzi sono maggiori se confrontati con le altre economie più forti dell’Eurozona. Per esempio, la Germania ha registrato un’inflazione al 9,6% mentre la Francia al 6,7% e la Spagna al 5,6%.

Invece, l’Olanda si trova con valori simili a quelli italiani, con un 11%, mentre a subire in modo evidente l’effetto inflazionistico e quello della guerra tra Russia e Ucraina sono stati i Paesi dell’est Europa: la Lettonia e la Lituana hanno raggiunto un tasso di inflazione del 20%, l’Estonia del 17,5% e la Slovacchia del 15%.

Inflazione in USA: crescita inferiore alle previsioni

inflazione usa

A dicembre del 2022 arriva anche la conferma della fase di contrazione dell’inflazione negli Stati Uniti, con un valore che è sceso al 7,1%, rispetto al 7,7% del mese di ottobre e al 9,1% del mese di giugno. Un dato significativo, che riflette la politica aggressiva della FED sui tassi di interesse e indica possibili segnali di ripresa del mercato.

In particolare, il costo dell’energia è diminuito al 13,1% dal 17,1% del mese di ottobre, mentre l’indice di riferimento degli alimenti e bevande ha segnato un -0,3%, raggiungendo quota il 10,6%.

La fase di miglioramento si è percepita anche nelle altre principali economie del continente americano, con il Canada che ha segnato un rallentamento dell’inflazione, dello 0,1%, raggiungendo il 6,8%, e il Porto Rico, con un 6,3% rispetto al 6,6% del mese di ottobre.

Leggi anche la nostra analisi su USA e tasso d’inflazione

Tasso d’inflazione Asia

La situazione in Asia appare incerta, anche a causa delle ultime notizie di un nuovo focolaio di Covid-19 in Cina. Infatti, la revoca nei mesi precedenti dell’emergenze pandemica nel Paese aveva portato a una ripresa economica con una riduzione dello 0,3% dell’inflazione, passata da 1,9% a 1,6%.

Rimane stabile il mercato di Hong Kong, con un tasso dell’1,8% mentre è in crescita il valore in Giappone (3,8%), a Taiwan (2,71%) e in Israele (5,3%). Infine, l’inflazione è fuori controllo in Iran, dove ha raggiunto il 56%, anche a causa della fase di instabilità politica, e in Libano, in cui il valore ha addirittura toccato il 156%.

Inflazione in Europa: previsioni 2023

Previsioni 2023 tasso d'inflazione

Il 15 dicembre 2022 la Banca Centrale Europea ha deciso di innalzare i tassi d’interesse dell’Eurozona di 0,50 punti percentuali, come ci si aspettava che accadesse. Infatti, l’incremento di tassi di interesse è il principale strumento che le banche centrali utilizzano per contrastare l’aumento dell’inflazione. Come hai letto dai dati riportati, questa politica sembra aver ottenuto, dopo diversi mesi, i primi effetti.

Quali saranno le previsioni sull’inflazione per il 2023? I segnali sembrano positivi, confermati anche dai nuovi prospetti degli analisti dell’Eurozona, i quali dopo la fase di incertezza del 2022, con il rialzo del tasso inflazionistico medio in Europa all’8,4%, hanno ipotizzato dei miglioramenti nel breve e medio termine.

Per il 2023, si prospetta che il valore dell’inflazione scenda al 6,3%, mentre per il 2024, verrà ulteriormente ridotto, raggiungendo il 3,4%. Infine, si ipotizza un ritorno a un tasso d’inflazione del 2% per il 2025.

Come investire con l’inflazione?

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L’inflazione non è un fattore negativo se mantenuta entro i limiti del 2%, dato che favorisce la crescita economica. Tuttavia, i valori record raggiunti nel 2022, hanno inciso profondamente sulla liquidità dei cittadini e sui mercati.

Come comportarsi con l’inflazione alta? Diventa indispensabile adottare delle misure al fine di evitare di vedere i propri risparmi erosi. Mantenere i soldi sul conto corrente o su un conto deposito non è sufficiente, mentre la soluzione potrebbe essere quella di investire. Tuttavia, in questo contesto diventa essenziale scegliere con attenzione quali siano gli asset anti-inflazione.

Con il crollo delle borse e i mercati incerti, le opportunità sono diverse, ma non tutte si possono ritenere valide. Per esempio, molti trader hanno chiuso le posizioni su asset più volatili, come le criptovalute e le azioni del comparto hi-tech, optando per strumenti finanziari perfetti per contrastare l’inflazione: i beni rifugio.

Leggi la nostra guida su come difendersi dall’inflazione alta

Luca Conti

Esperto di mercati finanziari e trader indipendente

Esperto di mercati finanziari e trader indipendente. Collabora con Finanza Digitale curando i contenuti dedicati al trading.

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