Pos obbligatorio: le novità dal 2023

Obbligo sull'utilizzo del Pos e sanzioni a chi rifiuta il pagamento elettronico. Novità in vista a partire dal 2023

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge n°36 del 30 Aprile 2022 si applicano le nuove normative in materia fiscale che prevedono l’utilizzo obbligatorio del Pos.

Un obbligo fortemente voluto dall’attuale Governo Draghi per contrastare la lotta all’evasione e limitare l’utilizzo del contante per i pagamenti in nero.

La tanto discussa stretta sul corretto utilizzo del contante allo scopo di ridurre il grave macigno sull’omessa fatturazione che pesa nelle casse dello Stato per ben 80 miliardi di euro, vede la luce con il nuovo provvedimento inserito nel decreto del 30 Aprile.

Si tratta di una delle misure adottate per contrastare l’evasione e contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che impone l’obbligo di pagamento elettronico attraverso il Pos e l’applicazione di una doppia sanzione per chi si rifiuta di farlo.

L’attuale Governo guidato dalla Premier Giorgia Meloni vorrebbe invece venire incontro alle esigenze dei commercianti che si vedono costretti a farsi carico delle spese di commissione per le transazioni elettroniche, ma un emendamento alla Legge di Bilancio ha rimescolato le carte.

Quali potrebbero essere le novità sull’utilizzo del Pos nel 2023?

Novità sul POS obbligatorio

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Con il 30 giugno è stata anticipata la data di applicazione delle sanzioni rispetto alla tabella di marcia, inizialmente prevista a partire dal 2023.

Inoltre, con il nuovo decreto si attiva a partire dal 1 Maggio 2022 l’obbligo di inviare quotidianamente i dati derivanti dalle transazioni elettroniche effettuate durante l’arco della giornata lavorativa.

Le sanzioni per tutti coloro che si rifiutano di accettare pagamenti elettronici mediante Pos sarebbero dovute essere applicate non prima del 1 Gennaio 2023.

Con la pubblicazione di questo nuovo provvedimento si anticipa l’intervento al prossimo 30 giugno 2022, data in cui saranno applicate le sanzioni per quei soggetti che impediscono di procedere al pagamento elettronico.

In realtà l’obbligo è già scattato nel 2014, anno in cui tutti gli esercenti avrebbero dovuto dotarsi degli appositi dispositivi per favorire il pagamento elettronico e limitare l’utilizzo del contante, garantendo la corretta fiscalizzazione e di conseguenza gli introiti statali.

La novità che anticipa la data di applicazione delle sanzioni e l’inserimento del provvedimento all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono motivati dal fatto che proprio il PNRR prevede per il primo semestre 2022 il raggiungimento di determinati obiettivi sulla fiscalizzazione.

Infatti, la Milestone M1C1 -103 del PNRR nasce proprio per garantire un maggiore introito fiscale nelle casse deficitarie dello Stato e allo stesso tempo attuare una misura più efficace per contrastare l’evasione.

In particolar modo, si punta a ridurre ciò che viene definita “evasione con consenso”, ossia quella procedura difficile da stanare che prevede il tacito consenso tra chi fornisce il bene o il servizio e il cliente che lo accetta.

Pos obbligatorio: novità dal 2023

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Come anticipato, il Governo Meloni intendeva alzare il tetto a 60 euro, somma al di sotto della quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare il pagamento elettronico, ma l’approvazione dell’emendamento che vieta questa possibilità ha spinto il Governo a rivedere i suoi piani.

Tra le mosse che l’esecutivo si prepara a varare potrebbe esserci quella di un tavolo tecnico per aprire un dialogo con le Banche ed eliminare le spese di commissione a carico dei commercianti per piccoli importi.

Si valuta la possibilità di esentare dai costi di commissione le attività che fatturano meno di 400mila euro, ma non è da escludere l’applicazione di una tassa sugli extraprofitti sulle spalle delle Banche e di stornare tale introito per sostenere i commercianti.

Pos obbligatorio 2023: chi sarà obbligato e chi escluso

Pos obbligatorio 2023 chi sarà obbligato e chi escluso

Bocciata la proposta del Governo di alzare il limite a 60 euro per i pagamenti elettronici, somma sotto la quale i commercianti avrebbero potuto avvalersi della facoltà di rifiutare il pagamento con Pos, non rimane altro che trovare delle soluzioni alternative per venire incontro alle esigenze degli esercenti.

Chi sarà obbligato e chi escluso dal Pos obbligatorio nel 2023? Tra le proposte sul tavolo tecnico potrebbe andare a buon fine l’accordo tra il Governo e le Banche affinché vengano eliminate le commissioni sui piccoli importi.

Probabilmente si tenterà di favorire le medio-piccole attività con un limite sul fatturato che potrebbe essere non superiore ai 400mila euro oppure in alternativa gli istituti bancari potrebbero subire una tassa sull’extragettito che risarcirebbe i commercianti delle spese di commissione sostenute.

Cosa succede se non si ha il Pos? Attualmente chi non possiede il Pos obbligatorio subirà una sanzione pari a 30 euro + il 4% dell’importo della transazioni rifiutata.

Non rimane altro che attendere in che modo il Governo Meloni tenterà di trovare rimedio alla questione tanto sbandierata in campagna elettorale e che oggi stenta a trovare applicazione, ma la direzione intrapresa sui pagamenti elettronici non sembra essere comunque messa in discussione e per i commercianti potrebbe essere sin da subito utile puntare sui Pos più convenienti.

Per chi è obbligatorio il POS?

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L’utilizzo del Pos e le relative sanzioni in caso di rifiuto del pagamento elettronico saranno obbligatori per tutte le attività commerciali ed i liberi professionisti, gli artigiani ed anche gli ambulanti che devono dotarsi dei sistemi elettronici per poter garantire al cliente il pagamento con carta di credito o di debito.

Tutti i venditori di beni e servizi saranno obbligati a possedere il Pos per i pagamenti elettronici, in questo modo il Fisco avrà una banca dati da poter incrociare per verificare esattamente la corretta fiscalizzazione.

Tuttavia, il Fisco chiarisce che nel rispetto delle normative vigenti sulla privacy, le misure adottate non coinvolgono in alcun modo il cliente che non sarà oggetto di verifiche fiscali derivanti dalla transazione effettuata.

Quanto costa un POS

POS più convenienti

Reso obbligatorio il Pos, il suo costo è variabile in base anche all’istituto finanziario che eroga il servizio ed è necessario valutare tutti i dettagli dell’offerta proposta.

Alcune offerte vantaggiose potrebbero presentare ulteriori costi che se sommati raggiungono importi poco convenienti per l’esercente.

Alcuni istituti finanziari propongono costi per ogni transazione effettuata oppure un costo fisso mensile/annuale che però non include il pagamento delle transazione.

Ogni commerciante o libero professionista potrebbe valutare le offerte in base alle esigenze personali e sottoscrivere quella che reputa più confacente alle sue necessità.

La tabella seguente potrebbe offrire un quadro più selettivo dei migliori Pos più convenienti, proposti dalla relativa società che eroga il servizio, inclusi i costi e le commissioni previsti.

Società del servizioTipologia POSCosti e commissioni
POS Banca SellaFissi e portatili0,95% per transazione su circuiti internazionali
POS SumUPFissi e portatili1,95% per transazione
POS AxserveMobile1% per transazione, o 17 euro + IVA al mese
POS NexiFissi e portatili1,89% per transazione
POS Poste ItalianeMobile1,50% per transazione
POS MyPOSMobile1,20% + 0,05 euro per transazione
POS ZettleMobileVariabili da 1 a 2,75% per transazione
POS più convenienti del 2022

Jacopo Marini

Trader, opinionista ed esperto di mercati azionari e criptovalute. Uno dei primi investitori in Italia a credere in Bitcoin e diventarne un profondo conoscitore. Collabora con FinanzaDigitale dal 2014.

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