Rendimenti Bond europei in rialzo: il BTP sale al 4,18%

Con l’ultimo incremento dei tassi di interesse di 0,50 punti percentuali della BCE, per contrastare l’inflazione, i Titoli di Stato segnano una crescita interessante.

Rendimenti BTP europei

I rendimenti dei Bond europei hanno registrato un incremento significativo che non si verificava da diversi anni. Tra i principali fattori che hanno permesso questo aumento, vi sono gli interventi da parte della BCE (Banca Centrale Europea) per contrastare il tasso di inflazione che, nel 2022, ha raggiunto il massimo storico nell’eurozona del 10,7%, con una media dell’8,4%.

Entrando nel dettaglio, i BTP decennali italiani hanno prima toccato, ad aprile 2022, un rendimento del 2,43%, per poi attestarsi a quello odierno, pari al 4,184%, un valore superiore al mese di marzo 2020, prima del verificarsi del lockdown per l’emergenza da Covid-19.

L’effetto rialzista non si è verificato solo in Italia, ma vi è stata una crescita delle obbligazioni anche negli altri Stati europei e a livello mondiale. In particolare, il Bund tedesco ha prima toccato lo 0,82% e presenta oggi un rendimento del 2,14% e un rialzo superiore a quello avvenuto nel marzo del 2015. Infine, l’aumento è andato a toccare anche lo spread, il differenziale dei Titoli di Stato italiani con il Bund tedesco, che si attesta a 196,99 punti base.

Titoli di Stato esteri più redditizi del 2022

Bond ad alto rendimento

I rendimenti dei Titoli di Stato italiani si attestano tra i più alti di tutta Europa, in salita del 4,184%; un rialzo significativo di oltre il 50% se rapportato ad aprile del 2022, con valore di poco superiore al 2%.

Tra i Titoli di Stato esteri ad alto rendimento troviamo anche i Bond greci, schizzati di un 4,451% in più, con un rapporto con il Bund tedesco di 223,70 punti, superando anche i BTP italiani.

Seguono i Titoli di Stato spagnoli, con un +3,266%, quelli del Portogallo, con un +3,195% e quelli del Regno Unito, che sono aumenti del 3,528%. Una crescita meno significativa si è avuta per i Paesi Bassi, Francia e Germania, rispettivamente con un 2,57%, 2,73% e 2,21%.

Il trend resta comunque positivo. Ragion per cui, diversi investitori hanno preso in considerazione l’apertura di posizioni a breve, medio e lungo termine sulle obbligazioni statali.

Perché i rendimenti sui Titoli di Stato crescono

Banca Centrale Europea

I rendimenti dei Titoli di Stato registrano fasi di crescita o di contrazione in rapporto a due fattori:

  1. variazione del prezzo;
  2. percentuale dei tassi d’interesse.

Infatti, il prezzo del Bond scende quando le vendite superano gli acquisti. Ciò può avvenire in rapporto a diversi fattori macroeconomici, quali le fasi di incertezza e debolezza dei mercati, collegate, per esempio, alle iniziative di Federal Reserve e Banca Centrale Europea per contrastare l’inflazione. Ciò porta gli investitori a ridurre la loro esposizione a lungo termine e puntare su altre tipologie di beni rifugio.

Dall’altro lato, per contrastare l’aumento inflazionistico, le politiche delle banche centrali si basano sull’aumento dei tassi di interesse. Infatti, oggi nell’eurozona, l’inflazione si attesta al 10,1% e non al 2%, valore considerato utile per la crescita economica, percentuale presente prima dello scoppio del conflitto in Est Europa.

Per contrastare l’aumento esponenziale dell’inflazione, lo strumento principale della FED e della BCE è quello di variare i tassi di interesse. Questi vengono abbassati quando l’inflazione scende e aumentati in caso di crescita.

In questo caso, l’incremento dei tassi di interesse determina un rallentamento degli investimenti e dell’utilizzo del denaro, dato l’aumento del suo costo. A lungo andare ciò determina una riduzione della domanda e, in proporzione, l’abbassamento dei prezzi, intervenendo così nel contenere l’inflazione.

Tassi d’interesse e rendimento BTP europei

DataTassi d’interesse BCEAumento dei punti
Dicembre 20222,5%0,50
Novembre 20222%0,75
Settembre 20221,25%1,25
Luglio 20220,5%0,50
Settembre 20190%0

Questa politica va ad influenzare l’andamento delle obbligazioni statali negoziate sulla Borsa di Milano e in quelle europee. Infatti, l’aumento dei tassi determina l’incremento dei rendimenti obbligazionari.  

Nel 2022, la politica della BCE è stata quella di aumentare gradualmente i tassi portando a raggiungere la percentuale di:

  • 2,50%: sulle operazioni di rifinanziamento principali;
  • 2,75%: su quelle di rifinanziamento marginale;
  • 2,00: sui depositi presso le banche centrali.

Un valore nettamente superiore se rapportato al settembre del 2019, quando la percentuale dei tassi d’interesse era pari allo 0%.

Rendimenti BTP europei: previsioni 2023

Previsione bond 2023

L’inflazione ha inciso in modo preponderante negli ultimi mesi sul costo della vita, con un incremento dei prezzi al consumo e su quelli dell’energia in tutti i Paesi del Globo.  

Basta considerare come ad essere influenzata dall’inflazione sia anche l’economia del Giappone, con rendimento dei Titoli di Stato a 30 anni, aumentati dello 0,59%, e quelli a 6 mesi del 3,67%.

Le previsioni dei BTP per il 2023 sono abbastanza promettenti. I dati riportati da banche di investimento come Jp Morgan, Goldman Sachs e dalla società di analisi BluBay, confermano che la crescita dei Titoli di Stato italiani potrà oscillare dallo 0,75% al 4,23%.

Si è anche ribadito che un aumento del rendimento dei BTP troppo elevato e superiore al 5%, con riferimento a tutti i buoni del tesoro poliennali, potrebbe creare un effetto contrario. Infatti, il raggiungimento di questo valore andrebbe a generare preoccupazione negli investitori, oltre a rendere poco vantaggioso un investimento obbligazionario.

Tuttavia, questa ipotesi sembra non doversi verificare. Basta considerare che la percentuale dell’inflazione USA è salita meno del previsto, determinando una discesa al 7,1% rispetto all’8,2% di settembre 2022. Lo stesso è accaduto nell’eurozona, in cui si è passati dal 10,6% al 10,1% a novembre, con una media, nel 2022, dell’8,4%.

Un dato indicativo di come le politiche monetarie delle banche centrali sembrino sortire i loro effetti. Inoltre, come riportato da un comunicato stampa della BCE del 21 dicembre 2022, si prevede che, per il 2023, il tasso di inflazione medio scenderà al 6,4% per poi collocarsi, nel 2024, al 3,4% e raggiungere la quota del 2,3% nel 2025. Ciò potrebbe portare nei prossimi mesi a rallentare l’incremento dei tassi, favorendo ancora di più gli investimenti sui Titoli di Stato e dando maggiore sicurezza agli investitori.

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Luca Conti

Esperto di mercati finanziari e trader indipendente

Esperto di mercati finanziari e trader indipendente. Collabora con Finanza Digitale curando i contenuti dedicati al trading.

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