Essere protestati o segnalati al CRIF come cattivo pagatore non significa necessariamente non poter accedere ai servizi bancari di base. Anche se può sembrare complicato, aprire un conto corrente da protestato non è impossibile.
In questo articolo esploreremo le opzioni disponibili per chi si trova in questa situazione e risponderemo alle domande più frequenti che emergono su questo tema.
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Chi è un protestato?
Il protesto è un atto pubblico che certifica il mancato pagamento di un titolo di credito, come un assegno o una cambiale.
Chi viene protestato entra in un registro pubblico e può essere segnalato presso istituti come il CRIF (Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria), che raccoglie informazioni sui cattivi pagatori. Questa situazione comporta diverse difficoltà nell’accesso al credito e ai servizi bancari.
Quanto si rimane protestati?
La durata del protesto varia, ma in genere la segnalazione rimane nel registro dei protestati per 5 anni. È possibile cancellare il protesto se si riesce a saldare il debito e ottenere la riabilitazione presso il tribunale.
Come togliere un protesto bancario?
Per togliere un protesto bancario occorre pagare il debito e richiedere al tribunale la riabilitazione. Una volta ottenuto il decreto di riabilitazione, si può procedere alla cancellazione del proprio nominativo dal Registro Informatico dei Protesti.
Chi è stato protestato può aprire un conto corrente?
Sì, è possibile, ma le opzioni sono limitate.
Molti istituti bancari preferiscono non assumere rischi con clienti segnalati per insolvenza, quindi potrebbe essere necessario rivolgersi a banche che hanno prodotti specifici per protestati o istituti di pagamento alternativi.
Cosa verifica la banca per aprire un conto corrente?
Le banche controllano principalmente:
- Documentazione personale, come carta d’identità e codice fiscale;
- Stato finanziario del cliente, inclusa la presenza di protesti o segnalazioni al CRIF;
- Eventuali pignoramenti o azioni legali in corso.
Quando non è possibile aprire un conto corrente?
Le banche possono rifiutare di aprire un conto corrente quando il cliente è segnalato per grave insolvenza o attività fraudolente.
Tuttavia, grazie alla normativa europea sui conti di pagamento di base, gli istituti sono tenuti a fornire almeno un conto di base, anche ai protestati, purché non vi siano altre motivazioni legali per rifiutare l’apertura.
Chi è segnalato al CRIF può aprire un conto corrente?
Anche chi è segnalato al CRIF può aprire un conto corrente. Non tutti gli istituti però vedono di buon occhio un cattivo pagatore: alcune banche potrebbero rifiutare di attivare il conto o proporre prodotti limitati, come conti senza concessione di credito.
La segnalazione al CRIF influisce principalmente sulla capacità di ottenere prestiti o finanziamenti, non necessariamente sull’apertura di un conto corrente. Il buon esito dell’apertura del conto dipende sostanzialmente dalla policy della banca: alcune sono più inflessibili, altre meno.
Se sei segnalato al CRIF puoi comunque tentare di fare richiesta di apertura conto e aspettare responso. Puoi anche valutare una carta conto online emessa da IMEL (istituti di moneta elettronica) meno fiscali e più disponibili ad accogliere nuovi clienti.
Come posso aprire un conto corrente se sono protestato?
Anche se la maggior parte delle banche pone delle restrizioni nei confronti dei protestati, è ancora possibile aprire un conto corrente.
Alcune banche offrono conti correnti di base per chi ha difficoltà finanziarie o è protestato. Questi conti permettono operazioni essenziali come depositi, prelievi e pagamenti, ma possono essere limitati in termini di servizi accessori.
Altre banche e tanti istituti di pagamento offrono carte prepagate dotate di IBAN, che funzionano in modo simile a un conto corrente per le operazioni di base, ma senza possibilità di chiedere credito.
Infine esistono piattaforme come Conto Protestati Service che forniscono supporto per trovare soluzioni bancarie adatte ai protestati.
In che occasione si può bloccare il conto corrente?
Un conto corrente può essere bloccato in diverse circostanze:
- Pignoramento: quando un creditore ottiene un’ingiunzione da un tribunale per riscuotere un debito non pagato può richiedere il pignoramento del conto corrente;
- Segnalazione delle autorità: in caso di sospette attività illecite o riciclaggio di denaro, le autorità possono disporre il blocco temporaneo del conto;
- Insolvenza: se il titolare del conto risulta protestato o ha debiti con la banca stessa, può essere limitato l’uso del conto corrente.
Quale conto corrente non è pignorabile?
Nessun conto corrente è completamente impignorabile, ma ci sono delle tutele per il correntista. Esiste una sorta di reddito minimo garantito, cioè una parte del reddito depositato sul conto corrente che è impignorabile per legge, Ad esempio stipendi e pensioni non possono essere toccati oltre una certa soglia.
Attenzione alla questione conti correnti esteri. Alcuni scelgono di aprire un conto estero (anche online) per evitare il pignoramento, ma questa cosa non vale in Europa. Infatti, se soggetta a un ordine di pignoramento, una persona rischia di vedersi pignorato anche un conto estero in tutto o in parte a lui intestato.
Come sbloccare un conto corrente pignorato?
Per sbloccare un conto corrente pignorato, è necessario:
- Pagare il debito o trovare un accordo con il creditore.
- Se il pignoramento è illegittimo, si può presentare ricorso in tribunale.
- In alcuni casi, è possibile chiedere al giudice di liberare una parte dei fondi impignorabili, come lo stipendio o la pensione, per poterli utilizzare.
Banche che aprono conti correnti a protestati
Alcuni istituti bancari offrono soluzioni per chi si trova in difficoltà finanziarie. Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Sella e le altre principali banche italiane hanno un conto base dedicato a persone con situazioni economiche complesse.
Anche il conto BancoPosta può essere un’opzione per chi è protestato, ma le condizioni variano a seconda della situazione individuale.
Neobank e fintech (estere o italiane) possono anche offrire soluzioni pensate per cattivi pagatori o segnalati CRIF, ma molto dipende dalla policy aziendale e dai criteri di verifica.
Considera inoltre che, anche se dovessero accogliere la tua richiesta di apertura conto, potresti non avere accesso a strumenti creditizi (carte di credito, prestiti, ecc.).