Rating Italia a rischio declassamento: S&P, Moody’s e Goldman Sachs fanno tremare spread e BTP

Secondo gli analisti di S&P, Moody’s e Goldman Sachs, lo spread Btp/Bund potrebbe toccare quota 235 punti, con il rischio di perdere la qualifica "investment grade" e non essere attrattivi per gli investitori internazionali

goldman sachs

Le agenzie di rating Moody’s e S&P stanno valutando attentamente i conti pubblici dell’Italia, dopo due anni di sospensione del patto di stabilità che la Commissione europea ha concesso per fronteggiare l’emergenza Covid.

Il possibile declassamento del rating dell’Italia, già lanciato come allarme da Goldman Sachs che prevede un aumento dello spread Btp/Bund da 189 a 235 punti entro la fine del 2023, ha spinto Moody’s ad evidenziare segnali di inasprimento del suo giudizio sui conti italiani.

Attualmente, l’Italia è l’unico Paese che Moody’s qualifica “investment grade”, ma con il rischio concreto di uscire dal club che include quei Paesi a cui verrebbe concesso di emettere debito pubblico a tassi più bassi, rendendo i propri bond più appetibili per gli investitori internazionali.

Spread Btp/Bund verso i 235 punti: cause e conseguenze

spread btp/bund

Secondo il Corriere della Sera, un declassamento del rating da parte di Moody’s potrebbe gettare i titoli del debito italiano tra quelli definiti “titoli spazzatura”, aumentando i rendimenti e quindi il costo del servizio del debito pubblico per lo Stato.

Attualmente, il costo del servizio del debito per l’Italia si aggira intorno ai 70 miliardi di euro l’anno e, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, potrebbe toccare quota 80 miliardi già il prossimo anno.

Moody’s ha inoltre evidenziato come il “saldo primario” dell’Italia, ossia la differenza tra entrate e spese correnti, al netto del servizio del debito, sia sceso sotto la soglia dopo tanti anni in positivo.

Il rischio di declassamento del rating dell’Italia rappresenta una vera e propria preoccupazione per il paese e per gli investitori. L’Italia infatti è attualmente classificata come “investment grade” solo da Moody’s, mentre S&P e Fitch le assegnano un rating “one step above junk“.

Ciò significa che il debito di un paese “investment grade” è considerato meno rischioso dagli investitori, il che aumenta la domanda di bond e riduce il costo di finanziamento del debito pubblico.

Una valutazione negativa del rating dell’Italia potrebbe scatenare un effetto a catena in cui molti investitori, fondi pensione e istituzioni finanziarie, che hanno il divieto di investire in titoli che non siano “investment grade”, dovrebbero vendere i titoli del debito pubblico italiano.

Ciò potrebbe portare a un aumento dei rendimenti dei bond italiani ed un aumento del costo del servizio del debito pubblico per lo Stato.

Previsioni sui titoli di Stato italiani

Previsioni sui titoli di Stato italiani

Gli analisti di Moody’s hanno quindi evidenziato la crescita lenta dell’economia italiana e i costi di finanziamento elevati del debito, che potrebbero indebolire ulteriormente la posizione fiscale dell’Italia.

In particolare, come già anticipato, la differenza tra entrate e spese correnti al netto del servizio del debito, è negativo dopo essere stato positivo per molti anni. In poche parole, l’Italia attualmente guadagna meno di quanto spende, escluso il pagamento degli interessi sul debito.

Un ulteriore fattore che potrebbe contribuire al declassamento del rating dell’Italia è rappresentato dal fatto che il paese dipende fortemente dai programmi di acquisto di bond della Banca centrale europea (BCE).

La BCE ha recentemente deciso di ridurre il ritmo delle sue operazioni di acquisto di bond, il che potrebbe portare ad un aumento dei tassi di interesse proprio dei bond italiani.

Un declassamento del rating dell’Italia sarebbe quindi negativo per il paese, in quanto aumenterebbe i costi del debito pubblico e potrebbe avere un impatto sui tassi di interesse sui prestiti bancari e sull’accesso alle risorse esterne di finanziamento.

A lungo termine, questo potrebbe anche avere effetti negativi sull’economia italiana, rendendo più difficile per il paese attirare investimenti esteri e generare crescita economica.

Achille Bellelli

Imprenditore tech e investitore indipendente, esperto in criptovalute e strumenti di trading speculativo. Scrive per FinanzaDigitale e altri magazine economici.

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